Il trading sulle obbligazioni a più lunga scadenza è divenuto una missione quasi impossibile in Brasile e questo per un motivo ben preciso: in effetti, Luiz Inacio Lula da Silva, presidente della nazione sudamericana, ha deciso di aumentare di oltre tre volte l’importo di una tassa sugli acquisti del debito carioca. Le conseguenze sono state immediate, con il trading giornaliero sui bond a tasso fisso che è crollato di ben 62 punti percentuali (il quantitativo esatto è pari a 172 milioni di real, vale a dire 110 milioni di euro circa), immediatamente dopo che lo stesso Lula ha provveduto a incrementare l’imponibile fiscale per la seconda volta in un mese. In contemporanea, il rendimento dei prodotti con scadenza nel 2021 è salito al suo massimo livello, battendo perfino le performance fatte registrare dai contratti futures del paese.
Obbligazioni
Anglo Irish Bank, offerto uno scambio debito-obbligazioni
Anglo Irish Bank rappresenta una delle maggiori banche statali irlandesi, nonché il simbolo della difficile situazione finanziaria che sta vivendo la nazione nordeuropea; c’è comunque una novità di rilievo per gli investitori, visto che l’istituto di Dublino ha offerto uno scambio di 1,6 miliardi di euro del debito subordinato per delle nuove obbligazioni quotate venti centesimi l’una. Pertanto, i detentori di questi bond avranno a disposizione titoli con scadenza nel 2011 e garantiti dal governo. Secondo gli analisti, l’Irlanda sta chiaramente cercando di conseguire una forte partecipazione in questo caso, dato che l’unica altra alternativa possibile e percorribile è quella del processo penale.
Axa Investment Managers: preoccupa la crescita portoghese
Axa Investment Managers, il comparto appositamente dedicato alla gestione degli investimenti dell’omonimo gruppo francese, è solita sbilanciarsi su alcune specifiche situazioni economiche, con delle prospettive per il futuro che riguardano sempre una gamma molto ampia di risparmiatori: l’ultima analisi della compagnia parigina si è soffermata sul Portogallo e sul suo momento non brillante. I bond del paese iberico potrebbero risentire di queste difficoltà: la nazione sta tentando di attuare una adeguata riforma fiscale, imponendo misure di austerity ai propri cittadini. Una delle conseguenze principali di questa cinghia così stretta è stato il pessimo rendimento dei titoli di Stato lusitani, i quali sono anche riusciti a perdere quindici punti base in una sola sessione.
New York City HHC, bond penalizzati dal dibattito sulla sanità
La New York City Health and Hospitals Corporation, compagnia che fornisce ben 1,3 milioni di dollari nei cinque “borough” della città, ha ricevuto ordini per 188 milioni relativi al debito da investitori individuali: questi ultimi, in effetti, stanno domandando a gran voce dei rendimenti maggiori a causa della riforma che sta coinvolgendo il sistema sanitario americano. I bond che scadranno nel mese di dicembre del 2018 sono stati quotati con un rendimento pari al 2,84%, con un incremento molto vicino al punto percentuale. In questo caso, comunque, c’è da dire che la tematica che bisogna affrontare con maggiore urgenza è l’incertezza che circonda i costi sanitari: secondo alcuni analisti, infatti, anche una struttura che dovesse beneficiare di una doppia A relativa al rating potrebbe pagare i tassi di interesse più alti.
Rischi macroeconomici: le obbligazioni sono ancora una buona difesa
È probabile che qualche investitore si sia fatto questa domanda: le obbligazioni sono ancora in grado di offrire rendimenti interessanti, dopo i massimi di inizio anno? I picchi appena citati sono quelli relativi al Tesoro statunitense e potrebbe apparire scontato che i valori elevati siano ormai terminati. In realtà, alcune indagini finanziarie confermano il contrario: è vero che il mercato dei bond è tendenzialmente sopravvalutato, ma si tratta di un buon appiglio nei momenti di crisi economica. Questo dato emerge in modo piuttosto chiaro dalle ultime reflections di Swiss & Global Asset Management; la società elvetica, uno dei maggiori punti di riferimento al mondo per quel che riguarda la gestione patrimoniale, ha fatto sapere, in effetti, che la valutazione in eccesso risulta essere il fattore decisivo per beneficiare di fondamentali solidi.
