Prestito ponte per Fiat?

Secondo quanto affermato dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, a chi gli domandava se la società fosse finanziariamente pronta ad affrontare l’acquisto delle quote di Chrysler in mano alla Veba (6,64%), “abbiamo trovato parecchie istituzioni finanziarie che vogliono aiutarci”. Si profila pertanto, per il Lingotto, una possibile operazione di prestito – ponte da parte di alcuni istituti di credito interessati a supportare l’acquisto di quanto già opzionato.

Ad ogni modo – sottolineava correttamente Il Sole 24 Ore qualche giorno fa – l’ipotesi di un prestito ponte sembra assumere i connotati di un “piano b” dall’improbabile effettuazione. Di fatti, affermava Laura Galvagni nell’edizione del 6 marzo del quotidiano – “l’attuale distanza tra le parti circa la valutazione dell’asset” è evidentemente ampia e “nelle ultime ore sembra prevalere per il gruppo di Detroit l’ipotesi di un’Ipo” (vedi anche Fiat quota europea ancora in calo).

Ad ogni modo, la possibilità di essere interessati all’opzione esiste. E, in questo caso “Marchionne non può farsi trovare impreparato nel caso in cui gli interessi della Fiat dovessero magicamente incrociarsi con quelli del sindacato. Tanto più che per il manager l’opzione favorita resta l’acquisto delle quote”.

Proprio per tale motivo Marchionne ha lasciato intendere che alcune banche potrebbero presto ufficializzare sostanzialmente l’interesse a mettere a punto un bridge loan (prestito ponte) che possa aiutare il gruppo torinese a rilevare il pacchetto oggetto di opzione. Stando a quanto ricordava il quotidiano, comunque, l’ammontare del prestito ponte non sarebbe ancora stato definito nel dettaglio, ma si aggirerebbe intorno al miliardo di dollari.

Una cifra che potrebbe essere sufficiente per affrontare il correlato esborso, anche se tutto sembra essere piuttosto astratto. “Dobbiamo stabilire una valutazione chiara per le quote Chrysler detenuta da Veba e vedere se è possibile che la Fiat rimpiazzi l’Ipo e dia la liquidità a trust” – ha poi concluso Marchionne nel suo recente intervento (vedi anche Fiat nuovo management).

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