Dove investono i “paperoni” italiani

L’incertezza che regna sul futuro della zona euro sta spingendo la maggior parte degli investitori italiani più facoltosi a prendere in considerazione la diversificazione del proprio portafoglio con investimenti alternativi all’euro, ma anche ad incrementare la componente assicurativa. L’interesse dei “paperoni” per le polizze assicurative viene confermato anche dall’Associazione private banking italiana: nel 2007, cioè prima che scoppiasse la tempesta sui mercati finanziari, la quota era inferiore al 7%, mentre a fino 2011 aveva toccato il 9,6%.

Titoli di stato danesi con rendimenti negativi

I paesi dell’Europa del Nord stanno consolidando il loro status di porti sicuri in questa difficile fase storica per il vecchio continente, alle prese con una grave crisi dell’unione monetaria stronge dei debiti sovrani della periferia. Nonostante l’accordo raggiunto venerdì scorso a Bruxelles dal Consiglio europeo sulle misure salva-euro e sullo scudo anti-spread, gli investitori restano molto prudenti sul rischio-euro e preferiscono ancora acquistare titoli di stato dei paesi nordici con rating elevato e finanze pubbliche in ordine. Il rovescio della medaglia, però, sta nello spuntare rendimenti netti negativi.

Portafoglio con titoli in valute estere

La crisi dell’euro ha da tempo spinto molti investitori a puntare sue aree geografiche diverse. L’azionario è senza dubbio l’asset classe più speculativa, che abbina tra l’altro anche il rischio di cambio. Così, in ottica di diversificazione del proprio portafoglio, è possibile acquistare puntare su valute straniere acquistando titoli governativi, corporate bond o emissioni di enti sovranazionali. In questo modo è possibile spuntare rendimenti allettanti, beneficiando anche di un certo grado di equilibrio tra l’aggressività e la prudenza.

Come scegliere le scadenze migliori tra Bot, Ctz e Btp

Su quali scadenze dei titoli di stato bisogna investire per restare al riparo dalle turbolenze finanziarie legate alla crisi dell’euro e dei debiti sovrani? E’ la domanda che forse molti investitori si staranno chiedendo da tempo, dopo essere stati continuamente sotto pressione negli ultimi mesi a causa dell’altalena dello spread. L’Italia sta attuando un importante processo di risanamento dei conti pubblici, anche se il rischio sovrano resta ancora elevato visto che il paese soffre una grave mancanza di crescita. Allora quali sono le migliori scadenze, a rischio nullo o molto basso, per investire in bond sovrani italiani?

Dove investono i fondi pensione europei

Secondo quanto emerge dal rapporto annuale Asset Allocation Survey European di Mercer – società internazionale di consulenza nell’investment consulting – su un campione di 1.200 fondi pensione europei con patrimonio complessivo superiore a 650 miliardi di euro, il perdurare della crisi dei debiti sovrani nel vecchio continente, l’incertezza legata al futuro dell’euro e l’aumento della volatilità sui mercati finanziari ha spinto i money manager ad incrementare il livello di diversificazione con buona propensione ad acquistare asset alternativi.

Migliori fondi di liquidità per diminuire il rischio euro

Per diminuire il rischio euro nel proprio portfolio è possibile acquistare valuta estera, direttamente o attraverso fondi di liquidità. Investire in monete estere, ovvero in valute diverse da quella in cui si realizza la normale gestione dell’economia familiare, è senza dubbio un compito molto difficile non solo per i piccoli risparmiatori ma anche per i più esperti e/o professionisti del settore. La difficoltà delle scelte in campo valutario arrivano dall’incertezza e dalla continua variabilità dei tassi di cambio. Vediamo quali sono le migliori performance a 12 mesi, superiori o vicine alla doppia cifra, dei fondi di liquidità.

Migliori investimenti ultimi 10 anni

Quali sono gli investimenti che hanno reso di più negli ultimi 10 anni? Dopo il boom degli anni ’90, il Duemila si è aperto con lo scoppio della bolla internet e solo a partire dal 2003 è avvenuta una forte ripresa dei mercati finanziari. Il decennio 2002-2012 è stato caratterizzato da una prima parte molto brillante, culminata con la crisi finanziaria del 2008 e il crack di Lehman Brothers che ha poi aperto le porte per un forte deprezzamento delle principali asset class. Da allora la volatilità è aumentata a dismisura, condizionando soprattutto l’andamento dei mercati azionari.

