L’economia americana sta fornendo buone indicazioni nelle ultime settimane, sebbene la crescita continui ad avvenire a ritmi modesti e l’occupazione resti su livelli preoccupanti. A seguito della riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca, non ci saranno cambiamenti nelle strategie di politica monetaria della Federal Reserve, che continuerà a mantenere i tassi di interesse ai minimi storici e i rendimenti di Treasury Bond su livelli molto bassi. Questo contesto dovrebbe favorire ancora per molto tempo le obbligazioni societarie americane.
Ubs punterà sul business italiano degli Etf
Ubs non si limita soltanto a consigliare azioni europee: il celebre istituto di credito svizzero è infatti pronto a buttarsi a capofitto in un’avventura che si preannuncia proficua. Il collegamento tra queste intenzioni e il nostro paese è presto detto. Nel dettaglio, la banca di Basilea e Zurigo ha deciso di sviluppare il proprio business relativo agli Exchange Traded Fund per quel che concerne l’Italia, tanto è vero che il progetto è stato fatto partire con la nomina di un responsabile per il Belpaese in relazione a tali strumenti finanziari (nello specifico si tratta di Simone Rosti).
Investire nelle borse europee a fine 2012 conviene?
Conviene investire nelle borse europee in questa parte finale del 2012? La domanda, oramai ben comune a tutti gli investitori dei mercati azionari, si è riproposta con insistenza alla chiusura della giornata di venerdì, che ha portato a termine una settimana da dimenticare per tutte le principali piazze finanziarie del vecchio Continente. Gli effetti dell’attesa per il rapporto della troika sul destino della Grecia, e la soluzione del fiscal cliff negli Stati Uniti, stanno infatti complicando – e non poco – il destino dei mercati secondari europei.
M&G scommette sulla fine dell’euro
Già alcuni mese fa il gruppo britannico M&G aveva sottolineato la propria posizione di forte scetticismo nei confronti della moneta unica europea. Ora ribadisce il concetto della propria scommessa contro l’euro, ritenendo che l’unica soluzione di lungo periodo della crisi europea è la fine dell’euro. A qualcuno potrà sembrare una provocazione, ma il gruppo M&G ha sempre dimostrato di essere profondamente critico nei confronti del progetto dell’unione monetaria europea. M&G scommette contro l’euro, mentre guarda con interesse agli Stati Uniti e pensia sia possibile una ripresa nel Regno Unito.
L’Indonesia emette il suo terzo sukuk sovrano
Il governo dell’Indonesia ha deciso di mettere a disposizione il suo terzo bond islamico: questo sukuk, il cui importo complessivo per quel che concerne l’offerta è pari a un miliardo di dollari, beneficia di una scadenza classica per il tipo di strumento di cui si sta parlando, vale a dire dieci anni, anche se a voler essere davvero precisi, bisogna sottolineare che si tratta di una porzione di un programma più ampio, il cui ammontare è almeno tre volte superiore. La scelta del governo di Giacarta conferma in maniera evidente come sia utile e conveniente investire in obbligazioni asiatiche a fine 2012.
Fiat quota europea ancora in calo
Nel corso del mese di ottobre Fiat ha immatricolato il 5,8 per cento in meno rispetto ad appena un anno fa. Complessivamente, nel corso dei primi dieci mesi del 2012 la contrazione delle immatricolazioni è stata prossima al 16 per cento, in un contesto (quello europeo) nel quale le vendite sono diminuite per il tredicesimo mese consecutivo, con meno di un milione di autovetture consegnate ai consumatori.
Sony torna dopo nove anni ai bond convertibili
Investire in Sony, se ne parlava giusto un mese e mezzo fa, ma l’argomento è ancora molto attuale: tanto è vero che il colosso nipponico dell’elettronica sta cercando di riprendersi da ben quattro anni consecutivi di perdite (sette mesi fa Sony era in perdita per 6,4 miliardi di dollari), un traguardo ambizioso che potrebbe essere raggiunto grazie alle obbligazioni convertibili. In effetti, la multinazionale di Tokyo sta pianificando nel dettaglio l’emissione di questi bond per un importo complessivo di 150 miliardi di yen (circa 2,5 miliardi di euro per la precisione).
