Come investire sulle borse asiatiche nel 2013

L’anno in corso viene ritenuto dalla maggior parte dei money manager quello buono per effettuare una rotazione settoriale dai bond alle borse, dopo che nel 2012 la preferenza maggiore era stata assegnata al mercato obbligazionario. In effetti il 2013 si è aperto positivamente per l’equity, ma a velocità diverse. In Europa i listini periferici stanno cominciando nuovamente a mostrare segnali di debolezza, mentre continua l’ascesa di Wall Street, Zurigo, Londra e Tokyo. Proprio le borse asiatiche potrebbero essere la grande sorpresa del 2013, in particolare quelle di Cina e Giappone.

La Cina dovrebbe beneficiare di una ripresa della crescita economica, dopo che nell’ultimo trimestre del 2012 il pil è cresciuto del 7,9%, molto più di quanto previsto dal governo (+7,5%). Inoltre, a gennaio sono arrivati nuovi segnali incoraggianti dal settore manifatturiero. Fabrice Jacobs, fund manager di La Francaise Jk China Value, sottolinea che in Cina “i profitti delle società industriali sono aumentati del 17,3% nel 2012”. Per il 2013 gli analisti di Standard Chartered stimano un nuovo aumento fino al 30%.

Oltre alla Cina c’è grande interesse sul Giappone, che si sta risvegliando dopo un periodo di lungo appannamento. L’indice azionario Nikkei è salito sui livelli più alti da settembre 2008, raggiungendo tra l’altro la soglia degli 11.500 punti. La forza del listino di Tokyo è dovuta alla forte svalutazione dello yen sui mercati valutari, favorita dalla politica ultra-accomodante del nuovo governo di centro-destra guidato da Shinzo Abe. Il neo-premier ha dichiarato espressamente di voler combattere con decisione la deflazione e rilanciare l’economia.

Secondo Morgan Stanley, “la politica aggressiva del Giappone per rinvigorire l’economia è un fattore in grado di cambiare le regole del gioco, sotto forma di svalutazione competitiva. Ma questo, a sua volta, ci porta un passo più vicini a una guerra valutaria”. Insomma, niente si positivo e con effetti infausti per l’intera economia globale. Gli esperti della banca americana preferiscono l’azionario giapponese a quello europeo. Sui mercati del Far East asiatico punta sul Giappone anche Michele de Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management.

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