Amgen, il primo dividendo potrebbe giungere il mese prossimo

Amgen Incorporated, società californiana di biotecnologia, è pronta a introdurre il suo primo dividendo, operazione che dovrebbe avvenire nel corso del prossimo mese di aprile: la decisione è stata adottata alla luce delle ultime esigenze degli investitori finanziari, visto che i titoli azionari della compagnia statunitense sono calati di ben trentatre punti percentuali nel corso degli ultimi quattro anni. Ciò nonostante, le scorte di denaro cash sono aumentate fino ad attestarsi agli attuali 17,4 miliardi di dollari. L’emissione appena menzionata verrà annunciata in maniera ufficiale nel corso del meeting del 21 aprile tra gli investitori, così come trapela dalle indiscrezioni di alcuni analisti americani. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il dividendo potrebbe mettere a disposizione un rendimento pari al 2,3% e un pagamento trimestrale di trenta centesimi di dollaro per ogni azione.

In questo modo, la stessa Amgen diverrebbe la prima compagnia tra le sei che fanno parte dell’indice Standard & Poor’s 500 Biotechnology a offrire un versamento di simili dimensioni. L’azienda di Thousand Oaks detiene in questo momento un buon ammontare di denaro cash e di investimenti a breve termine; soltanto Pfizer e Jhonson & Jhonson possono vantare dividendi di uguale livello, ma il comparto biotecnologico è letteralmente dominato in tal senso. Tra l’altro, alcuni azionisti stanno assistendo con la massima attenzione all’acquisto della svizzera Actelion Limited per 9,8 miliardi di dollari.

La svolta per Amgen è giunta la scorsa estate, quando Jonathan Peacock è stato nominato direttore esecutivo, un incarico che ha dato nuovo vigore alla compagnia, soprattutto per quel che concerne gli investimenti da lanciare sul mercato. Le disponibilità sono rilevanti, anche perché la società americana è in grado di generare molto cash a confronto con le spese di capitale: ogni punto percentuale garantito agli investitori potrebbe significare un costo di 500 milioni di dollari, come è stato messo in luce da Geoffrey Meacham, analista presso JPMorgan Securities.