Banco Popular salvato da Santander: cosa significa?

Banco Popular è stato salvato da Santander: un vero e proprio successo per il governo spagnolo ed un segno di debolezza per la Comunità Europea la quale non ha ovviamente colpe per il rischiato fallimento della banca ma che è da chiamare in causa per ciò che può significare un bail in di una banca per lo Stato membro nel quale si trova.

E che soprattutto mostra come la vigilanza eseguita abbia le sue pecche. Ricostruiamo ciò che è successo a Banco Popular: su carta è possibile notare come abbia superato senza problemi gli appuntamenti di vigilanza a partire dall’asset quality review e dallo stress test del 2014. E ancora tutti i requisiti Srep degli anni successivi, le ispezioni ordinarie e  lo stress test del luglio 2016. Improvvisamente però la banca entra in crisi di liquidità e viene messa in risoluzione subendo svalutazioni incredibili sia per i creditori subordinati che per i suoi 300 mila azionisti.

C’è voluta Santander per salvare tutto e viene spontaneo chiedersi: gli stress test sono davvero affidabili? Le percentuali richieste adatte a far fronte in maniera idonea ai problemi? Ci si può permettere degli errori di valutazione simili e soprattutto se li può concedere la BCE? Il consiglio degli analisti sarebbe quello  rivedere le prassi di vigilanza, rendendole più omogenee per ogni stato ed istituto perché Banco Popular non è l’unica banca in difficoltà in Europa in questo momento: basta pensare alle venete in Italia, sono il caso più eclatante. Ma loro, a differenza dell’istituto spagnolo, non hanno una Santander pronta a salvare tutto e tutti.

 

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