Europa: Consob e Bankitalia mantengano indipendenza

Sono giorni di agitazione politica questi anche per Consob e Bankitalia: i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno chiesto a gran voce un azzeramento delle stesse, un cambiamento radicale e l’Europa controbatte in modo netto nel pretendere che rimangano organi indipendenti.

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Corte d’Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

Corte d'Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

“Sanzioni sospese”, così ha deciso la Corte d’Appello di Bari nei confronti delle sanzioni comminate alla Banca Popolare di Bari dalla Consob.

La Corte d’appello ha infatti “disposto la sospensiva del provvedimento” con il quale Consob, nei giorni scorsi, ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’Appello ha accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Banca Popolare di Bari aveva impugnato le sanzioni stabilite dalla Consob dopo aver riscontrato, a suo dire, “delle violazioni da parte dell’istituto creditizio nei periodi tra il 2014-16”.

I provvedimenti sanzionatori erano stati approvati dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa il 13 settembre e i dettagli delle due delibere erano state rese note nelle scorse settimane dalla stampa.

Ai due provvedimenti Banca Popolare di Bari aveva risposto con una serie di precisazioni e respingendo le contestazioni avanzate dalla Consob.

Per la Popolare di Bari la decisione della Consob, oltre a “non apparire fondata nel merito”, riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.

La Banca sostiene di aver “costantemente operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore”.

Nelle memorie difensive inviate a Consob ha evidenziato anche che “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

La Banca, oltre a ritenere di “non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene di aver subito “un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.

Adesso sembra che la sospensione delle multe da parte della Corte d’Appello abbia dato ragione alla Banca Popolare di Bari.

Banca Popolare di Bari: abbiamo operato sempre correttamente

Banca Popolare di Bari: abbiamo operato sempre correttamente

La Banca Popolare di Bari risponde con un dettagliato elenco a un provvedimento della Consob in merito a presunte violazioni da parte dell’istituto creditizio e riscontrate nei periodi tra il 2014-16.

Queste violazioni sono contenute in due delibere approvate dalla Consob a metà settembre e rese note alcuni giorni fa dai media.

La Popolare di Bari ritiene di non aver commesso delle irregolarità e tramite un comunicato elenca in modo dettagliato delle “precise puntualizzazioni”.

“La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico per la diffusione – si legge -, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

Evidenzia inoltre che la Consob non ha “bloccato la vendita di azioni”, così come le sanzioni non sono state comminate “alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis”, bensì “a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.

La Banca Popolare di Bari ha già inviato ha inviato alla Consob proprie memorie difensive, corredate da tutta la documentazione atta a rappresentare la propria posizione.

Tra le tante ‘puntualizzazioni’, la Banca evidenzia: “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

In merito invece al funzionamento del mercato interno di negoziazione delle proprie azioni (attivo tra maggio 2013 e giugno 2017), la Banca ribadisce che “le violazioni evidenziate da Consob riguardano errori operativi commessi nell’esecuzione delle procedure ed evidenzia che la numerosità di tali eventi (circa 200) costituisce l’1% delle complessive operazioni di vendita concluse nel periodo in esame”.

“Oltre a non apparire fondata nel merito – sostiene Banca Popolare di Bari -, la decisione della Consob riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013. Inoltre, la decisione non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.

La Banca ritiene di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, “di aver subito un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”. Pertanto la Banca farà valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.

Trust nel mirino della Consob

consobSi stringe il cerchio intorno ai trust, le fiduciarie che spesso contribuiscono – rigorosamente offshore – a celare la vera natura degli azionsiti societari. Ebbene, la Consob, la commissione che vigila sui mercati azionari, sembra aver rotto gli indugi ed essere pronto a domandare maggiore trasparenza nei confronti di quegli azionisti che detengono partecipazioni rilevanti, ma dietro la schermatura dei trust.

Consultazione della Consob sul regolamento Esma relativo agli Etf

esmaÈ una vera e propria consultazione quella avviata dalla Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa) sulle modifiche che sono state apposte al regolamento delle società emittenti di Exchange Traded Fund: nello specifico, si sta parlando dell’operazione necessaria dopo aver recepito gli orientamenti dell’Esma (European Securities and Markets Authority) proprio sull’Etf e su altri Oicvm, sigla che sta a identificare gli organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari. Volendo essere ancora più precisi, si tratta di osservazioni al documento che devono pervenire entro e non oltre il prossimo 3 maggio, dunque siamo quasi agli sgoccioli (vedi anche Etf: le nuove regole e gli obiettivi dell’Esma).

Intesa Sanpaolo vendite allo scoperto vietate dalla Consob

L’eccessivo flusso di vendite sul titolo Intesa Sanpaolo, attualmente il peggiore dell’intero listino azionario milanese FTSE MIB, ha spinto la Consob a vietare le vendite allo scoperto sulle azioni del primo gruppo bancario italiano sia oggi che domani. Il titolo era stato sospeso per eccesso di ribasso durante la mattinata, con i prezzi che sono scesi clamorosamente fino a 1,19 euro. Si tratta del minimo più basso registrato dal titolo dallo scorso 11 dicembre 2012. Attualmente il titolo Intesa Sanpaolo perde l’8,7% a 1,238 euro.

Mps +12% in borsa grazie al crollo dello spread

Banca Mps è stata l’autentica protagonista dell’ultimo seduta di borsa a Piazza Affari. Le azioni della banca senese hanno messo a segno un guadagno del 12,34% a 0,264 euro, toccando il massimo più alto degli ultimi tre mesi e mezzo a 0,266 euro. Il titolo è stato spesso sospeso per eccesso di rialzo, a causa degli incessanti acquisti durante l’intero arco della giornata. In questo inizio 2013 il titolo ha già guadagnato quasi il 17%. A favorire il boom del titolo in borsa è il forte calo dello spread Btp-Bund.

