Italia: rischio massimo, Bot come nel 2008

Il rischio di default degli stati UE è sotto la lente di ingrandimento dell’Europa e dell’America. Le agenzie di rating non aspettano altro che occasioni per puntare il dito su qualcuno al di fuori degli USA, e sembra che il candidato migliore sia proprio il Belpaese.

Dopo la Grecia, su cui la Germania aggiusta il tiro dichiarando “Siamo sicuri che stanno facendo il possibile” i prossimi sembra dobbiamo proprio essere noi; i Cds arrivano al record storico e lo spread btp-bund torna all’attacco del massimo precedente prossimo a quota 400 e l’ultima speranza degli addetti ai lavori è che si tratti di un doppio massimo prima della fine della “bolla”.

Poco incoraggianti anche i Bot a 12 mesi; questa mattina è stata fatta l’asta per 7.5 miliardi di titoli che sono stati assegnati con un rendimento del 4.153% che rispetto al precedente (2.959%) ha subito un rialzo spaventoso. Forte rialzo anche per il rendimento dei Bot trimestrali che completa il quadro disastroso dei titoli di Stato italiani.

Anzi, bisogna anche tener conto, analizzando la situazione complessiva, che la Bce non ha fermato gli acquisti; quindi l’intervento è ancora attivo e nonostante questo i benefici stentano a vedersi visto che il differenziale sembra pronto a segnare nuovi inquietanti massimi . L’attenzione si sposta però alla giornata di domani per quanto riguarda l’Italia, per l’asta di Btp.

Il ribasso sull’azionario Italiano intanto sfiora il 4% ma tutte le Piazze Europee sono a senso unico; anche il Dax sfiora i 5000 punti, ed a Parigi pesa il settore bancario per via dei presunti rating negativi in arrivo, nonostante Barnier provi a rassicurare.

Più tranquillo il mercato dei cambi che sembra essere passato in secondo piano; invece di diventare interessante proprio per via della solidità garantita dai volumi, le tensioni generali mantengono i trader sull’azionario probabilmente per aggiustare le posizioni di medio periodo e cercare coperture in opzioni in vista di nuovi crolli.

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