Vietnam: ottime performance per i bond denominati in dollari

Il continente asiatico è stato caratterizzato dall’interessante andamento dei titoli obbligazionari vietnamiti denominati in dollari: le performance in questione, infatti, sono state le migliori in assoluto, grazie soprattutto agli sforzi profusi dal primo ministro Nguyen Tan Dung in relazione al taglio dell’inflazione. I bond hanno garantito un ritorno economico pari al 5,1% quest’anno, superando di gran lunga il rendimento della Corea del Sud (3%) e quello della Thailandia (2,8%). Tra l’altro, tali ricavi sono quantomeno sorprendenti, visto che soltanto un anno fa gli stessi strumenti finanziari erano riusciti a far registrare perdite consistenti (superiori agli otto punti percentuali), configurando uno dei peggiori prodotti a livello economico.

EuroMot: pronte due emissioni in lira turca e real brasiliano

Il gruppo bancario tedesco Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW) e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo sono ancora una volta i protagonisti della nuova emissione obbligazionaria dell’EuroMot: più precisamente, i due bond in questione sono focalizzati su due valute di cui non si parla molto spesso, vale a dire la lira turca e il real brasiliano. Cerchiamo di comprendere meglio i dettagli dell’offerta. Il prodotto relativo a KfW prevede anzitutto un rendimento dell’8% e una scadenza fissata ad aprile del 2014 (il codice Isin di riferimento è XS0612210772), mentre lo strumento collegato alla Bers avrà una maturazione simile e un ritorno economico leggermente superiore (9%): in questo secondo caso, tra l’altro, l’Isin che interessa all’investitore è XS0618983950.

Inverse floater: vale la pena assumersi tutti questi rischi?

Gli inverse floater sono strumenti degni dei migliori thriller finanziari a causa delle loro caratteristiche peculiari. Si tratta, infatti, di titoli obbligazionari che beneficiano di scadenze molto lunghe e di una cedola variabile: queste variazioni sono appunto inversamente proporzionali all’andamento del tasso di riferimento, ecco perché hanno un nome così particolare. In un primo momento, poi, questi prodotti risultano molto appetibili per i loro ritorni economici, di gran lunga superiori al resto delle offerte, ma nelle fasi successive si può riuscire ad approfittare anche delle fasi di ribasso, in particolare quelle in cui le società emittenti sono costrette ad adottare tassi vicini allo zero. La tipica struttura di un inverse floater è caratterizzata dai cosiddetti “cap rate”, vale a dire il rapporto tra il reddito operativo netto prodotto da un determinato asset e il costo del capitale.

PepsiCo. vende bond quinquennali per 1,75 miliardi di dollari

PepsiCo., leader mondiale per quel che concerne la produzione di snack e bevande, ha deciso di puntare sui titoli obbligazionari con scadenza a due e cinque anni: l’ultima vendita di questo tipo, la quale è avvenuta proprio nei giorni scorsi, ha avuto un ammontare totale pari a 1,75 miliardi di dollari. Gli scopi che la compagnia di New York intende perseguire sono soprattutto di tipo corporate, anche se la scelta di prodotti con una maturazione più vicina nel tempo (due anni) fa pensare alla ricerca urgente di disponibilità finanziarie. In effetti, il colosso statunitense sta traendo il maggior vantaggio possibile dai rendimenti dei propri corporate bond e ai profitti e alle vendite realizzate nel corso del primo trimestre del 2011, stime che sono di gran lunga superiori a quelle degli analisti. Le obbligazioni in questione hanno garantito un ritorno dell’1,2% lo scorso mese, un dato che è stato confermato dalle rilevazioni degli indici di Bank of America.

Fondi comuni: a giugno le novità di AcomeA Sgr

Le prospettive del secondo semestre di questo 2011 sono davvero molto allettanti per quel che riguarda AcomeA, la società di gestione del risparmio che ha preso il posto da pochi mesi di Sai Asset Management: gli anni delle offerte pubbliche di acquisto ostili e di altre partnership più o meno strategiche sono terminate, ora è giunto il tempo di puntare a una proposta finanziaria davvero competitiva. L’obiettivo principale della società in questione è proprio quello di rivedere da cima a capo tutte le metodologie che sono alla base della gestione degli assets; in questo caso, quindi, la nuova gamma di fondi dovrebbe essere in grado di comprendere tutte le cassi finanziarie, un intento che era già stato preannunciato da tempo dal presidente Alberto Foà.

