Petrolio vola ai top da oltre due anni su tensioni in Siria

Par3236151E’ un vero e proprio boom per il petrolio, che sui mercati internazionali continua a registrare forti rialzi a seguito dell’aumento delle tensioni in Siria. Ormai è imminente un intervento armato degli Stati Uniti, appoggiati dal loro alleato storico, ovvero la Gran Bretagna. Una fonte dell’amministrazione americana ha dichiarato alla Nbc che già a partire da giovedì 29 agosto potrebbero iniziare una serie di attacchi mirati contro la Siria, per rispondere all’utilizzo di armi chimiche che il regime di Bashar al-Assad avrebbe adoperato contro la popolazione siriana.

Il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono ormai pronti per agire. Sui mercati finanziari c’è grande preoccupazione tra gli investitori (leggi anche Quali azioni di borsa evitare secondo Morgan Stanley), che temono una pericolosa escalation degli eventi in tutta la regione mediorientale dove va già annoverato il caos politico-sociale in Egitto e la costante tensione tra Iran e Israele. Stanotte sui mercati asiatici il petrolio Wti ha messo a segno nuovi importanti guadagni.

Il greggio americano, che già ieri aveva guadagnato quasi il 3%, è salito fin sopra quota 112 dollari al barile, sui livelli più alti da oltre due anni. Il boom del greggio coinvolge anche il Brent, che ieri ha chiuso la seduta con un progresso del 3,28% a 114,36 dollari al barile. Il petrolio Brent è così salito sui livelli più alti degli ultimi 6 mesi. Intanto, oggi è atteso il dato sulle scorte di greggio negli Stati Uniti. Gli analisti finanziari si aspettano una riduzione di circa 250mila barili. Tuttavia, gli investitori focalizzerano ancora l’attenzione sugli eventi in corso in Siria.

Domani si riunirà la Nato a Bruxelles per fare il punto della situazione sulla Siria. Nel frattempo il ministro degli Esteri siriano, Walid al Moallem, continua a negare “categoricamente” l’utilizzo di gas da parte delle forze lealiste. A rendere più incandescente la situazione nella regione mediorientale ci ha pensato poi l’Iran, secondo il quale un eventuale intervento armato contro Damasco avrà pesanti conseguenze non solo per la Siria, ma per tutta la regione.

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