Bond indiani: le previsioni parlano di una crescita oltre l’inflazione
L’India rappresenta uno dei paesi emergenti di maggiore fascino finanziario, essendo parte integrante del celebre gruppo Bric, il quale ricomprende anche Brasile, Russia e Cina: non deve quindi stupire più di tanto l’andamento delle obbligazioni della nazione asiatica, i cui rendimenti (si fa riferimento ai bond governativi a dieci anni) sono previsti in crescita ben al di sopra del tasso di inflazione, un evento che non si verificava dallo scorso gennaio e che è stato agevolato dall’operato della banca centrale, la quale ha ridotto i prezzi. I rendimenti collegati alle performance inflative, infatti, hanno concluso quest’ultima settimana con un calo dello 0,57%, un dato apparentemente negativo, ma che deve essere confrontato con i tre punti percentuali persi a maggio; in tal senso, significativo è stato l’andamento dell’indice dei prezzi di mercato, in grado di oscillare tra l’8,62 e il 10,6%.
Bond argentini al loro livello minimo degli ultimi tre anni
I rendimenti dei bond del governo argentino non stanno certo vivendo uno dei loro momenti migliori, visto soprattutto che è stato raggiunto il più basso livello in termini quantitativi degli ultimi tre anni: il riferimento finanziario va in questo caso ai titoli obbligazionari del governo di Buenos Aires e che sono stati emessi in dollari. Uno dei fattori determinanti per una performance così positiva è stato senza dubbio l’incremento del debito valutario locale collegato al tasso di inflazione; la differenza di rendimento, calcolata in circa 153 punti base, non veniva registrata da agosto 2007, un risultato in controtendenza a quanto stimato sette mesi fa, periodo in cui i cosiddetti “peso bond” avevano guadagnato ben 5,6 punti percentuali.
Cina, i Cds mostrano la nuova sicurezza delle obbligazioni
L’attuale periodo storico ed economico si sta segnalando soprattutto per i crescenti debiti a cui i governi devono far fronte: la Cina, seconda economia internazionale dopo gli Stati Uniti, appare invece in controtendenza, con i propri titoli obbligazionari che stanno diventando sempre più sicuri, al pari di quelli americani. In effetti, i Cds (Credit Default Swap) a cinque anni dell’ex Impero Celeste hanno ceduto il 29% nel corso del mese di settembre, il maggior calo del gruppo del G20, completando invece quest’ultima settimana a quota 56 punti base. Ciò vuol dire che i bond cinesi sono divenuti ancora più economici rispetto a quelli francesi o britannici, alla luce, poi, del famoso sorpasso dell’economia interna ai danni del Giappone.
Ford: da Moody’s nuovo rating per i corporate bond
Due livelli di rating: ammonta a tanto l’aumento sancito da Moody’s in relazione alla valutazione del credito e dei relativi corporate bond di Ford Motor, la celebre casa automobilistica statunitense. Tale incremento ha voluto sottintendere una performance operativa della compagnia di Dearborn in significativo miglioramento rispetto alle aspettative. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il rating è stato innalzato da B1 a Ba1 (entrambi i livelli caratterizzano un rischioso grado speculativo, ma nel primo caso si tratta di una piena zona a rischio con cedole vicine al 10%, mentre il nuovo giudizio contraddistingue una sufficiente affidabilità): in pratica, si tratta del quinto upgrade applicato dalla stessa Moody’s nei confronti della società negli ultimi tredici mesi.
