Investimento South Stream al via

Ha preso ufficialmente il via il progetto South Stream, il maxi gasdotto desiderato dalla Russia, la cui costruzione inizierà nel 2014 per trasportare il gas a un livello pari a 2.250 metri sotto il livello del mare. Sebbene sia ancora da completare l’elenco dei permessi tecnici e ambientali dovuti dai Paesi coinvolti, e siano altresì da definire le gare d’appalto per la fornitura dei segmenti di tubo, i primi passi in avanti verso la concreta generazione di questo appalto monumentale sono già stati compiuti.

Ad ufficializzare l’avvio del progetto non poteva che essere Vladimir Putin, che ha riunito le principali parti ad Anapa, sul Mar Nero, proclamando di fatto aperta la nuova era del commercio del gas mondiale. “È una data storica, dice Aleksej Miller, il responsabile di Gazprom, e Putin gli fa eco, soddisfatto all’idea che questa cerimonia che hanno chiamato “Saldatura della partnership” rinsaldi ancor di più il legame «tra noi fornitori e i nostri clienti europei»” – si legge sul Sole 24 Ore (vedi anche il nostro recente approfondimento sui Brezhnev Bond).

Tuttavia, come abbiamo annunciato, il primo gas condotto mediante lo South Stream non arriverà che a fine 2015 “Il presidente russo è sicuro di sé, malgrado appaia effettivamente dolorante alla schiena e malgrado abbia fatto attendere un po’ troppo a lungo i propri ospiti, i vertici di Basf Kurt Bock, di Edf Henri Proglio, e di Eni, Paolo Scaroni. Che a un certo punto si alza e accenna ad andare via: «Mi annoiavo – si schermirà poi sorridendo – la pazienza non è una mia virtù»” – si legge ancora sul quotidiano – “Eppure South Stream ne richiede tanta. Se questo non è un inizio vero e proprio per South Stream, «è una data importante – spiega Scaroni – abbiamo riunito le condizioni per andare avanti». L’amministratore delegato di Eni – che respinge con decisione ogni invito a commentare l’inchiesta aperta a Milano su Saipem – accenna ai due passaggi che ancora attendono South Stream: la definizione della costruzione finanziaria del progetto e l’accordo della Ue, che insiste sulla liberalizzazione del mercato ma che secondo Scaroni dovrebbe concedere l’esenzione sull’obbligo di accesso di terze parti al gasdotto, almeno per qualche anno, in modo da dare ai partner la possibilità di rientrare sugli investimenti. «Non vedo le ragioni perché la Ue non debba approvare condizioni di sicurezza per gli approvvigionamenti in Europa» conclude Scaroni. Poi esce insieme a Miller e agli altri partner” – conclude la cronaca del giornale italiano.

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