Futures: record per il cotone, invariato il succo d’arancia

Per i contratti futures che osservano da vicino le performance del cotone si può parlare a ragione di un vero e proprio record: le ultime quotazioni, infatti, hanno rappresentato il terzo aumento consecutivo per quel che riguarda la commodity, sospinta dall’aumento di esportazioni degli Stati Uniti e da una robusta domanda globale. Contemporaneamente, il succo d’arancia è rimasto sostanzialmente invariato, mentre il caffè ha subito una brusca frenata. Volendo essere più precisi, le spedizioni di cotone sono aumentate di ventisei punti percentuali rispetto a una settimana prima, così come è stato confermato dallo Us Department of Agricolture. Inoltre, i prezzi sono più che raddoppiati se confrontati con quelli del 2010, grazie soprattutto agli acquisti effettuati dalla Cina, il principale utilizzatore a livello internazionale.

Futures: cala la speculazione, buoni ricavi per lo zucchero

I guadagni conseguiti dallo zucchero a New York sono il risultato principale della minore speculazione che sta regnando nella piazza americana; la robusta domanda che ha accompagnato la commodity ha influito notevolmente in questo senso, mentre cacao e caffè non sono riusciti a ripetere la stessa performance. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il dolce alimento ha perso ben 9,3 punti percentuali nel corso della giornata di ieri, dopo che le vendite automatiche programmate dal computer avevano accentuato ancora di più il declino. I prezzi, comunque, sono più che raddoppiati dalla fine del mese di maggio e ciò lo si deve soprattutto ai cattivi raccolti e alle avverse condizioni climatiche.

Futures: i semi di soia eguagliano il record del 2008

Il rialzo fatto registrare presso il Chicago Board of Trade dai semi di soia è davvero rilevante: la commodity alimentare è infatti riuscita a guadagnare fino ai livelli da record che erano stati raggiunti ben trenta mesi fa, approfittando anche del contemporaneo boom del grano. La situazione che influenza i beni in questione è quella dell’Argentina, dato che molte navi sono state bloccate presso i porti della nazione sudamericana, una sorta di sciopero che sta favorendo la crescita della domanda per quel che concerne le esportazioni americane. Una delle conseguenze principali riguarda gli investitori finanziari; in effetti, i contratti futures che si riferiscono alle spedizioni commerciali di marzo hanno aggiunto 13,75 centesimi di dollaro alla loro quotazione (+1%), attestandosi a 14,26 dollari per ogni singolo bushel (l’unità di misura statunitense che equivale a circa 27 chilogrammi di grano).

Il cacao interrompe il proprio rally dopo ben tre anni

Il declino del cacao di questa settimana ha rappresentato un evento finanziario eccezionale: in effetti, il rally della commodity alimentare durava da più di tre anni, ma in questo caso hanno avuto la meglio le previsioni globali di offerta, influenzate in maniera negativa dall’incertezza politica della Costa d’Avorio, il maggior produttore al mondo. Tale calo, poi, ha trascinato verso il ribasso anche due altre commodities su cui spesso fanno molto affidamento gli investitori, il cotone e il succo d’arancia. C’è poi da aggiungere come il Ghana, seconda nazione a livello internazionale nel campo della produzione di cacao, abbia acquistato un numero maggiore di semi dagli agricoltori nel corso di questa stagione, visto che il clima mite e l’utilizzo dei pesticidi e dei fertilizzanti hanno consentito di potenziare i raccolti; i prezzi sono saliti di ben diciassette punti percentuali a novembre, subito dopo la pubblicazione degli esiti elettorali ivoriani e l’incertezza della vittoria finale tra Gbagbo e Ouattara.

Il 2010 è stato l’anno delle commodities: battuti azioni e bond

I prezzi delle più importanti commodities a livello internazionale hanno notevolmente battuto i guadagni realizzati dai titoli azionari, dai bond e dal dollaro nel corso dell’anno: il principale motivo per questa “supremazia” è legato al fatto che la Cina, maggior paese per quel che concerne l’utilizzo di cotone e soia in primis, ha trainato il recupero dalla recessione globale. L’indice Thomson Reuters/Jefferies, il quale normalmente misura le 19 materie prime più scambiate al mondo, ha guadagnato il 17%, mentre l’Msci All Country World Index ha fatto registrare un rialzo di tredici punti percentuali grazie ai propri dividendi che sono stati reinvestiti. Le obbligazioni globali, invece, hanno garantito una percentuale pari al 4,7% lo scorso 30 dicembre, secondo quanto stimato da Bank of America Merrill Lynch e, in particolare, dal suo indice di mercato Global Broad.

