Causa al Nasdaq per IPO di Facebook

Durante il collocamento più importante dell’anno il Nasdaq ha avuto problemi tecnici che hanno fermato o reso difficili le contrattazioni per almeno mezz’ora (anche se qualcuno sostiene che anche durante la giornata i problemi si siano ripresentati). Con un po’ di ritardo, gli investitori colpiti dall’IPO più fallimentare che il Nasdaq ricordi alzano la voce, dopo essersi ripresi dallo shock.

L’avvio in borsa del social network più famoso del mondo ha visto una buona mezz’ora di problemi tecnici che, secondo Philip Goldberg, sono costati parecchi soldi agli investitori. Philip è il primo investitore che ha fatto causa ufficialmente al Nasdaq per i problemi sugli inserimenti degli ordini. Secondo quanto presentato al tribunale di Manhattan, l’investitore del Maryland avrebbe tentato più volte invano di cancellare degli ordini, che poi sono stati probabilmente eseguiti ed hanno portato un disagio economico, visto l’andamento controverso del valore delle azioni sul mercato.

Germania colloca Bund Maggio 2012 a tasso zero

Siamo ormai prossimi al paradosso e quello che viene considerato un motivo di vanto potrebbe velocemente trasformarsi in un problema serio; il nuovo collocamento dei titoli di Stato tedeschi a due anni “Schatz” ha visto un rendimento pari allo 0,07% per una raccolta complessiva di 4,555 miliardi di euro. L’alta domanda è ancora una volta una chiara indicazione che arriva dal mercato dei titoli di Stato; la Germania è ancora considerata un porto sicuro per i capitali e gli investitori, pur di dirottare il proprio denaro verso lo Stato Federale Tedesco, sono disposti ad accettare rendimenti a dir poco imbarazzanti.

Quale che sia la causa di tanta sfiducia verso il resto dell’Europa, siamo vicini ad un paradosso; con situazioni in ripresa e di stabilità (tutte, tranne Grecia e Spagna) e rendimenti a dir poco vantaggiosi, perchè gli investitori continuano a puntare sulla Germania, che non ha poi una situazione così diversa da Italia e Francia? 

Futures: il punto su mais, semi di soia e carne bovina

Una breve panoramica sulle contrattazioni dei futures che si sono concluse ieri negli Stati Uniti ci può aiutare a comprendere le performance delle principali commodities. Ad esempio, gli strumenti collegati all’andamento del mais si sono caratterizzate per ribassi compresi tra i tre e gli undici centesimi di dollaro, a causa dell’influenza negativa subita dal mercato del grano. In particolare, le spedizioni del prossimo mese di luglio, lo strumento attualmente più attivo, sono quelle che hanno fatto registrare i cali più evidenti. La crescita del dollaro e le vendite commerciali hanno provocato questa depressione nei prezzi del mercato di riferimento.

L’inflazione fa aumentare il rendimento dei bond peruviani

I titoli obbligazionari del Perù sono crollati in maniera evidente, provocando un aumento dei relativi rendimenti fino a picchi che non venivano registrati da almeno tre settimane: si tratta di una conseguenza chiara della speculazione che sta coinvolgendo il paese andino e soprattutto il suo obiettivo di inflazione, visto che la banca centrale è intenzionata ad aumentare i tassi di interesse. Volendo essere più precisi, c’è da dire che il ritorno economico che fa riferimento al benchmark della nazione è ormai giunto a 7,84 punti percentuali. Si sta parlando, nello specifico, di titoli in scadenza nel 2020 e che sono denominati nella valuta locale, il nuevo sol peruviano: l’aumento è stato quantificato in due punti base (+0,02%).

Facebook vittima della speculazione?

Quella che doveva essere l’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nel più controverso collocamento della storia di Wall Street. Tanta pubblicità è stata fatta fino alla vigilia dell’avvio degli scambi e quasi sempre si sono raccolte opinioni positive sull’eventuale prospettiva rialzista del social network più famoso ed importante del mondo.

