Futures: cala la speculazione, buoni ricavi per lo zucchero

I guadagni conseguiti dallo zucchero a New York sono il risultato principale della minore speculazione che sta regnando nella piazza americana; la robusta domanda che ha accompagnato la commodity ha influito notevolmente in questo senso, mentre cacao e caffè non sono riusciti a ripetere la stessa performance. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il dolce alimento ha perso ben 9,3 punti percentuali nel corso della giornata di ieri, dopo che le vendite automatiche programmate dal computer avevano accentuato ancora di più il declino. I prezzi, comunque, sono più che raddoppiati dalla fine del mese di maggio e ciò lo si deve soprattutto ai cattivi raccolti e alle avverse condizioni climatiche.

Banca Generali: raccolta gennaio 2011 positiva

E’ iniziato nel migliore dei modi il 2011 per Banca Generali, società quotata in Borsa a Piazza Affari. La raccolta netta gestita, nello scorso mese di gennaio, si è infatti attestata a 145 milioni di euro a fronte di una raccolta netta totale a 106 milioni di euro; il tutto a fronte della crescita di “BG Selection” che solo a gennaio ha fatto registrare una crescita della raccolta pari a ben 126 milioni di euro. Nel dettaglio, sul totale di raccolta netta totale pari a 106 milioni di euro, 35 milioni di euro hanno riguardato Banca Generali Private Banking, mentre i restanti 71 milioni di euro sono stati realizzati dalla rete di Banca Generali. I dati dello scorso mese di gennaio, in accordo con quanto messo in risalto da Banca Generali con un comunicato ufficiale, confermano il trend di crescita che la società quotata in Borsa a Piazza Affari ha fatto registrare nell’intero 2010 grazie soprattutto al grande successo conseguito sia proprio da BG Selection, sia dai prodotti assicurativi; intanto, la società rileva un progressivo switch dal risparmio amministrato, con -39 milioni di euro nello scorso mese di gennaio 2011, verso il risparmio gestito.

Gabetti Property Solutions: aumento di capitale sottoscritto al 73,3%

Si è chiusa con il 73,3% di adesioni l’offerta in opzione agli azionisti nell’ambito dell’aumento di capitale di Gabetti Property Solutions. A darne notizia nella giornata di ieri, venerdì 4 febbraio 2011, è stata la società quotata in Borsa a Piazza Affari, ed operante nel settore immobiliare, nel precisare come, a sensi del Codice Civile, i diritti di opzione non esercitati, che sono pari a numero 31.565.538, saranno riofferti in Borsa a partire dalla seduta del 9 febbraio 2011. In ogni caso, la società con una nota ufficiale emessa ieri ha precisato come l’aumento di capitale, pari a complessivi 25 milioni di euro, risulterà integralmente sottoscritto in quanto le azioni corrispondenti ad eventuali diritti non esercitati saranno sottoscritte, in base agli impegni assunti, dalle banche nonché dagli azionisti Acosta S.r.l., Gian Luigi Croce e Marcegaglia S.p.A.. L’operazione di aumento del capitale sociale di Gabetti Property Solutions, lo ricordiamo, fa seguito a quanto deliberato nel novembre scorso dal Consiglio di Amministrazione della società, e successivamente in data 12 gennaio 2011 da parte dell’Assemblea degli Azionisti riunitasi in sede Straordinaria.

Il rialzo della rupia indonesiana fa avanzare i bond decennali

La sorprendente ascesa della rupia indonesiana non se l’aspettava nessuno, nemmeno lo stesso governo della nazione asiatica: il rialzo della valuta in questione, giunta fino al proprio livello massimo delle ultime quattro settimane, è comunque il risultato dei nuovi tassi di interesse adottati dalla banca centrale di Giacarta, aumentati per la prima volta in più di due anni per tentare di contenere l’inflazione. Tali eventi, inoltre, hanno agevolato i bond decennali del paese. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre sottolineare come gli interessi sopracitati siano giunti fino al 6,75%, ma siamo ancora ben lontani dall’ottenere dei prezzi al consumo più bassi, dato che gli ultimi dati parlavano espressamente di un’inflazione superiore ai sette punti percentuali per la maggiore economica dell’intero Sudest asiatico.