I nuovi obblighi contributivi per Sgr e Sicav

Ci sono novità molto importanti che vanno approfondite in relazione alle Sicav e alle Sgr (cosa sono gli organismi di investimento collettivo del risparmio): in effetti, tutti i dati e le informazioni necessari per potere calcolare i contributi di vigilanza dovranno essere inoltrati servendosi di una procedura informatica nuova di zecca, accedendo al sito internet della Consob. In pratica, è stata proprio la Commissione Nazionale di Società e di Borsa a richiedere qualche tempo fa le modifiche degli obblighi in capo alle società di gestione del risparmio e alle società di investimento e capitale variabile. Tutto si basa sulla lettura del primo comma dell’articolo 8 e sul quarto e ottavo comma dell’articolo 42 del Testo Unico per la Finanza (Tuf).

Moody’s “indaga” sulla liquidità Fiat

La pronta smentita di Fiat riguardo le “indagini” che la Consob starebbe compiendo sulla liquidità della società. Moody’s sta infatti conducendo a un deterioramento del rating della compagine, a causa del calo della domanda di auto in Italia, con una flessione che si aspetta possa durare fino al termine del 2012 e, forse, anche oltre. Considerando che l’Italia rappresenta più delle metà di immatricolazioni Fiat in Europa, la flessione sul mercato locale dovrebbe incidere in maniera significativa sulla stabilità finanziaria dell’azienda.

Fiat smentisce indagine Consob su liquidità

Fiat ha smentito le voci di una possibile indagine che la Commissione nazionale sulle società quotate in Borsa starebbe avviando sulla liquidità del gruppo. Una smentita che tuttavia non ha evitato al titolo del Lingotto di subire forti oscillazioni durante le negoziazioni sul mercato regolamentato, e che ha dovuto prendere corpo attraverso una vera e propria nota ufficiale del management della società, che in queste settimane sembra essere particolarmente impegnato nell’arginare polemiche e vene oppositive da parte di parti politiche, sindacati e altri stakeholders.

Consob richiama Moody’s

Il downgrade di ieri sugli istituti di credito italiani non ha di certo colto impreparati gli investitori, che già da qualche giorno si aspettavano un crollo verticale della fiducia oltre oceano. Dopo una perdita di capitalizzazione di 120 miliardi di euro di capitalizzazione in Europa, arriva anche la notizia che 26 istituti di credito Italiani sono stati declassati e tutti hanno outlook negativo, ovvero sono sotto osservazione per ulteriori tagli.

La Consob però non ci sta; la richiesta dell’istituto di vigilanza Italiano è lecita, visto che i continui downgrade “preventivi” potrebbero minare definitivamente la ripresa dell’Eurozona, ormai completamente ferma grazie anche ad interventi simili. Secondo la Consob, l’azione di Moody’s sarebbe esagerata ed ha richiesto specifiche motivazioni per questa scelta, riservandosi la possibilità di costringere il colosso dei rating mondiali ad una revisione della sua posizione.

Estensione divieto scoperto: ancora la colpa alla speculazione?

Sono giornate di grandi cambiamenti Globali, o forse dovremo dire che addirittura si tratta di “mesi” di grandi cambiamenti. Dalla guerra in Libia che si riflette in uno degli aspetti “meno importanti” anche sulle casse delle aziende italiane coinvolte, fino ad arrivare all’abbandono del leader di una delle aziende più importanti del Mondo, Steve Jobs, che cede il passo a Mr. Tim Cook per la guida della Apple (che ricordiamo essere capitalizzata meglio dei migliori 32 istituti di credito Europei…tutti insieme).

Forse è proprio questo il motivo per cui sembra che la situazione stia sfuggendo dal controllo delle Autorità, ed il Mercato globale sia sempre più in preda al caso piuttosto che ai cari fondamentali; nessuno degli “addetti ai lavori” ancora probabilmente comprende in pieno il periodo che stiamo passando e lo spostamento di equilibri e priorità che si sta trasformando in spostamento di capitali degli investitori verso nuovo orizzonti (o vecchi, come nel caso dell’Oro). Proprio le Autorità, nel caso specifico la Consob, probabilmente in giornata terranno una riunione sulle vendite allo scoperto, giudicate ancora una della cause principali del crollo dei listini.

OPA IW Bank: UBI Banca aumenta corrispettivo unitario

Un prezzo unitario pari a 2,043 euro pagabile agli azionisti di IW Bank che porteranno i titoli in OPA residuale a fronte del conseguimento di una partecipazione complessiva pari al 95% del capitale sociale. Questo è quanto ha reso noto UBI Banca in relazione a quanto stabilito dagli organi competenti del Gruppo; il prezzo, quindi, viene incrementato rispetto ai 1,988 per azione stabiliti dalla Consob, lo scorso 16 febbraio del 2011, con un’apposita delibera. Nel caso in cui, invece, le adesioni all’OPA residuale siano tali che UBI Banca non raggiunga almeno il 95% del capitale sociale di IW Bank, allora il prezzo pagato agli azionisti aderenti sarà quello stabilito dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), ovverosia 1,988 euro per azione. UBI Banca con un comunicato ufficiale ha tra l’altro precisato come il prezzo incrementato, pari a 2,043 euro, sia quello più alto raggiunto in Borsa a Piazza Affari dai titoli IW Bank negli ultimi 12 mesi. Previa autorizzazione alla pubblicazione da parte della Consob, UBI Banca nel documento informativo redatto ai sensi di Legge specificherà sia i termini, sia le condizioni e le modalità della procedura per adempiere all’obbligo di acquisto dei titoli IW Bank.