Al varo una nuova tassa sui bond a rischio dell’Ue

euI governi europei dovrebbero considerare con tutta probabilità una nuova forma di imposizione che vedrà coinvolte le vendite di obbligazioni effettuate da quei paesi che hanno violato, in tutto o in parte, le regole che attualmente vigono per far fronte alla crisi fiscale. La tassa in questione assumerà la forma di una percentuale predefinita, misurata in un determinato numero di punti base, in relazione alle emissioni di debito governativo: la proposta è stata approvata in maniera totale dalla Commissione Europea. L’interesse extra, pertanto, verrebbe a essere pagato soltanto nell’ipotesi in cui il debito non tornasse in regola con quanto disposto dalla stessa Unione Europea. Tra l’altro, non si tratta dell’unica misura punitiva in questo senso, visto che si parla anche di informazioni addizionali per quel che concerne i prospetti degli stessi bond, o, al massimo, una drastica riduzione del loro accesso al prestito da parte della Banca Europea di Investimento, il braccio infrastrutturale e finanziario dell’Unione Europea.

 

Il linguaggio scelto è molto simile a quello utilizzato nel 1991, quando il Trattato di Maastricht si riferiva espressamente a sanzioni da infliggere in relazione all’euro, mentre stavolta la questione riguarda da vicino i paesi membri che non riescono a tagliare in maniera adeguata il loro debito pubblico. Dunque, non deve sorprendere se gli strumenti finanziari più colpiti in questo senso sono proprio le obbligazioni. Il nostro paese ha avanzato anche una protesta formale contro il provvedimento, ritenuto troppo severo e per venire incontro alle critiche, la Commissione ha proposto di includere anche altri fattori economici, come, ad esempio, il prestito privato accumulato in riserve monetarie e i costi volti ad analizzare il debito di ciascun paese.

 

Un altro progetto separato, infine, costituisce la bozza preliminare che va ad approfondire la portata di otto indicatori economici che potrebbero essere utilizzati per riequilibrare i bilanci, quali l’alto debito esterno che ha eventualmente condotto la Grecia verso la richiesta di fondi dall’Ue e dal Fondo Monetario Internazionale.

Lascia un commento