Highland Capital, si prospetta la vendita di prestiti obbligazionari

Highland Capital Management, la compagnia texana attiva soprattutto nella gestione dei debiti e degli assets alternativi (l’ammontare attuale è pari a ventidue miliardi di dollari), è pronta a cedere i propri finanziamenti a fondo perduto: l’indiscrezione giunge direttamente da cinque persone, le quali hanno dato per certo l’avvio delle discussioni. Come verrà a strutturarsi di preciso questa vendita? Anzitutto, bisogna precisare che la banca francese Natixis avrà il compito di curare la gestione dell’intera transazione, anche se per il momento Stefan Prelog, uno dei portavoce della società di Dallas, ha preferito non commentare alcuna notizia. Entrando maggiormente nel dettaglio, poi, c’è da dire che Highland ha sostanzialmente rinsaldato quattro prestiti obbligazionari, i quali già beneficiavano del rating di Standard & Poor’s nel Vecchio Continente; secondo Gordon Wright, direttore del credito strutturato presso la stessa agenzia americana, si è partiti da una base di circa 2,46 miliardi di euro, per poi salire verso l’alto.

Italcementi: fatturato 2010 in moderata discesa

Si è chiuso in moderato calo, dal fronte dei ricavi, il 2010 per il Gruppo Italcementi. Il Consiglio di Amministrazione della società quotata in Borsa a Piazza Affari, riunitosi nella giornata di ieri, ha infatti esaminato i dati preliminari al 31 dicembre del 2010, caratterizzati da una contrazione del fatturato del 4,3% a 4.790,9 milioni di euro; in termini di volumi venduti, il 2010 per il Gruppo Italcementi si chiude con 11,4 milioni di metri cubi di calcestruzzo, 36,7 milioni di tonnellate di inerti, e 54,4 milioni di tonnellate di cemento vendute. In particolare, anno su anno, le vendite consolidate di cemento e clinker sono scese del 2,4% segnando una contrazione decisamente più modesta rispetto al -11,1% con cui era stato archiviato l’anno 2009. Luce verde invece per le vendite di calcestruzzo con un +1,4%, sempre anno su anno, mentre le vendite nel settore degli inerti si sono contratte del 6%.

Fondi Comuni: raccolta gennaio 2011 in calo

Si è chiusa con il segno meno in Italia la raccolta, nello scorso mese di gennaio, per i Fondi Comuni di Investimento italiani ed esteri. A comunicarlo, nel consueto Rapporto preliminare mensile, è stata Assogestioni nel far presente come le scelte dei risparmiatori, sul gestito, lo scorso mese siano andate a favore dei Fondi Azionari unitamente a quelli Flessibili e Bilanciati. Nel dettaglio, a fronte di un dato complessivo negativo per 3,7 miliardi di euro, le tre categorie di Fondi sopra citate hanno raccolto ben 1,2 miliardi di euro; al 31 gennaio scorso, stando a dati preliminari, gli asset complessivi gestiti dall’industria dei Fondi ammontano in totale a 446 miliardi di euro.

M&G Investments: esordio per il fondo collegato all’inflazione

Ampia protezione per chi focalizza il proprio portafoglio sul reddito fisso e rendimenti interessanti che vanno al di là del tasso di inflazione del continente europeo: sono queste le due caratteristiche principali che risaltano maggiormente nel nuovo fondo obbligazionario emesso da M&G Investments, un lancio che può considerarsi storico, visto che è la prima volta che la società britannica si lancia in questo tipo di strumento. Di cosa si tratta esattamente? Il fondo obbligazionario corporate inflation-linked è stato pensato appositamente per gli investitori privati del nostro paese; in effetti, osservando con attenzione l’andamento dei prezzi al consumo, è possibile investire in una serie interessante di titoli a reddito fisso, non solo i bond inflation-linked, ma anche quelli a tasso variabile e gli strumenti derivati per i quali valgono le stesse condizioni che sono state appena elencate.

Verizon autorizza il buy-back di cento milioni di azioni

Verizon Communications, uno dei più importanti fornitori di banda larga all’interno degli Stati Uniti, ha annunciato l’autorizzazione al buy-back (riacquisto di azioni proprie) di più di cento milioni di titoli: questa operazione finanziaria dovrebbe consentire alla compagnia newyorkese di restituire denaro cash agli investitori, soprattutto alla luce della forte domanda di smartphone che ha fatto lievitare i guadagni. Un simile riacquisto dell’ammontare totale vuole sottintendere una quota del 3,6% per quel che concerne le azioni che non sono state ancora pagate e verrà a costare circa 3,62 miliardi di dollari, con il prezzo di chiusura di ieri come principale riferimento.