Contratti futures: regole nuove di zecca dalla Cftc

Mai più speculazioni sulle materie prime: parole e musica della Commodity Futures Trading Commission (Cftc). Sono praticamente realtà le nuove regole statunitensi che si riferiscono al comparto dei contratti futures e alle principali commodities su cui si è abituati a investire e focalizzare le strategie di portafoglio. L’agenzia americana intende infatti contrastare nella maniera più efficace possibile le speculazioni in eccesso, venendo incontro, in particolare, al Dodd-Frank Act, la legge varata la scorsa estate dall’amministrazione Obama al fine di riformare da capo a piedi i mercati finanziari. Il regolamento a cui dovranno far riferimento traders e risparmiatori non è ancora stato completato e consta di due versioni non definitive; in effetti, una prima bozza è quella relativa alle restrizioni da applicare in merito alle posizioni aperte sugli strumenti derivati, mentre la seconda punta alla trasparenza negli scambi over-the-counter, quindi al di fuori dei consueti mercati regolamentati e non riferibili esclusivamente alle materie prime.

Cacao, futures in declino a causa delle vicende politiche ivoriane

Le meraviglie del cacao rimangono per il momento confinate ai tempi di “Indietro tutta” e della celebre canzone televisiva: la commodity alimentare, infatti, ha subito un pesante ribasso nel corso delle ultime contrattazioni di Londra, il livello più basso degli ultimi venti mesi. Si è trattato, quindi, di una brusca frenata, provocata, in particolare, dalla speculazione imperante, fenomeno agevolato dalle travagliate elezioni che si sono tenute in Costa d’Avorio, il maggior produttore al mondo del prodotto in questione. Gli effetti sono stati minimi sull’output, mentre lo zucchero è riuscito invece ad avanzare a New York. Le previsioni, in tal senso, sono piuttosto eloquenti: la produzione di cacao nel continente africano dovrebbero calare del 6,7%, assestandosi a quota 2,6 milioni di tonnellate all’anno, almeno secondo una stima effettuata da Abn Amro.

Deutsche Bank quota sei nuovi Etc su petrolio, oro e gas

Agricoltura, gas naturale, petrolio, oro ed energia: sono queste le materie prime che vengono replicate dai nuovi sei Exchange Traded Commodities lanciati oggi da Deutsche Bank sul segmento EtfPlus di Borsa Italiana. A dire la verità, comunque, la vera e propria società emittente responsabile di questa quotazione è Deutsche Bank Etc Index Plc, una delle controllate più attive a livello di investimenti finanziaria dell’istituto creditizio di Francoforte. Analizziamo nel dettaglio tutti questi strumenti, cercando di esaminarne gli elementi più interessanti. Si comincia anzitutto con un Etc “agricolo”, il Db Agricolture Booster Euro Hedged (il codice Isin è DE000A1ED2G8), passando poi per il Db Natural Gas Booster Euro Hedged e il Db Energy Booster Euro Hedged.

Sedex: fragranza d’arancia per le opportunità offerte da Rbs

Profumano in tutta la loro essenza i fiori d’arancio che stanno coronando l’ennesimo “matrimonio” tra Royal Bank of Scotland e il segmento Sedex di Borsa Italiana: non è una scelta casuale quella del celebre agrume, visto che nell’emissione messa a disposizione dall’istituto britannico nel corso della giornata di ieri figura, tra gli altri, anche un Mini Future Certificate che prende a riferimento il succo d’arancia come commodity. In effetti, la banca di Edimburgo ha voluto mettere a disposizione dei propri clienti sette prodotti di questo tipo che sono espressamente quotati su beni e materie prime tra le più diverse. Di cosa si tratta esattamente? Le opportunità sono svariate, si va dal già citato succo d’arancia fino al frumento, passando anche per l’argento, il caffè, lo zucchero e il rame.