Documento “kiid” per i fondi comuni al debutto

A partire da oggi sarà obbligatoria l’adozione del cosiddetto kiid, ovvero l’acronimo di key investor information document, il documento che dovrà essere rilasciato a ogni investitore che acquista quote in un fondo comune di investimento. Secondo quanto affermato dagli addetti ai lavori, le case di investimento sono già pronte da tempo che perché la vigilanza italiana ha preteso l’obbligo del kiid per tutti i fondi Ucits e per quelli non armonizzati. Il kiid sostituirà il prospetto semplificato del 2002 e servirà per rendere più trasparente l’approccio pre-contrattuale nell’ambito dell’informativa da dare a ciascun cliente.

Dove investono i migliori fondi di Wall Street

In un’intervista del CorrierEconomia a due tra i migliori money manager di fondi azionari americani collocati in Italia, ovvero il Pioneer Funds US Fundamental Growth e il Janus Us Venture Fund, emerge l’allocazione tattica dei fondi di investimento che hanno battuto ripetutamente l’indice S&P500 negli ultimi due anni e mezzo. Conviene oggi investire a Wall Street? Su quali titoli o settori conviene puntare? Innanzitutto l’economia americana sta viaggiando a ritmi moderati di crescita, attualmente intorno al 2% su base annua. Il rallentamento economico è una conseguenza del processo di riduzione dell’indebitamento a seguito della crisi finanziaria del 2008.

Strategia Credit Suisse “a bilanciere” per guadagnare in borsa

Puntare sull’investimento in azioni può sembrare molto azzardato in questa particolare fase dei mercati finanziari, in quanto c’è una forte volatilità sui listini e il quadro tecnico-fondamentale è condizionato dalla crisi dei debiti sovrani e dalle difficoltà macroeconomiche globali. Secondo Andrew Garthwaite, strategist azionario di Credit Suisse, il modo migliore per affrontare le incognite dei mercati azionari europei in questo momento è la strategia “a bilanciere”. La tattica di investimento di un tipico portfolio a bilanciere è caratterizzata dalla presenza di un paniere polarizzato in cui si cerca di guadagnare dagli opposti.

Crisi settore risparmio gestito in Italia

L’ultimo studio elaborato da McKinsey sull’industria del risparmio gestito evidenzia una frenata della ripresa globale del settore dell’asset management, a causa della forte volatilità dei mercati, delle difficoltà macroeconomiche e per le continue turbolenze legate soprattutto alla crisi dei debiti sovrani europei. La redditività del settore resta la più alta tra tutti gli altri comparti finanziari: 13% contro l’8% delle assicurazioni e il 5% delle banche. Gli attivi gestiti sono però fermi ai livelli del 2007 a 38.000 miliardi di euro. In particolare, in Italia gli asset under management sono scesi dell’8% nel 2011.

Qatar vuole investire 5 miliardi in Cina

Lo stato del Qatar ha deciso di puntare forte sulla Cina ed è pronto a mettere sul piatto ben 5 miliardi di dollari, se ci sarà il beneplacito del governo di Pechino. Infatti, serivrebbe un permesso speciale in quanto la Cina non consente investimenti esteri superiori al miliardo di dollari. L’annuncio relativa alla volontà del Qatar di effettuare un così corposo investimento nell’ex Impreo Celeste arriva direttamente dalle parole di Mohamed Saleh al-Sada, ovvero il ministro dell’Energia e dell’Industria dello stato arabo. Attualmente gli investimenti in Cina sono regolati dal Qualified Foreign Institutional Investor Programme.

Svantaggi investimento BTP€i indicizzati all’inflazione

Il pericolo numero uno per l’investitore in obbligazioni è senza dubbio l’inflazione, ovvero la crescita dei prezzi nel corso del tempo. Oggi per un risparmiatore italiano difendersi dall’aumento del tasso di inflazione, che viaggia intorno al 3% su base annua, non è un compito semplice, sebbene alcuni analisti finanziari (come ad esempio quelli di Unicredit Research) stimano un forte rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo nei prossimi 12 mesi a causa dell’aggravarsi della recessione. Oggi il vero problema risiede nella mancanza di strumenti adatti per proteggersi dallo spauracchio dell’inflazione.

Bond Tunisia con garanzia USA

La Tunisia collocherà il proprio debito sul mercato americano, più di dodici mesi dopo lo scoppio della rivoluzione contro il regime di Ben Ali che poi diede il via alla “primavera araba”. Lo scorso 8 giugno il governo del paese nordafricano ha raggiunto un accordo bilaterale col governo di Washington e ne approfitterà per emettere titoli di debito fra gli investitori americani. La banca centrale tunisina punta a raccogliere tra i 400 e i 450 milioni di dollari, beneficiando della garanzia americana del valore di circa 30 milioni di dollari che, se attivata, permetterebbe di coprire tutto l’ammontare raccolto sul mercato.