Messico: alti rendimenti per i bond del Grupo Posadas

I costi relativi all’indebitamento del Grupo Posadas stanno crescendo fino ai livelli di quattro mesi fa: l’operatore alberghiero messicano ha infatti deciso di avvalersi di un advisor finanziario per valutare quali sono le opzioni più opportune per ridurre il proprio deficit. In questo modo, il rendimento dei bond denominati in dollari e in scadenza nel 2015 è riuscito a salire di cinquantaquattro punti base (+0,54%), attestandosi lo scorso mese al 10,10%. Intanto, il ritorno economico medio del debito ceduto dalle compagnie del Messico è aumentato dello 0,25%, almeno secondo quanto registrato da JPMorgan Chase. I titoli di Posadas sono giunti fino a un ammontare complessivo di 9,5 miliardi di pesos (circa 813 milioni di dollari), segno che il paese centroamericano sta vivendo una fase di rallentamento per quel che concerne la propria economia.

Banca Tercas: conosciamo meglio i bond 105 Emissione

La Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo è il gruppo abruzzese meglio conosciuto col nome di Banca Tercas: le sue attività sono iniziate nel 1939, quando le casse di risparmio di Atri e Nereto si sono fuse per dar vita a questa realtà. Si tratta, in pratica, di un istituto molto attento alle vocazioni locali, dunque non deve stupire più di tanto il suo profondo radicamento al territorio. Il nome di questa banca è tornato alla ribalta pochi giorni fa, quando sono state lanciate delle interessanti obbligazioni che andranno a rimpolpare il segmento di Borsa Italiana. Di cosa si tratta esattamente? La denominazione ufficiale di questi bond è quella di Banca Tercas 2011/2013 TV 105 Emissione, mentre il codice Isin di riferimento è IT0004680796; i titoli in circolazione sono quattrocento e la modalità di negoziazione scelta è quella del corso secco.

Pronti contro termine al 2,40% netto

Presentano una tassazione al 12,5%, al pari dei titoli di Stato, ma rappresentano un’alternativa, spesso un po’ più redditizia, rispetto proprio ai titoli pubblici. Stiamo parlando in particolare dei “Pronti Contro Termine”, che sono strumenti di investimento a basso rischio ed a breve termine che rappresentano una opportunità da valutare per chi vuole vincolare somme per brevi periodi al fine di ottenere rendimenti superiori a quelli pagati sul conto corrente che spesso sono pari a zero. Tra le banche che attualmente propongono i pronti contro termine a tassi particolarmente interessanti c’è CheBanca!, la Banca per tutti del Gruppo Mediobanca, società quotata in Borsa a Piazza Affari. Per le sottoscrizioni di pronti contro termine CheBanca!, entro e non oltre il 31 luglio 2011, c’è la possibilità di ottenere il 2,75% lordo, pari al 2,40% netto, per i PCT con scadenza ad otto mesi. Ma c’è anche la possibilità di stipula dei pronti contro termine CheBanca! a 4 mesi, con un tasso lordo del 2,25%, corrispondente all’1,96% netto, e quelli a brevissimo termine, pari ad appena due mesi, con un lordo dell’1,75% che corrisponde all’1,53% netto.

Lettonia: ancora incertezza sulla scelta dei bond internazionali

Il ritorno della Lettonia al mercato delle obbligazioni è previsto per gli ultimi mesi di quest’anno o al massimo per l’inizio del 2012: la scelta si basa in larga misura sulla vendita positiva di ben cinquecento milioni di dollari relativi al debito governativo, operazione che è stata perfezionata nel corso di questo mese. L’annuncio giunge direttamente dal primo ministro, Valdis Dombrovskis. La nazione baltica, la quale beneficia ancora di un prestito sostanzioso da parte dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale (si tratta dei 7,5 miliardi di euro stanziati nel 2008), dovrà far fronte ai propri problemi di deficit entro il prossimo anno, oltre a ridurre l’inflazione a dei livelli che le consentano di accedere all’area dell’euro entro il 2014.