Indesit Company investe in nuovi prodotti

Grazie agli investimenti in nuovi prodotti, ed a quelli nella comunicazione, Indesit Company, società quotata in Borsa a Piazza Affari, ha chiuso anche il primo trimestre 2011 con risultati positivi e caratterizzati, in particolare, da una crescita del fatturato, del margine operativo e dei profitti netti a fronte di un ulteriore calo dell’indebitamento. Secondo quanto dichiarato dal Presidente di Indesit Company, Andrea Merloni, la società prosegue nella sua crescita sia a ritmi elevati, sia con percentuali superiori alla media di mercato. Nel dettaglio, il Consiglio di Amministrazione si è riunito in data odierna, martedì 3 maggio 2011, per esaminare ed approvare il Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2011, caratterizzato da un giro d’affari in aumento del 7,2% a 644 milioni di euro, un Ebit balzato del 15,6% a 40,5 milioni di euro, ed un utile netto in robusta crescita (+25,3%), anno su anno, a 20 milioni di euro; ampio, come sopra accennato, è stato il calo dell’indebitamento finanziario netto che è passato dai 383 milioni di euro del Q1 2010, ai 309 milioni di euro alla data dello scorso 31 marzo.

Credit Suisse lancia sul Sedex un certificato Callable Bonus

Credit Suisse ha deciso di buttarsi a capofitto sul comparto dei certificati di investimento: l’ultima proposta del gruppo bancario elvetico è infatti indirizzata a tutti coloro che amano questi specifici strumenti finanziari, visto che l’emissione riguarda un Callable Bonus. Il prodotto in questione prevede una scadenza a due anni e un collegamento molto stretto con un paniere di indici azionari; inoltre, è stato scelto il segmento dei derivati Sedex di Borsa Italiana, quindi si andrà a beneficiare di una negoziazione continua, di una liquidazione di tipo monetario e di un esercizio europeo come avviene molto spesso in questi casi. I soggetti interessati devono inoltre ricordare che l’operatore che sarà incaricato ad assolvere l’impegno di quotazione è Banca Finnat Euramerica, una società per azioni di lunga data (è stata fondata addirittura nel 1898) e che è quotata presso il comparto Star della stessa Piazza Affari.

Colgate Palmolive: primi bond dopo l’accordo con Unilever

Colgate Palmolive, leader mondiale dell’igiene orale, esce allo scoperto con la prima mossa finanziaria dopo l’accordo strategico con Unilever per l’acquisizione di Sanex: la multinazionale newyorkese è infatti pronta a lanciare bond per un ammontare complessivo di cinquecento milioni di dollari. La vendita in questione sarà equamente ripartita tra due scadenze, tre e sei anni: nel dettaglio, le obbligazioni che giungeranno a maturazione nel 2014 beneficiano di un rendimento dell’1,25%, trenta punti base al di sopra dei medesimi strumenti del Tesoro, mentre i bond in scadenza nel 2017 avranno un ritorno del 2,63% e uno spread di 77 punti base. L’acquisizione di Sanex risale allo scorso mese ed è stata perfezionata mediante la spesa di 940 milioni di dollari, una delle cifre più alte dell’ultimo decennio.

Finanza asiatica: le opportunità offerte da Thailandia e Taiwan

Il continente asiatico è una fonte inesauribile di informazioni e indiscrezioni per cercare di diversificare il più possibile il portafoglio di investimento. Anche l’ultima settimana non è stata da meno e, piuttosto che focalizzarsi sui soliti nomi, si può prestare attenzione anche a quei paesi poco “pubblicizzati”: in effetti, molte pubblicazioni economiche potrebbero influenzare gli scambi dei relativi titoli obbligazionari, così come potrebbe avvenire anche per le valute. Detto che i mercati del Giappone sono chiusi per il Giorno del Verde e che in Corea del Sud la produzione industriale è cresciuta di ben undici punti percentuali a marzo (il raffronto va fatto rispetto al 2010), ci si può concentrare su tre nazioni, vale a dire la Malesia, la Thailandia e Taiwan. Procediamo con ordine.

