Avanzano i futures sul grano dopo le stime negative dell’Usda

I contratti futures sul grano potrebbero conseguire dei guadagni importanti per il terzo giorno consecutivo: si tratta del principale effetto della speculazione verificatasi sulla commodity, anche perché i rendimenti calanti relativi agli Stati Uniti potrebbero limitare notevolmente la capacità del paese, numero uno al mondo per quel che concerne le esportazioni, di venire incontro alla domanda globale. Il grano che fa riferimento al pagamento di dicembre è giunto fino a quota 4,78 dollari per ogni bushel (questa unità di misura americana equivale a circa 27.000 chilogrammi), così come è stato anche confermato dal Chicago Board of Trade. Il contratto in questione ha posto in essere un interessante rally superiore agli 1,9 punti percentuali, un picco che si è verificato contemporaneamente alle stime pubblicate dal Dipartimento Statunitense di Agricoltura (meglio noto con l’acronimo Usda).


Queste previsioni parlano di un raccolto totale pari a 13,16 miliardi di bushel, al di sotto della rilevazione del mese di agosto (13,365 miliardi), ma in linea con le stime medie messe in luce da gran parte degli analisti. Secondo Michael Pitts, direttore delle vendite di commodities per la National Australia Bank, i rendimenti dei futures in questione continueranno a scendere lentamente a seguito dei prossimi rapporti dello stesso Usda. Tra l’altro, bisogna anche ricordare che le temperature più fresche che stanno caratterizzando nel corso di questa settimana la provincia dello Jilin, top producer della Cina, potrebbero influenzare in modo evidente i raccolti di grano.

La commodity ha perso lo 0,2% a settembre subito dopo l’incremento delle previsioni da parte del dipartimento americano: in quel caso, si parlava addirittura di quantità superiori a quelle dell’Unione Europea e del Canada. Infine, c’è da sottolineare come la produzione di olio di semi raggiungerà quota 3.483 miliardi di bushel a breve, un totale molto vicino al record conseguito soltanto un anno fa e ancora una volta in linea con le previsioni degli economisti.

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