General Mills Incorporated ha emesso ben un miliardo di dollari in titoli obbligazionari, una operazione che si è resa necessaria dopo che le vendite americane di bond sono risultate in eccesso nel corso di questo 2011 per la quarta settimana consecutiva: c’è dunque una forte richiesta di tali strumenti da parte degli investitori alla base della decisione del colosso alimentare, celebre soprattutto per la produzione dei cereali Cheerios e dello yogurt Yoplait. In pratica, il gruppo di Golden Valley (città statunitense del Minnesota) ha lanciato sul mercato a stelle e strisce dei prodotti decennali (la scadenza è stata fissata a dicembre del 2021) e con un rendimento pari a 3,15 punti percentuali, 125 punti base al di sopra della medesima scadenza temporale relativa al Tesoro.
Morgan Stanley contro l’Eurozona: ma siamo davvero in pericolo?
Ogni scusa sembra buona per dare contro all’Europa in ogni occasione; prima Grecia e Spagna nel mirino, poi l’Italia e da qualche giorno girano brutte voci anche per Francia e Germania. Ma si tratta di un effetto domino, oppure il problema è un’altro? La crisi che ha investito gli Stati Uniti ha messo in discussione tutto il sistema del credito minando la credibilità delle banche d’affari e degli istituti principali. Quello che le agenzie di rating e le stesse banche d’affari stanno facendo in questa nuova fase di crisi è spostare l’attenzione costantemente sul Vecchio Continente; non si sente mai parlare infatti delle responsabilità a lungo termine della crisi del debito USA ma sempre e solo di probabili Paesi Europei che potrebbero saltare da un momento all’altro, che sono in crisi, ecc.
Etf ed Asia, un rapporto destinato a cementarsi
Gli assets finanziari relativi agli Exchange Traded Fund collegati alle principali commodities potrebbero anche triplicare in Asia nel corso dei prossimi anni: l’arco temporale preso come riferimento dagli indici di Standard & Poor’s per questa rilevazione è compreso tra i cinque e i sette anni ed è davvero molto promettente. Nel dettaglio, gli assets stessi sono destinati a crescere di circa dieci miliardi di dollari nella regione dell’Asia-Pacifico, mentre attualmente il totale in questione è fermo a 3,5 miliardi, un progresso piuttosto evidente. Come mai si fa così tanto affidamento sulle materie prime? Le ultime statistiche, relative al terzo trimestre del 2011, parlavano di un vero e proprio record, vale a dire 178,2 miliardi di dollari, a causa soprattutto della forte domanda di oro, seguita a ruota dal comparto energetico e da quello agricolo, come messo in luce dalla compagnia Etf Securities Llc lo scorso 28 ottobre.
Argento: la nuova scommessa per il 2012 dopo l’Oro
Se l’oro ha fatto sognare gli investitori durante l’anno corrente (anche se effettivamente sono almeno 10 anni che sale regolarmente ma, forse a causa della crisi, oggi fa’ più notizia del solito) nel 2012 su cosa bisogna puntare nel mercato dei Preziosi? Secondo Thomson Reuters GFMS, non ci sono dubbi: nel 2012 bisognerà puntare sul Silver (l’Argento) che promette scintille.
Effettivamente guardando i grafici anche il Silver sale da circa 10 anni con costanza e se non fosse per il cambio di direzione della seconda metà del 2011 il grafico sarebbe praticamente sovrapponibile a quello dell’Oro sia per tempi che per estensioni. La divergenza, che in ambito tecnico viene considerata moltissimo sui mercati correlati come questi due, potrebbe avere diversi sviluppi ovviamente ed i livelli di interesse che verranno toccati confermeranno una previsione piuttosto che l’altra nel medio-lungo periodo.