Gas naturale: i futures avanzano a causa delle speculazioni

Il gas naturale può essere considerato il protagonista principale delle ultime contrattazioni dei futures: tali strumenti finanziari, infatti, sono saliti fino al loro prezzo più alto dell’ultimo trimestre, a causa, in particolare, delle speculazioni relative a un deficit delle scorte conseguente al clima più caldo e alla bassa produzione. Il rialzo che è stato fatto registrare in questo senso è stato pari al 2,8% presso l’Intercontinental Exchange di New York. Si tratta di un dato importante, il quale deve essere strettamente collegato all’ultimo report del Dipartimento Energetico americano: tale documento ha parlato espressamente di un output di gas naturale in calo di ben 1,9 punti percentuali in quarantotto stati federali, mentre le riserve attualmente disponibili ammontano a 1.685 trilioni di piedi cubici (circa 47 trilioni di metri cubi), un totale in declino rispetto alla media quinquennale.

Indonesia: 2,5 miliardi dalla vendita di bond in dollari

L’Indonesia è riuscita nell’intento di vendere titoli obbligazionari denominati in dollari per un ammontare complessivo di 2,5 miliardi: tra l’altro, le scommesse erano tre volte superiori a questa cifra, una conferma del forte appetito che c’è attualmente per le economie in via di sviluppo, in special modo quelle asiatiche. I bond in questione avranno una scadenza decennale (la data è stata fissata al mese di marzo del 2021), con un rendimento pari al 4,875%. Le scommesse degli investitori citate in precedenza avevano invece raggiunto i 6,9 miliardi di dollari. C’è comunque da dire che le emissioni di debito da parte di nazioni emergenti sono aumentate di ben dieci punti percentuali in questo 2011, attestandosi a un volume complessivo di 265 miliardi di dollari; il governo di Giacarta, inoltre, può vantare un deficit di bilancio che rappresenta lo 0,6% del prodotto interno lordo.

Investire sul vino: Banca March propone un nuovo fondo

Gli investimenti finanziari nel settore enologico vengono consigliati da gran parte degli esperti per le incoraggianti prospettive, ma non è poi così semplice divincolarsi in questo tipo di prodotti: una nuova offerta di sicuro interesse è però quella di Banca March, la quale ha deciso di puntare direttamente su un fondo comune in grado di trarre il massimo profitto dalle performance positive di diverse aziende del comparto. L’istituto di credito di Palma di Maiorca ha creato infatti il prodotto “Vini Catena”, apprezzabile nella sua struttura, ma al tempo stesso piuttosto complicato nel funzionamento complessivo, visto che va a contemplare anche altre attività che sono collegate al vino, come ad esempio la lavorazione del sughero, le botti, le cantine e i macchinari agricoli. La proposta è senz’altro unica e sofisticata e proprio per tale motivo verrà inizialmente destinata soltanto ai clienti istituzionali.

Threadneedle sceglie Banca Generali per il fondo Global Themes

Threadneedle, uno dei principali gestori globali di fondi, ha scelto Banca Generali per diffondere il proprio fondo Global Themes nel nostro paese: l’istituto di credito della “compagnia del leone” e l’azienda britannica uniranno infatti le loro forze per rendere il più performante possibile questa specifica piattaforma finanziaria, ma in cosa consiste esattamente? Il prodotto in questione è stato creato per venire incontro a quegli investitori che puntano alla flessibilità e all’efficacia, focalizzando l’attenzione soprattutto sul medio-lungo periodo. Global Themes è in pratica un fondo di fondi, uno strumento dinamico che è concentrato in prevalenza sugli alti rendimenti, sugli azionari dei mercati emergenti e su debiti piuttosto promettenti. Gli assets, inoltre, sono stati scelti con la massima cura, andando a “pescare” tra quelli che vantano le migliori valutazioni dal punto di vista macroeconomico. L’offerta italiana, tra l’altro, può anche contare su Banca Generali, una delle più importanti realtà finanziarie nel nostro paese.

Ford Motor: i profitti fanno calare i Credit Default Swap

Il costo per proteggersi dal debito di Ford Motor è sceso ulteriormente dopo la pubblicazione degli ottimi profitti della casa automobilistica statunitense: la celebre azienda di Dearborn è infatti riuscita ad aumentare i propri introiti, i quali sono giunti al loro massimo livello degli ultimi tredici anni, un evento che non poteva non influire sui Credit Default Swap. Il calo di questi ultimi prodotti finanziari è stato pari a 12,5 punti base, il che ha consentito agli stessi di assestarsi a quota 270,5. Inoltre, il guadagno è stato pari a 62 centesimi per ogni azione, escludendo comunque qualche bene, una cifra di gran lunga superiore a quella prevista dagli analisti; il successo in questione può essere spiegato con le ottime vendite di prodotti di questo primo trimestre del 2011 e con gli investitori che guardano con fiducia al nome della compagnia statunitense.