Zucchero e caffè a livelli record, gli hedge fund in fase di attesa

Sarà uno scherzo della finanza, ma lo zucchero non è mai stato così salato come in questo momento: una delle accelerazioni più brusche del comparto delle materie prime è stata proprio quella del dolce alimento, la quale si è assestata su livelli davvero da record. L’ultima quotazione, infatti, parla di 772,7 dollari necessari per una tonnellata di zucchero, il che equivale a dire che vi è stato un aumento di 3,3 punti percentuali. Tra l’altro, questo rally positivo è stato accompagnato anche dal formidabile guadagno fatto registrare dallo zucchero grezzo (+5%). Come è stato possibile un rialzo simile e come devono comportarsi di conseguenza gli investitori? Il dollaro è sempre più debole nei confronti delle altre divise, ma è stato soprattutto il nuovo piano economico della Fed a far reagire le commodities, con i seicento miliardi di liquidità che dovrebbero agevolare gli acquisti.

I futures sul cotone volano ai massimi grazie alla domanda cinese

È un vero e proprio boom quello messo a segno dal cotone nella settimana che si è appena conclusa: i contratti futures che osservano da vicino le performance di questa commodity hanno infatti subito un rialzo importante presso l’Intercontinental Exchange di New York, realizzando così un record agevolato in larga misura dalla domanda globale proveniente dalla Cina. Tra l’altro, molto influente in questo senso è stata anche la devastante grandinata che ha danneggiato le colture del Texas. Le esportazioni del cotone dovrebbero crescere del 4,2% a dicembre, addirittura il livello più alto da quando questa fibra ha cominciato a essere scambiata 140 anni fa; entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il contratto in questione è stato in grado di ottenere un profitto di 65 centesimi di dollaro quest’anno, contraddistinguendosi come miglior commodity dell’indice Thomson Reuters/Jefferies Crb (il riferimento finanziario che fornisce un’accurata rappresentazione degli investimenti nei beni e nelle materie prime).

Caucciù: a Tokyo aumentano i prezzi e i contratti futures

Kochi, India meridionale, è la città in cui si sta svolgendo in questi giorni la conferenza mondiale sul caucciù: ebbene, proprio dalla nazione asiatica stanno giungendo delle notizie di rilievo per quel che riguarda la situazione economica in cui versa questo noto idrocarburo e i relativi investimenti finanziari che possono essere collegati al mercato dei contratti futures. In particolare, l’International Rubber Study Group ha messo in risalto il forte incremento dei consumi e i rincari che si preannunciano per i prossimi mesi, soprattutto nel campo della produzione e dell’esportazione: la domanda, infatti, dovrebbe subire un aumento molto vicino ai tredici punti percentuali nel 2010, ripartita in maniera pressoché simile tra la gomma naturale e quella sintetica, grazie alla ripresa economica globale e allo sviluppo dell’industria automobilistica della Cina.

Commodities e Etc: Lyxor si affida a petrolio e oro

Si è parlato spesso di Lyxor, la società francese che si occupa prevalentemente di gestione degli assets finanziari, ed il riferimento è andato quasi sempre agli Etf: gli Exchange Traded Fund dominano di gran lunga i discorsi relativi ai fondi comuni di investimento, ma non bisogna dimenticare gli Etc (Exchange Traded Commodity), strumenti ibridi che consentono di puntare su materie prime e commodities. Sono stati accolti con grande favore, quindi, i quattro Etc targati Lyxor (la tipologia in questione è quella Etn, per le esposizioni un singolo bene), i quali beneficiano di Codeis Securities Sa (compagnia che fa parte della stessa Lyxor) come emittente.

Avanzano i futures sul grano dopo le stime negative dell’Usda

I contratti futures sul grano potrebbero conseguire dei guadagni importanti per il terzo giorno consecutivo: si tratta del principale effetto della speculazione verificatasi sulla commodity, anche perché i rendimenti calanti relativi agli Stati Uniti potrebbero limitare notevolmente la capacità del paese, numero uno al mondo per quel che concerne le esportazioni, di venire incontro alla domanda globale. Il grano che fa riferimento al pagamento di dicembre è giunto fino a quota 4,78 dollari per ogni bushel (questa unità di misura americana equivale a circa 27.000 chilogrammi), così come è stato anche confermato dal Chicago Board of Trade. Il contratto in questione ha posto in essere un interessante rally superiore agli 1,9 punti percentuali, un picco che si è verificato contemporaneamente alle stime pubblicate dal Dipartimento Statunitense di Agricoltura (meglio noto con l’acronimo Usda).