Poi arriva il giorno; quel 18 maggio in cui il Nasdaq ha aperto sulla campanella suonata da Mark in persona con mezz’ora di ritardo, per problemi tecnici. All’inizio, come era stato previsto, l’euforia ha il sopravvento ed in pochi scambi il guadagno diventa enorme. Oltre il 13% sul già eccessivo prezzo di collocamento nelle prime ore, poi cambia il vento. Le vendite rischiano di far crollare il prezzo delle azioni sotto il valore di collocamento, ed anche se a fine giornata questo non si verifica il destino è solamente rimandato.

I due nuovi certificati di Barclays Bank

La gamma di certificati di investimento di Barclays si amplia ulteriormente: l’istituto di credito britannico sta infatti mettendo a disposizione due strumenti di questo tipo che prendono spunto dalle performance di indici azionari molto famosi, l’europeo Eurostoxx 50 e lo statunitense S&P500. Nel dettaglio si tratta dei prodotti che sono denominati “Target Certificate su Eurostoxx 50” e S&P500” e di “Barclays Target 9,2% BancoPosta”. Come si può evincere piuttosto facilmente dal secondo nome, sono state le Poste Italiane a distribuire il certificato, visto che la sottoscrizione può avvenire in maniera diretta attraverso la piattaforma di trading che viene consentita da BancoPosta.

I record del 2011 della finanza islamica

Le quotazioni di sukuk nel corso del 2011 hanno battuto un record davvero importante, 85 miliardi di dollari per la precisione: si tratta di un valore 2,5 volte superiore a quello precedente la crisi finanziaria, più precisamente il livello che era stato raggiunto nel corso del 2007. Questo aumento così evidente indica in maniera chiara come i mercati islamici del capitale siano tornati prepotentemente in gioco. Come hanno spiegato, inoltre, diversi analisti, i mercati convenzionali del debito dello scorso anno sono stati caratterizzati da 5,4 trilioni di dollari emessi dai soli Stati Uniti, mentre il comparto dei sukuk è stato dominato in lungo e in largo dalla Malesia. Questo vuol dire che gli investimenti islamici hanno raggiunto dei buoni livelli, ma ovviamente mettere a confronto il tutto con i prodotti tradizionali è ancora prematuro.

Previsioni Natural Gas Maggio 2012

I derivati sul Gas Naturale stanno lentamente riacquistando una buona parte degli investitori persi con il crollo iniziato nel 2008. Dal top relativo segnato in quell’anno prossimo a quota 18 sul grafico rettificato la discesa è stata netta ed ha portato il future a sfiorare quota 2 proprio nel 2012, aggiornando al ribasso il bottom relativo di settembre 2009.

Quali sono le aspettative di breve termine dopo il rimbalzo? Nel breve sicuramente gli analisti attendono un ritracciamento che possa confermare poi la tendenza rialzista avviata dal bottom di Aprile scorso di poco sotto quota due. Il ritracciamento ha come supporto estremo il 50% del rialzo registrato fin’ora che attualmente equivale a circa 2.32. Il valore è destinato ad essere aggiornato non tanto dal proseguo della salita ma più che altro dalla volatilità attesa.

Flop Facebook -8,4% a Wall Street

Un disastro. La stampa specializzata cerca di spiegare il crollo a Wall Street di Facebook ma nella realtà dei fatti non vi sono scuse per quella che dall’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nella più grande delusione del 2012.

L’imprevedibilità della Borsa ha fatto si che l’Eurozona sia ancora unita nonostante da mesi si predice la sua fine, e che Facebook deludesse milioni di  investitori dopo che le previsioni parlavano di numeri da capogiro.

Il collocamento ha deluso fin dall’inizio; le contrattazioni al Nasdaq nel giorno dell’IPO sono iniziate con un ritardo di 30 minuti per problemi tecnici (secondo la stampa) e dopo un’avvio guidato dalla speculazione che ha fatto guadagnare a Facebook un 13% praticamente immediato, è iniziata la discesa, fermata solo dal massiccio intervento da parte delle banche che hanno sottoscritto il collocamento.

Facebook delude in Borsa?

Il mercato ci ha abituato negli ultimi tempi a sorprese e dati contrastanti; si prenda per esempio le emissioni di titoli di Stato in Italia ed in Spagna, dove una buona domanda non riesce più a far scendere i rendimenti come succedeva fino a pochi mesi fa’, ed un buon collocamento non risolve la giornata sul mercato azionario.

