Documento “kiid” per i fondi comuni al debutto

A partire da oggi sarà obbligatoria l’adozione del cosiddetto kiid, ovvero l’acronimo di key investor information document, il documento che dovrà essere rilasciato a ogni investitore che acquista quote in un fondo comune di investimento. Secondo quanto affermato dagli addetti ai lavori, le case di investimento sono già pronte da tempo che perché la vigilanza italiana ha preteso l’obbligo del kiid per tutti i fondi Ucits e per quelli non armonizzati. Il kiid sostituirà il prospetto semplificato del 2002 e servirà per rendere più trasparente l’approccio pre-contrattuale nell’ambito dell’informativa da dare a ciascun cliente.

Le condizioni da rispettare sono due: la prima riguarda un testo sintetico con tutte le informazioni rilevanti; la seconda un linguaggio chiaro e non tecnico per facilitare la comprensione del prodotto che si intende offrire. Il precedente prospetto semplificato sembra non aver dato al risparmiatore l’opportunità di ottenere informazioni in modo del tutto trasparente, anche se non possono che esserci dei dubbi anche sulla reale efficacia del kiid. Qualche passo in avanti, però, si pensa comunque possa essere compiuto.

Secondo Mauro Dognini di RcbDexia, banca depositaria per numerose Sgr, il kiid “per la sua essenzialità e standardizzazione certamente facilita la comparazione tra diversi prodotti, anche per quanto riguarda la gestione del rischio con indicatori di facile lettura”. Grazie al kiid gli investitori potranno essere incoraggiati a chiedere più informazioni al loro promotore finanziario. Per ciò che concerne la semplificazione, però, l’obiettivo dei kiid non sembra essere sempre alla portata.

In precedenza il prospetto semplificato prevedeva la compilazione di circa 30 pagine per ogni singolo prodotto, mentre ora con il kiid ci sono solo due pagine che vanno però redatte per ogni asset class e per ciascun comparto. Ciò vuol dire che se un comparto ha 100 o più asset class, l’investitore può ricevere 200 o più pagine. Inoltre, l’eccessiva semplificazione del linguaggio può rimandare il cliente direttamente alla lettura del prospetto informativo, che per molti prodotti armonizzati o esteri è in inglese.

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