Nigeria: Eurobond al 6,39%, meno che in Ghana e Gabon

Africa e finanza, ci sono occasioni propizie per gli investitori? Il continente “nero” non brilla certo per le proprie performance economiche, molti stati vivono in situazioni di estrema povertà, ma le emissioni finanziarie sono ovviamente presenti anche da queste parti, basta saper cogliere al volo l’opportunità migliore: l’esempio più interessante di questi ultimi tempi è offerto dalla Nigeria. La repubblica federale in questione, la quale è anche il paese africano più popoloso in assoluto, ha lanciato degli Eurobond con scadenza decennale (l’anno di riferimento è quindi il 2021) e con un rendimento complessivo del 6,75%. Inoltre, l’ammontare dell’offerta è di cinquecento milioni di dollari; l’intento del governo di Abuja è sostanzialmente quello di sondare i migliori mercati finanziari a livello internazionale, dunque l’Europa viene considerato uno di questi.

Nepal: la banca centrale quota bond in scadenza nel 2016

Del Nepal come paese si parla sempre molto poco, meno che mai delle sue vicende finanziarie. Eppure, qualche spunto interessante può giungere anche da questo stato asiatico incastonato tra Cina e India: la banca centrale sta infatti emettendo l’ultimo lotto di obbligazioni, le quali vantano un rendimento pari al 10% e un trend crescente per quel che concerne il tasso di interesse, un elemento sicuramente appetibile per i potenziali sottoscrittori. Il portavoce dell’istituto, Bhaskarmani Gyawali, ha chiaramente spiegato che questa specifica quotazione è volta soprattutto a sondare il mercato di riferimento. Nel dettaglio, si tratta dei National Saving Bonds 2073, mentre l’importo complessivo è di 6,68 miliardi di rupie nepalesi (circa 65 milioni di euro): la maturazione vera e propria avverrà nel 2016, più precisamente nel mese di luglio.

Porto Rico raddoppia la propria offerta di obbligazioni

Il rating di Porto Rico è il più basso in assoluto tra tutti gli stati americani, eppure le iniziative finanziarie non mancano: il Commonwealth centroamericano ha infatti raddoppiato la propria offerta obbligazionaria, dopo il miliardo di dollari relativo alle scommesse degli investitori. Secondo quanto affermato da Josè Otero, vicepresidente del settore finanziario della Government Development Bank, quello attuale era il momento più propizio per effettuare un ingresso nel segmento dei bond; la domanda è stata nettamente superiore a quanto offerto e dunque ci si è avventurati in tal senso. In pratica, il governo di San Juan ha deciso di aggiungere due nuove porzioni finanziarie, per un totale di circa 290 milioni di dollari, alla sua vendita obbligazionaria già pianificata da tempo.

McDonald’s, nuova offerta di Dim Sum Bond

I Dim Sum Bond prendono il nome da una prelibatezza della cucina cinese, ma i riferimenti culinari terminano qui: si tratta, infatti, di titoli obbligazionari che sono denominati in yuan e quotati presso la Borsa di Hong Kong. Tra le società che si stanno maggiormente segnalando per tali offerte c’è sicuramente McDonald’s, la celebre multinazionale attiva nel campo della ristorazione. La compagnia americana si sta avventurando nel secondo lancio in assoluto di tali bond, ma come si spiega tanto interesse per la Cina e l’ex colonia britannica? L’unico precedente è datato 2010, quando venne proposto un bond con scadenza a tre anni e un importo complessivo di duecento milioni di yuan.

Amgen vende tre miliardi di dollari in obbligazioni

Amgen Inc., principale azienda al mondo per quel che concerne la biotecnologia, si rivolge al segmento obbligazionario per riuscire a finanziare il proprio debito: in effetti, la società di Thousand Oaks è pronta vendere ben tre miliardi di dollari in titoli obbligazionari, con scadenze piuttosto diversificate, vale a dire cinque, dieci e trentuno anni, il tutto con l’intento già precisato, oltre a quello di riacquistare azioni proprie e i dividendi trimestrali. Non c’è comunque molta sorpresa tra gli addetti ai lavori, visto che già ad aprile la compagnia californiana aveva annunciato di voler avviare il versamento del primo dividendo. Tra l’altro, i titoli azionari hanno fatto registrare un rialzo di ventisette punti percentuali dal 2005 ad oggi, mentre i rendimenti dei bond sono calati fino all’attuale 3,69%, secondo quanto rilevato da Bank of America Merrill Lynch.