Allo stesso modo oltre oceano ci sono sorprese, anche se di diversa entità; l’IPO di Facebook ha lasciato l’amaro in bocca in una buona fetta di investitori, non tanto per l’apertura ritardata delle contrattazioni (per motivi tecnici, secondo la stampa specializzata) quanto per l’andamento delle azioni deludente sotto certi aspetti.

Dopo il collocamento delle azioni di Facebook sul Nasdaq al prezzo di 38 dollari l’una, le contrattazioni hanno spinto al rialzo il prezzo fino a superare il 13% di guadagno in pochissimo tempo. Qualcosa poi è andato storto, secondo la stampa; il prezzo è crollato ritornando in prossimità del valore iniziale, andando poi a chiudere la giornata con un misero rincaro di 0.23 dollari per azione.

Futures sulla gomma in rialzo grazie alla crescita cinese

La gomma è riuscita a guadagnare il suo livello massimo degli ultimi quattro mesi: la commodity in questione ha beneficiato soprattutto dell’ottimismo relativo alla Cina, visto che l’ex Impero Celeste dovrebbe ulteriormente potenziare la propria crescita economica, migliorando al tempo stesso la domanda di diversi beni. Entrando maggiormente nel dettaglio, i contratti futures in questione, più precisamente le spedizioni del prossimo mese di ottobre sono cresciute di oltre 3,7 punti percentuali, il rialzo più consistente dallo scorso 17 gennaio. In questo modo, il valore complessivo si è attestato attorno ai 280 yen il chilogrammo (3,531 dollari la tonnellata se si vuole effettuare un raffronto) presso il Tokyo Commodity Exchange, dopo aver toccato i 278,7 yen.

La quotazione della Formula 1 a Singapore entra nel vivo

Lo Stock Exchange di Singapore ha approvato un piano della Formula Uno volto a fissare in tre miliardi di dollari l’offerta pubblica iniziale nella stessa città-stato asiatica: le persone che hanno fornito questa indiscrezione hanno chiesto espressamente di non essere identificate, dato che l’informazione risulta essere privata. I portavoce della borsa singaporegna non hanno ancora commentato la notizia in questione. Si tratta comunque di una iniziativa di un certo peso a livello finanziario, viste le masse di denaro che questo sport automobilistico riesce a spostare, con degli effetti positivi che già si possono immaginare.

I migliori mercati per puntare sugli Etf

La Russia sta letteralmente dominando il segmento dei migliori Exchange Traded Fund di questo 2012: i due strumenti più significativi da questo punto di vista sono senza dubbio il prodotto messo a disposizione dalla celebre emittente francese Lyxor, oltre al Db X-Trackers Msci Russia Capped. Volendo essere ancora più precisi, il fondo che viene messo a disposizione dalla società transalpina presenta il vantaggio della misurazione, dato che sono presi in esame gli andamenti di dieci titoli della nazione dell’Europa orientale, nello specifico quelli di aziende che presentano la migliore capitalizzazione e liquidità. L’altro Etf, invece, è sostanzialmente ponderato in base alla capitalizzazione di mercato e si compone di quei titoli che sono parte integrante dello Standard, indice russo di primo livello e per questo molto importante.

Risparmio gestito: ottime performance per Poste e Arca Sgr

La raccolta del risparmio gestito nei primi tre mesi di questo anno ha messo in evidenza dei dati e dei protagonisti ben precisi: l’analisi in questione, infatti, ha consentito di comprendere come una delle migliori performance sia senza dubbio quella di Poste Italiane, la quale è stata in grado di raggranellare risorse finanziarie fino a un totale di ben tredici miliardi di euro. La stima in questione risulta essere più comprensibile se si ricorda che le gestioni separate del ramo Vita sono rientrate alla base, dato che fino a poco tempo fa queste stesse attività facevano capo alla banca svizzera Crédit Suisse (non è casuale nemmeno che il gruppo elvetico abbia fatto segnare un calo di dodici miliardi in tal senso). Il secondo miglior andamento del comparto è quello di una celebre società di gestione del risparmio, Arca.