Guggenheim Investments chiude la quotazione del suo Etf cinese

guggenheim-investments-rydex-sgiMentre gli investitori sono stati molto rapidi e perspicaci nel comprendere l’importanza dei titoli azionari cinesi, la stessa popolarità non ha riguardato le obbligazioni: di conseguenza, la compagnia Guggenheim Investments ha annunciato la chiusura del proprio Exchange Traded Fund relativo ai bond denominati in yuan (vedi anche Il primo Etf cinese collegato all’Eurostoxx 50). Si tratta, nello specifico, del Guggenheim Yuan Bond Etf, la cui conclusione è stata fissata per il prossimo 14 giugno, una data da tenere bene a mente.

La promessa è però quella di sfruttare le risorse finora accumulate per creare Etf nuovi di zecca e ancora più innovativi. La società newyorkese continua comunque a mantenere la propria leadership per quel che concerne il segmento finanziario in questione, ma si è resa necessaria una revisione di tutti i prodotti quotati, in modo da poter assicurare il rispetto di ogni esigenza della clientela. Il fondo di cui si sta parlando e che ha ormai le ore contate garantisce una esposizione privilegiata a un paniere di titoli obbligazionari, tutti accomunati dall’investment grade, dalla sottoscrizione di investitori americani e stranieri e dalla denominazione nella valuta ufficiale dell’ex Impero Celeste.

Tra l’altro, bisogna anche ricordare come lo strumento provvederà a sospendere proprio nel corso di questo mese di maggio la distribuzione del dividendo mensile, una sorta di anticipo della liquidazione che avverrà tra poco meno di un mese. Di solito, le società che quotano gli Etf notificano agli investitori la chiusura della negoziazione qualche settimana prima, in maniera tale da renderlo operativo almeno fino al momento finale, anche se gli stessi investitori dovrebbero utilizzare ordini molto limitati nel periodo transitorio. Il rimborso da parte di Guggenheim dovrebbe invece avvenire a partire dal prossimo 21 giugno, una settimana esatta dopo la chiusura. Non mancano, infine, le alternative “cinesi”, in primis il prodotto messo a disposizione da PowerShares, il cui rendimento è di poco inferiore ai tre punti percentuali.

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