Nuove indiscrezioni sul sukuk di Dubai

Il governo di Dubai ha incaricato quattro banche per la vendita di un potenziale bond islamico: le indiscrezioni su questo sukuk sono sempre più insistenti, anche perché l’emirato arabo vuole beneficiare quanto prima dei bassi costi dei prestiti, scesi ai livelli precedenti la crisi del 2009. Si sta parlando soprattutto di un annuncio entro la giornata odierna, ma anche dell’importo complessivo della vendita, vale a dire un miliardo di dollari per la precisione. Le fonti in questione, comunque, non sono ancora state identificate, in quanto si tratta di una informazione non pubblica.

Non è la prima volta che l’emirato viene associato alla finanza islamica, visto che, ad esempio, lo scorso mese di maggio Dubai sfruttò i sukuk per il proprio aeroporto. Le banche che sono state coinvolte rispondono al nome di Dubai Islamic Bank, Hsbc, National Bank of Abu Dhabi e Standard Chartered, in modo che la cessione sia arrangiata nel miglior modo possibile. Nel frattempo, i Credit Default Swap locali, più precisamente quelli in scadenza tra cinque anni, sono stati scambiati ieri a 211 punti base, ovvero la quotazione più bassa da quando hanno superato i seicento punti base (il picco più alto da tre anni a questa parte).

Ecco perché Dubai sta tentando in tutti i modi di riconquistare la propria credibilità perduta fra gli investitori internazionali: un sistema può essere proprio questo, vale a dire il rifinanziamento o la ristrutturazione del debito. Come si stanno comportando i sukuk attuali di Dubai? I rendimenti sono scesi continuamente quest’anno, mentre il 2012 è stato caratterizzato da un rally a dir poco drammatico. Un esempio è quello del bond in scadenza nel 2020 (750 milioni di dollari), il quale potrebbe rendere fino al 3,5% (la percentuale iniziale ammontava al 7,75%). L’ultimo approdo dell’emirato ai mercati globali del debito risale allo scorso mese di aprile, con un sukuk emesso in due tranche e per un importo totale di 1,25 miliardi di dollari.

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