Uni Land e House Building: CdA convocati con urgenza

Uni Land, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel settore delle rinnovabili, facendo seguito ad una richiesta formulata dalla Consob, ha reso noto che è stato convocato con urgenza in data odierna, giovedì 3 febbraio 2011, con inizio alle ore 17, un Consiglio di Amministrazione a seguito di quanto disposto dal GIP del Tribunale di Bologna a carico di alcuni sindaci ed amministratori, dell’investor relator e del direttore generale. Allo stesso modo, a seguito di quanto disposto dal GIP del Tribunale di Bologna, è stato altresì convocato, con inizio alle ore 16 di oggi, un Consiglio di Amministrazione della controllata House Building. All’ordine del giorno per entrambe le società c’è l’esame della consistenza dei fatti che risultano essere oggetto di indagine unitamente alla valutazione e all’adozione di ogni provvedimento necessario ed opportuno, per Uni Land e per House Building, affinché possa essere garantita l’operatività delle due aziende e delle società controllate.

Banca MPS: terzo collocamento OBG

Nell’ambito di un programma di emissione da dieci miliardi di euro annunciato alla comunità finanziaria nel mese di giugno dello scorso anno, il Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena ha perfezionato con successo nella giornata di ieri, mercoledì 2 febbraio 2011, il collocamento, il terzo, di OBG, obbligazioni bancarie garantite, per un controvalore pari ad un miliardo di euro. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stato proprio il Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena nel precisare come il programma di emissione risulti essere assistito da mutui residenziali di MPS. Le OBG collocate ieri, riservate non al mercato retail, ma agli intermediari finanziari ed agli investitori qualificati, hanno una scadenza pari a sette anni e pagano un interesse a tasso fisso; nel dettaglio, i titoli pagano una cedola annua facciale al 5% a fronte di un rendimento del 5.056% corrispondente al tasso di riferimento, il mid-swap a sette anni, più uno spread pari a 185 punti base.

London Metal Exchange: il rame fa ben sperare per una ripresa

Le ultime performance del rame presso il London Metal Exchange non sono certo state tra le più brillanti nel comparto dei metalli: le quotazioni risultano ancora troppo base e i segni di debolezza si sono manifestati soprattutto nella difficoltà di riuscire a chiudere a 9.700 dollari la tonnellata. Nonostante queste continue e pericolose oscillazioni, però, il rosso metallo sta facendo ben sperare per una sua risalita a breve, tanto che c’è chi è pronto a scommettere su soglie molto superiori rispetto a quelle attuali. Tra l’altro, la piazza britannica è caratterizzata per delle numerose vendite di liquidazione, eventi che provocano di solito delle discese di prezzo di non poco conto.

Unicredit lancia titoli obbligazionari garantiti a dodici anni

Sono passati ormai due giorni da quando Unicredit ha provveduto a lanciare una nuova emissione di tipo benchmark: per la precisione, si tratta di titoli obbligazionari che beneficiano di una scadenza a dodici anni e che ammontano a circa 1,25 miliardi di euro. Gli investitori finanziari non si sono certo fatti pregare in tal senso e gli ordini in questione hanno addirittura superato i quattro miliardi, a conferma della fiducia mostrata nei confronti di Piazza Cordusio, la quale ha puntato su una vasta diversificazione dal punto di vista geografico. Crédit Agricole, Bnp Paribas, Ubs e Royal Bank of Scotland sono i quattro istituti di credito che si occuperanno nello specifico della gestione degli strumenti, che hanno interessato anche molte banche e assicurazioni.

Astaldi: commessa per estensione metropolitana Milano

La società di progetto Metro 5 S.p.A., di cui fanno parte Astaldi S.p.A. e, tra gli altri, anche le società di Finmeccanica Ansaldo Breda e Ansaldo STS, ha stipulato un contratto, avente un controvalore pari a 872 milioni di euro, per l’estensione della “M5“, la nuova linea della metropolitana di Milano. A darne notizia con un comunicato congiunto sono state in data odierna le due società quotate in Borsa a Piazza Affari Astaldi e Ansaldo STS, sottolineando come il contratto sia stato sottoscritto con il Comune di Milano; trattasi di un’opera che prevede il prolungamento della linea M5 della metropolitana di Milano fino allo stadio di San Siro. Il controvalore della commessa che, come sopra citato, è pari a 872 milioni di euro, comprende sia la progettazione, sia la realizzazione delle opere tecnologiche e di quelle civili a fronte di finanziamenti che giungono in parte dal Comune di Milano e dai privati, ed in parte dal Ministero delle Infrastrutture in base ad una delibera del CIPE del mese di novembre del 2009.