Dai bond giapponesi segnali preoccupanti sulla deflazione

Otto anni sono indubbiamente un arco di tempo piuttosto lungo, eppure i giapponesi dovranno guardare al 2018 con trepidazione: si tratta infatti delle nuove prospettive per quel che concerne la fine dell’attuale deflazione, dopo che le previsioni di Bank of Japan, l’istituto di credito centrale della nazione nipponica, e le spese pari a 35 trilioni di yen hanno provocato degli scossoni importanti nel mercato obbligazionario, dove gli investitori si attendono appunto altri otto anni di prezzi in discesa. Sono soprattutto le obbligazioni che sono state progettate per proteggere questi soggetti dall’inflazione che hanno mostrato i segnali più importanti; in particolare, è emerso come i prezzi in questione siano destinati a un ribasso pari allo 0,6% nei prossimi cinque anni, mentre il ritmo scende allo 0,4% annuo se si guarda al 2018.


Il premier Naoto Kan si sta già rivolgendo da tempo con decisione al governatore Masaaki Shirakawa, affinché la deflazione che ha inibito la crescita interna e che ha agevolato il sorpasso economico della Cina, sia eliminata del tutto. In questi ultimi mesi, tra l’altro, i prezzi dei principali prodotti del Giappone, fatta eccezione per i cibi freschi, sono cresciuti allo 0,3% annuo in media, mentre i rendimenti relativi ai bond governativi a dieci anni si son attestati sui 2,4 punti percentuali, un raffronto davvero importante.

Inoltre, gli sforzi di Bank of Japan per potenziare l’economia, sostenuti anche dal fondo da cinque trilioni di yen da utilizzare per gli acquisti di diversi assets, hanno ridotto comunque le aspettative di deflazione, intese come misura del gap esistente tra i rendimenti sulle obbligazioni inflation linked e quelle che non sono invece collegate ai cambiamenti dei prezzi al consumo. C’è infine da sottolineare come il debito che si riferisce al tasso di inflazione abbia superato i profitti dei titoli di Tokyo negli ultimi sei mesi: un investitore che ha acquistato simili azioni a giugno può ora beneficiare di un rendimento vicino al 3%.

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