Mot: con Mediobanca va in scena il Quarto Atto

È sempre molto difficile scegliere nel variegato mondo dei prodotti finanziari, soprattutto se la società emittente è italiana: una novità importante in questo senso è quella messa a disposizione da Mediobanca. Si tratta delle obbligazioni Quarto Atto che prevedono un tasso variabile (c’è un limite massimo e uno minimo), titoli finanziari che sono stati lanciati da alcuni giorni presso il Mercato Telematico delle Obbligazioni di Borsa Italiana. Che cosa hanno di così speciale questi bond? Anzitutto, bisogna specificare che il livello minimo del tasso è pari al 4,5%, mentre non può andare oltre il 7,5%. Come si evince facilmente, inoltre, lo strumento è di tipo bancario e prevede una scadenza decennale, visto che la data di maturazione è stata fissata al 2021.

Danske Bank: covered bond danneggiati da Basilea

Danske Bank, istituto leader nell’Europa settentrionale e soprattutto in Danimarca, ha ammesso le proprie debolezze nei confronti della supervisione finanziaria: l’ultimo annuncio del gruppo scandinavo, infatti, non è stato improntato all’ottimismo e ha messo in luce come il Comitato di Basilea e l’agenzia di rating Moody’s non abbiano capito a fondo la struttura delle obbligazioni emesse. Anzi, è stato precisato che le attività dell’ente e dell’agenzia potrebbero seriamente danneggiare il mercato dei covered bond. L’unità ipotecaria del gruppo in questione potrebbe anche decidere di interrompere i finanziamenti a favore della stessa Moody’s per ottenere i giudizi sui propri prodotti, una decisione che è stata adottata a causa del possibile declassamento della valutazione AAA, un taglio che non terrebbe conto dei 6,2 miliardi di dollari di capitale in eccesso.

Autostrade per l’Italia vince ricorso in Francia

Importante vittoria di Autostrade per l’Italia, società del Gruppo Atlantia, in Francia. Il Gruppo quotato in Borsa a Piazza Affari, venerdì scorso, 24 giugno del 2011, ha infatti reso noto che è stato accolto il ricorso di Autostrade per l’Italia, da parte del Consiglio di Stato francese, in merito al “Progetto Eco-Taxe”, una gara che la società italiana si era aggiudicata dopo che questa era stata indetta dal “MEDDTL”, il Ministero francese dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile, dei Trasporti e dell’Edilizia Popolare. La gara poi era stata annullata a causa di un ricorso che era stato presentato da “Alvia”, il consorzio che si era classificato al secondo posto, quindi dietro ad Autostrade per l’Italia, e di cui facevano parte Siemens, Sanef, Atos Origin, ed anche Egis Projects e la Caisse Depots et Consignations. L’11 marzo scorso il Tribunale Amministrativo di Cergy-Pointoise aveva dato ragione ai secondi classificati nella gara con un’apposita ordinanza; ma ora, come annunciato venerdì scorso dal Gruppo Atlantia, l’ordinanza del Tribunale Amministrativo di Cergy-Pointoise è stata cassata dal Consiglio di Stato francese.

La Croazia pianifica un bond denominato in euro

Novità in vista dalla Repubblica di Croazia per gli investitori: la nazione balcanica sta infatti pianificando nel dettaglio una emissione obbligazionaria denominate in euro, un’occasione importante per poter puntare economicamente su un paese di cui non si sente parlare molto spesso. L’offerta è molto accurata, tanto che il lancio in questione verrà perfezionato soltanto al termine di una serie di meeting e tavoli con gli investitori del reddito fisso, i quali cominceranno proprio domani. Volendo specificare le caratteristiche che si conoscono di questo bond, c’è da dire che tre sono le banche incaricate della gestione; si tratta, più precisamente, di Deutsche Bank, Hsbc e Unicredit, sempre ben presente nell’Europa dell’est.

Sarawak Energy inaugura le proprie emissioni di sukuk

Sarawak Energy Bhd è celebre in tutta la Malesia per essere la principale compagnia attiva nella distribuzione e nella vendita di elettricità: i business aziendali potrebbero diventare ora più sostanziosi grazie all’ultima offerta finanziaria, vale a dire la quotazione di tre miliardi di ringgit (694 milioni di euro) in bond islamici, la prima tranche di un programma specifico che prevede il raggiungimento di una quota vicina ai quindici miliardi. Questo primo lancio di sukuk è suddiviso in varie parti, a seconda della scadenza di riferimento: in effetti, cinquecento milioni del totale riguarderanno i titoli a cinque anni e con un rendimento pari al 4,4% annuo, mentre altri 700 milioni beneficeranno della scadenza settennale e di un ritorno economico leggermente superiore, vale a dire il 4,7%.