Nigeria, undicesima asta annuale per i bond sovrani
Il governo nigeriano ha lanciato sul mercato titoli obbligazionari decennali per un importo complessivo di 65 miliardi di naira (circa 405 milioni di dollari): i titoli in questione, il cui rendimento è stato fissato nella misura di 150 punti base oltre quello della precedente asta di ottobre, rappresentano il prodotto della undicesima asta annuale del paese africano, anche se in questo caso, volendo essere ancora più precisi, si tratta di riaperture di precedenti emissioni con varie scadenze (in particolare il 2018 e il 2019). C’è comunque da precisare che la Nigeria emette mensilmente proprio questi bond sovrani, una operazione finanziaria che ormai si è resa necessaria per sostenere adeguatamente il mercato locale dei bond, ma anche per creare un sottostante per le quotazioni societarie e finanziare il deficit di bilancio.
Juventus FC: approvato il prospetto informativo dell’offerta in opzione
Per la Juventus Football Club spa è già tempo di chiudere il primo trimestre relativo all’esercizio 2011-2012: il club di Torino ha fatto registrare dei ricavi molto vicini ai 34 milioni di euro nel periodo in questione, un dato che risulta però essere in calo di ben trentuno punti percentuali rispetto a un anno prima (48,8 milioni per la precisione). Lo stesso discorso negativo vale anche per il risultato operativo, il quale ha fatto segnare un declino di ben il 40%. Che cosa ha provocato questi “rossi” di bilancio? La variazione negativa è stata pari a 7,6 milioni di euro ed è stata provocata principalmente dagli scarsi risultati sportivi dello scorso campionato: la squadra è infatti giunta settima in campionato, fuori da qualsiasi competizione europea e quindi con meno gare da disputare nel corso del periodo di riferimento.
Spread in calo, ma la situazione resta pericolosa
Che lo spread sia sceso di qualche punto mentre l’azionario saliva questa mattina non vuol dire assolutamente nulla; facendo un passo indietro sul grafico di medio periodo torniamo direttamente a Giugno e guardiamo il livello di allora per capire la situazione attuale.
Lo spread Btp-Bund è oscillato tra 120 e 200 punti da circa 4 anni a questa parte e pertanto questo range di valori possono essere considerati “la normalità” per quanto riguarda i titoli di Stato italiani. Da Giugno scorso però è iniziato l’uptrend sul grafico che ha portato al raddoppio dei punti di differenza con top assoluto raggiunto pochi giorni fa’ oltre quota 560.
Quando si dice quindi che lo spread Btp-Bund è sceso portandosi vicino a 500 punti, in realtà adesso sappiamo che non vuole dire praticamente nulla nella situazione attuale visto che il problema non sono i 50 punti di troppo che possono riportare il Paese tra quelli a basso rischio.
Borsa Italiana: delisting per tre fondi di Etf Securities
Il delisting, vale a dire la revoca di una determinata società dalle negoziazioni finanziarie, è prevista nel nostro paese quando vengono meno i requisiti necessari per quel che concerne la permanenza sul listino, o anche quando la stessa compagnia richiede in maniera volontaria questo provvedimento: ebbene, un comunicato di cinque giorni fa di Borsa Italiana ha messo in luce proprio una situazione simile, con la richiesta di liquidazione di tre Exchange Traded Fund e il conseguente delisting. Nello specifico, si tratta di prodotti che fanno capo alla società Stoxx, più precisamente il Basic Resources Fund (il codice Isin è IE00B3CNH733), dell’Oil & Gas Fund (IE00B3CNH840) e dell’Utilities Fund (IE00B3CNH956).
Pimco, rendimento assoluto e diversificazione col nuovo fondo
Pimco Gis Credit Absolute Return: si chiama così il fondo comune di investimento messo a disposizione dall’omonima compagnia americana, la Pacific Investment Management Company Llc, un prodotto che è stato progettato e strutturato in modo da venire incontro alle esigenze di quei soggetti che non vogliono essere in alcun modo vincolati da nessun tipo di indice. In effetti, tale strumento è capace di diversificare al massimo le strategie finanziarie, focalizzando l’attenzione su un ritorno economico assoluto, così come suggerisce anche la stessa denominazione.
Crisi Italia: il Mib recupera terreno
Brusca inversione a Piazza Affari e per una volta in meglio; anche se l’abitudine è quella di correre ai ripari quando le giornate aprono in gap-down come oggi, una volta tanto siamo felici di essere smentiti dal Mercato che sconta le buone sulle vendite al dettaglio ed in una sola ora recupera circa 500 punti sul Mib invertendo la situazione negativa di buona parte delle blue-chips.
