Michael Moses: gli investimenti nell’arte non sono vantaggiosi

arteCome è emerso da Forbes, nota rivista statunitense che si occupa di finanza ed economia, una delle ultime aste londinesi (segnatamente quella dello scorso 23 giugno) è stata caratterizzata dalla vendita di importanti capolavori artistici (appartenenti soprattutto all’Impressionismo e all’arte moderna) da parte della nota casa Christie’s: i 41 milioni di euro che sono stati sborsati per un quadro di Picasso fanno ben comprendere le dimensioni di tale investimento. Un’operazione talmente ingente e fruttuosa che farebbe pensare immediatamente alle opere di artisti celebri come una delle alternative finanziarie più importanti rispetto agli investimenti tradizionali. Quello che però è emerso da accurati studi non induce all’ottimismo.

 

In effetti, come ha anche spiegato Michael Moses, ex professore, ora in pensione, dell’Università di New York, il valore in questo caso non tende ad aumentare di molto, spesso i guadagni realizzati ogni anno sono inferiori anche ai quattro punti percentuali; molto probabilmente, un’obbligazione di Stato sarebbe in grado di offrire ricavi più consistenti, con meno rischi e maggiori agevolazioni da parte del fisco. All’indomani dello scoppio della crisi economica globale, gli investimenti nei beni artistici hanno toccato il loro livello minimo e questa tendenza si è ripetuta anche nei primi tre mesi del 2010, nonostante le aste siano capaci di riflettere in pieno le performance del mercato azionario.

 

Il consiglio più utile in questo senso, quindi, può essere quello di focalizzare il proprio portafoglio su prodotti che non siano eccessivamente noti, ma piuttosto di nicchia; non si tratta di un fenomeno poco diffuso, al New York Stock Exchange sono anzi molto frequenti gli investimenti in titoli azionari pressoché sconosciuti. Le stime raccolte dallo stesso Moses sono eloquenti, dato che le opere che arrivano fino a un prezzo di 80.000 euro sono state quelle più redditizie, con un guadagno superiore di ben sei punti percentuali rispetto a quelle che invece partono da un valore di 800.000 euro.

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