Damiani: esercizio 2010/2011, buona crescita dei ricavi

Ricavi in crescita del 27,1% a 29,1 milioni di euro rispetto ai 22,9 milioni di euro al 30 settembre 2009. Si è chiuso con questo buon dato di fatturato il secondo trimestre fiscale dell’esercizio 2010/2011 di Damiani, società quotata in Borsa a Piazza Affari, ed attiva nella creazione, nella realizzazione e nella distribuzione di gioielli ad elevato design e di alta gamma. Prendendo a riferimento invece il primo semestre dell’esercizio 2011, i ricavi consolidati di Damiani sono scesi dell’1,5% a 55,5 milioni di euro, rispetto ai 56,3 milioni di euro al 30 settembre 2009; in ogni caso, nel periodo, i ricavi del canale retail sono cresciuti del 19% passando da 14,7 a 17,5 milioni di euro. Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato e Presidente della società, Guido Damiani, è stato conseguito nell’ultimo trimestre un buon tasso di crescita grazie al buon andamento delle vendite nei negozi a gestione diretta, ed in generale per effetto della buona domanda dai mercati esteri mentre in Italia il canale wholesale continua a mantenere per gli acquisti un approccio conservativo.

L’Ad di Damiani, inoltre, in virtù dei risultati raggiunti nell’ultimo trimestre, è fiducioso del fatto che la società abbia intrapreso quel cammino che la possa portare a recuperare i livelli di fatturato e di redditività del periodo antecedente alla crisi. Damiani, intanto, alla fine dello scorso mese di settembre ha fatto registrare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno un sensibile calo dell’indebitamento, mentre rispetto al 30 marzo 2010, ovverosia alla chiusura del precedente semestre fiscale, il livello di indebitamento è rimasto sostanzialmente stabile.

Come sopra accennato, il business di Damiani ha fatto registrare un buon andamento nei mercati esteri, a partire dal Giappone dove le vendite sono cresciute del 33,5% a cambi correnti e del 14,1% a cambi costanti; nel resto del mondo la crescita a cambi costanti è stata del 13,6% con gli Stati Uniti, il Paese dove la crisi finanziaria ed economica è iniziata, che hanno apportato una crescita a cambi correnti circoscritta al 2,5%, ma a -6% a cambi costanti rispetto al 30 settembre del 2009.

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