Pictet Funds: il mercato delle obbligazioni è ancora troppo caro

Si conoscono finalmente nel dettaglio le stime macroeconomiche del mercato obbligazionario statunitense ed europeo relative allo scorso mese di agosto: se i primi hanno deluso in maniera inaspettata, c’è invece da dire che il Vecchio Continente si è fatto apprezzare per le ottime performance del comparto immobiliare e di quello lavorativo. La differenza è presto spiegata, gli Stati Uniti, in questo preciso momento storico, non sono in grado di creare nuovi posti di lavoro e i mesi estivi ne sono stati una triste conferma. I dati in questione provengono direttamente da Pictet Funds, l’istituto svizzero che viene considerato una delle maggiori banche di gestione patrimoniale indipendenti di tutta Europa. Soltanto gli indici azionari americani hanno mostrato una ripresa piuttosto incoraggiante: la stessa Pictet ritiene comunque che il rallentamento appena citato deve essere considerato come un qualcosa di fisiologico più che patologico, dunque rischi veri e propri di recessione non sembrano esserci.


La ricaduta più importante, così come ha anche confermato la Federal Reserve, dovrebbe riversarsi sulla politica monetaria, la quale potrebbe aver bisogno di nuove misure di sostegno economico. Tra l’altro, gli investitori sono sempre meno affezionati all’andamento e alle performance dei fondi di investimento internazionali, ma nonostante ciò non si prospetta in alcun modo una bolla che possa coinvolgere le obbligazioni. Nel breve termine Pictet ha previsto un drastico calo della durata finanziaria.

Un esempio fondamentale in questo senso è quello di Deutsche Bank, visto che la banca teutonica ha provveduto ad aumentare in maniera consistente il proprio capitale, pertanto si può ben comprendere l’enorme pressione a cui è sottoposto il settore in questione. Infine, è molto probabile il cambiamento dell’allocazione degli assets del mercato obbligazionario: con una durata finanziaria più breve di tali strumenti si andranno a vendere quelle a scadenza maggiore, mentre l’incremento delle azioni globali di fine agosto ha già portato a un rischio più elevato.

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