Austria e Belgio, focus sulle emissioni di questa settimana
Si citano spesso le aste dei titoli dei principali paesi europei, mentre altri vengono lasciati troppo in ombra, nonostante anch’essi meriterebbero un cenno per approfondire ancora meglio i possibili investimenti finanziari: quest’ultima settimana, infatti, è stata caratterizzata dall’emissione di strumenti finanziari da parte del governo austriaco e di quello belga. Cerchiamo di comprendere, dunque, queste due novità. Per quel che riguarda il Belgio, sono stati emessi certificati del Tesoro a tre e sei mesi per un ammontare totale di 2,8 miliardi di euro: la suddivisione è stata effettuata soprattutto in relazione ai certificati a sei anni (1,9 miliardi con un rendimento pari allo 0,621%), mentre quelli a tre mesi hanno riguardato i restanti 900 milioni e un rendimento fissato allo 0,563%.
Bond municipali: New York protagonista di una forte domanda
La città di New York ha venduto ben 775 milioni di dollari in Build America Bonds (si tratta, per la precisione, di bond municipali tassabili e che presentano crediti fiscali sia per i detentori che per gli emittenti: il riferimento normativo è l’American Recovery and Reinvestment Act del 2009): si tratta, nello specifico, di una operazione che si è resa necessaria alla luce dell’acquisto internazionale del 16% del debito della Grande Mela, il più alto nella storia della città. Gli acquirenti che non sono americani rappresentano circa 123 milioni di dollari della cessione appena citata e anche in questo caso si viene a configurare la maggiore emissione annuale; i titoli obbligazionari della più popolosa metropoli statunitense sono stati quotati con 61 punti base al di sopra delle azioni spagnole, una emissione che ha consentito agli strumenti in questione di essere valutati con un rating AA da Standard & Poor’s.
Reliance Industries punta a vendere bond per un miliardo di dollari
Reliance Industries, la maggiore compagnia privata di tutta l’India (il suo fatturato si avvicina ai 20 miliardi di dollari: è attiva soprattutto nel campo petrolifero, delle fibre e del vestiario), intende gestire al meglio la domanda di assets che attualmente proviene dalla seconda economia asiatica: in effetti, l’obiettivo è quello di incrementare fino a un miliardo di dollari la vendita di titoli obbligazionari denominati in moneta verde, la più vasta operazione in questo senso da parte di un gruppo indiano non bancario. L’offerta avanzata dall’azienda di Mumbai potrebbe agevolare la crescita delle vendite di bond internazionali del paese, dato che si prevede il raggiungimento di un valore pari a 5,5 miliardi di dollari, il livello massimo da tre anni a questa parte secondo le rilevazioni degli analisti.
Cat Bond: dopo Katrina nuovi livelli record negli Usa
I Cat Bond (abbreviazione anglosassone di Catastrophe Bond) sono delle obbligazioni molto particolari, utilizzate dagli investitori per proteggersi dai disastri naturali: si sfruttano dunque al massimo questi eventi, visto che con la loro emissione si gode di un interesse piuttosto generoso e in caso di catastrofe non pagano in tutto o in parte il capitale, ma i soldi che sono stati incassati ripagano i danni. Gli Stati Uniti sono spesso soggetti a disastri naturali e le ultime rilevazioni parlano proprio di una crescita record di questi strumenti, a livelli che non venivano registrati addirittura da cinque anni, vale a dire da quando l’uragano Katrina ha devastato vaste zone del paese. In particolare, c’è da sottolineare come lo Swiss Re Cat Bond Price Return Index sia aumentato di 0,3 punti percentuali in questi ultimi giorni, giungendo fino a quota 97,65 punti.
Bond: attese per oggi le negoziazioni di Banco Popolare e Atlantia
La data odierna assume una certa rilevanza soprattutto per quel che riguarda le negoziazioni all’interno dell’EuroMot e quindi di alcuni interessanti titoli obbligazionari: cerchiamo dunque di selezionare i migliori prodotti e di analizzarne le caratteristiche principali. Anzitutto, c’è da rimarcare l’esordio del titolo Banco Popolare 09/2013 FX 3,125 Eur, il quale beneficia dell’emissione del noto gruppo bancario e che ha in previsione delle cedole fisse ogni anno pari appunto al 3,125%: la scadenza, la quale può essere anch’essa evinta dalla denominazione del prodotto, avverrà nel mese di settembre del 2013. Ma la piazza finanziaria non si limiterà esclusivamente a questo titolo.