Bond ipotecari alle stelle dopo le ultime mosse della Fed

Federal Reserve e ipoteche immobiliari hanno mostrato una stretta correlazione: almeno è questo quanto emerge dall’ultimo ritratto dell’economia americana, con gli sforzi della banca centrale statunitense che ha contenuto i tassi di interesse, ma soprattutto ha provocato una brusca accelerazione dei rendimenti delle obbligazioni ipotecarie, mettendo in luce come gli investitori nutrano una nuova fiducia nei confronti dell’istituto guidato da Ben Bernanke. Il guadagno in questione ammonta a 92 punti base (+0,92%), addirittura superiore ai medesimi titoli che fanno però riferimento al debito governativo, secondo quanto rilevato da Barclays Capital. Si tratta, tra l’altro, della seconda miglior performance in questo senso da aprile 2008.


Intanto, i proprietari delle case americane stanno lottando strenuamente per ottenere ipoteche a tassi inferiori rispetto a quelli attuali; la speculazione si è fatta sentire in modo molto forte in questo settore, punendo gli obbligazionisti mediante la rimozione dei prestiti ad alto tasso dai titoli azionari. Secondo Chris Ames, manager di portafoglio presso Schroder Investment Management, la gente si sente ora più a suoi agio con questa specifica tipologia di bond, i quali possono essere scambiati a un valore più alto rispetto a quello facciale. Il debito da 5,3 trilioni di dollari del mercato di riferimento porta con sé anche le garanzie relative a Fannie Mae e Freddie Mac, le due società salvate sull’orlo del baratro dall’amministrazione Obama: già ad agosto, comunque, la Fed aveva annunciato di voler avviare il nuovo investimento dei principali procedimenti, a partire dalle acquisizioni del Tesoro.

La domanda di rendimenti extra da parte degli investitori, al fine di possedere obbligazioni societarie piuttosto che debito governativo con la stessa scadenza, è calata di un punto base in base a quanto stimato da Bank of America, mentre i rendimenti medi si aggirano attorno al 3,45%, anche in questo caso una percentuale inferiore se confrontata con quella di due giorni fa (3,463 punti percentuali).

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