L’aumento capitale della Cassa di Risparmio di Asti
L’ultima volta che si era parlato della Cassa di Risparmio di Asti risale allo scorso mese di settembre: in quel frangente, infatti, si fece riferimento a Monte dei Paschi e al blocco della cessione della quota in Biverbanca. Ebbene, a distanza di due mesi, oggi il consiglio di amministrazione dell’istituto di credito piemontese ha deciso di approvare in via definitiva l’aumento di capitale sociale che è stato proposto da tempo, vale a dire a titolo gratuito e anche a pagamento. Nello specifico, l’ammontare complessivo che è stato garantito in tal caso è pari a settanta milioni di euro, come si era venuto a sapere ad inizio agosto. Procediamo con ordine.
Anche in Europa si potrà scommettere sui mutui immobiliari USA
Poco meno di un mese fa avevamo già parlato della possibilità di una clamorosa bolla nel mercato dei mutui americani. Ora sembra che anche in Europa stia iniziando la caccia ad alcuni prodotti finanziari legati ai mutui immobiliari americani, come i Mortgage-Backed Securities (MBS), cioè quei prodotti partoriti dall’ingegneria finanziaria di Wall Street che solo qualche anno fa stavano per far crollare il sistema finanziario americano in quella che sarà ricordata come la peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione degli anni ’30 del secolo scorso.
Titoli Goldman Sachs a tasso fisso e variabile
Giusto sei mesi fa il sukuk di Goldman Sachs ha acceso la polemica sulla supervisione: al contrario, l’ultima novità finanziaria del celebre istituto di credito americano non è destinata a sollevare le stesse tensioni, visto che si tratta di una cessione di titoli obbligazionari a tasso fisso e variabile, per un importo pari a 1,75 miliardi di dollari. La vendita in questione, inoltre, non è altro che il riflesso del calo dei rendimenti dei bond bancari, un evento che non si verificava in queste proporzioni da oltre sette mesi.
Come iniziare a giocare in borsa
Negli ultimi anni l’interesse per la borsa e i mercati finanziari è aumentato a dismisura, complice l’avvento di sofisticate tecnologie a supporto dell’investitore retail, i tassi di interesse di mercati sui minimi storici e le difficoltà di accesso al mondo del lavoro. Così, soprattutto i più giovani, liberi professionisti e imprenditori con la passione per la borsa hanno cominciato a prendere sempre più confidenza con il trading online, ovvero con la compravendita via web di strumenti finanziari come le azioni, i bond, le valute o le materie prime.
Il convegno di Banca Sella sul trading in opzioni
Il trading online in opzioni merita qualche approfondimento più per essere capito e apprezzato: Banca Sella sembra aver compreso pienamente questa esigenza, tanto è vero che è stato organizzato il consueto convegno annuale dedicato a questo tipo di operazioni. Si tratta di un appuntamento condiviso insieme a Borsa Italiana e che fa parte integrante di una iniziativa ancora più grande, vale a dire “Grandi eventi per il trader”. Nel dettaglio, il prossimo 20 novembre a Palazzo Mezzanotte (la sede di Borsa Italiana a Milano) vi sarà spazio per i partecipanti e i relatori, una occasione importante di confronto sulle strategie e sulle esperienze relative al trading collegato alle opzioni.
Ruolo agenzie di rating secondo il governo
La recente dichiarazione di Fitch, una delle tre principali agenzie di rating al mondo, non accenna a far discutere gli operatori di mercato e le istituzioni. Ad arricchire il panorama delle considerazioni sul ruolo delle agenzie di rating è stato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che rispondendo alle domande in commissione Finanze del Senato ha dichiarato come “bisogna rendere il sistema di sorveglianza pubblica immune o indipendente dal sistema delle agenzie” di rating.
La Namibia debutta nelle vendite obbligazionarie in rand
La Namibia ha perfezionato il proprio debutto nell’ambito delle vendite obbligazionarie denominate in rand, la valuta del Sudafrica: in effetti, per la nazione dell’Africa meridionale si tratta della prima volta in questo senso, un esempio che sarà seguito con grande probabilità anche da altre nazioni del “continente nero”. Come si spiega questo interesse così alto nei confronti del rand? La vicinanza geografica ha giocato un ruolo essenziale nella cessione a cui si sta facendo riferimento. Nel dettaglio, l’importo scelto è pari a 850 milioni di rand (110 milioni di euro), con una scadenza prevista tra dieci anni e un rendimento superiore di 105 punti base rispetto alle obbligazioni sudafricane che matureranno nel 2023.