Il movimento rialzista veloce non sembra però destinato a durare, almeno non senza il supporto di Wall Street che continua a mostrare debolezza dopo l’open di Venerdì scorso decisamente sopra le righe; l’indice USA è infatti in difficoltà e la paura della recessione frena tutte le buone notizie costringendo a riflessioni di lungo periodo sul futuro del mondo finanziario. I problemi dell’Eurozona, tra cui la differenza sostanziale presente tra i diversi stati membri dell’UE, frenano i mercati con l’Italia che resta la sorvegliata speciale.
Indonesia, buon andamento per i sukuk a sette anni
L’Indonesia ha provveduto a vendere un miliardo di dollari in bond islamici, con un rendimento complessivo (4%) che rappresenta il 50% di quello fissato nel 2009, quando vi fu il debutto assoluto nel mondo dei sukuk: inoltre, questi prodotti beneficiano di un tasso di due punti percentuali inferiore a quello dei nostri titoli di Stato, dunque potrebbe rappresentare un ottimo supporto per gli investimenti della nazione asiatica. La scadenza che è stata scelta in questo caso è quella a sette anni, quindi gli strumenti in questione giungeranno a maturazione nel 2018. La quotazione di due anni fa, invece, venne caratterizzata da un importo complessivo di 650 milioni di dollari, una scadenza inferiore (cinque anni) e un ritorno economico pari all’8,8%.
Semi di soia, futures a rischio a causa dell’import cinese
I prezzi dei semi di soia potrebbero continuare a scendere ulteriormente a causa dell’aumento di offerta da parte dei paesi sudamericani: inoltre, bisogna anche considerare che la crescita della domanda proveniente dalla Cina, grande consumatrice in tal senso, è destinata a rallentare. La quota in questione è scesa al di sotto di 11,50 dollari il bushel, anche se si tratta di un prezzo relativamente alto e in grado di sostenere molti interessi. Ma occorre esaminare più a fondo l’andamento della commodity in questione presso il Chicago Board of Trade. In effetti, il calo di prezzi nel corso di questo 2011 è stato pari a sedici punti percentuali, sulla scorta dei raccolti argentini e brasiliani, maggiori produttori in assoluto dopo gli Stati Uniti.
Macquarie: previsto per domani il lancio delle Obbligazioni Butterfly
Macquarie Structured Securities, società che fa parte dell’omonimo gruppo finanziario australiano, sta potenziando con convinzione la propria presenza nel nostro paese: la giornata di domani di Borsa Italiana sarà caratterizzata infatti anche dall’emissione delle cosiddette “Obbligazioni Butterfly”, titoli che verranno negoziati appunto presso il mercato telematico dei bond, il cosiddetto Mot. Quali sono le caratteristiche salienti di tale prodotto? Anzitutto, c’è da dire che la modalità di negoziazione sarà quella del “tel quel” (termine con cui solitamente si indica proprio il prezzo dell’obbligazione), mentre i bond che verranno messi in circolazione saranno ventimila, con un valore nominale unitario di mille euro.
Le soluzioni per investire nelle valute straniere
Quando si parla di Forex, ovvero del mercato dei cambi valutari, spesso l’investitore si trova disorientato: i sentimenti che si provano sono sostanzialmente due, l’attrazione per i possibili guadagni, ma anche la confusione nello scegliere la modalità di investimento più conveniente e sicura. In pratica, si va a scommettere sui movimenti delle divise internazionali, i cambi tra le stesse e il puntare su una piuttosto che su un’altra può fare la fortuna dei trader coinvolti. Quali sono i metodi più adatti per puntare su un settore di questo tipo. Si può cominciare anzitutto con gli Exchange Traded Fund e gli Exchange Traded Notes. I fondi in questione sono piuttosto simili per quel che concerne le loro caratteristiche, ma comunque il loro acquisto e la loro vendita consente di focalizzarsi in maniera perfetta su tale segmento.