Bond ipotecari alle stelle dopo le ultime mosse della Fed

Federal Reserve e ipoteche immobiliari hanno mostrato una stretta correlazione: almeno è questo quanto emerge dall’ultimo ritratto dell’economia americana, con gli sforzi della banca centrale statunitense che ha contenuto i tassi di interesse, ma soprattutto ha provocato una brusca accelerazione dei rendimenti delle obbligazioni ipotecarie, mettendo in luce come gli investitori nutrano una nuova fiducia nei confronti dell’istituto guidato da Ben Bernanke. Il guadagno in questione ammonta a 92 punti base (+0,92%), addirittura superiore ai medesimi titoli che fanno però riferimento al debito governativo, secondo quanto rilevato da Barclays Capital. Si tratta, tra l’altro, della seconda miglior performance in questo senso da aprile 2008.

New York City HHC, bond penalizzati dal dibattito sulla sanità

La New York City Health and Hospitals Corporation, compagnia che fornisce ben 1,3 milioni di dollari nei cinque “borough” della città, ha ricevuto ordini per 188 milioni relativi al debito da investitori individuali: questi ultimi, in effetti, stanno domandando a gran voce dei rendimenti maggiori a causa della riforma che sta coinvolgendo il sistema sanitario americano. I bond che scadranno nel mese di dicembre del 2018 sono stati quotati con un rendimento pari al 2,84%, con un incremento molto vicino al punto percentuale. In questo caso, comunque, c’è da dire che la tematica che bisogna affrontare con maggiore urgenza è l’incertezza che circonda i costi sanitari: secondo alcuni analisti, infatti, anche una struttura che dovesse beneficiare di una doppia A relativa al rating potrebbe pagare i tassi di interesse più alti.

Le obbligazioni brasiliane risultano più sicure dei default swap

Gli investimenti record nei bond del Brasile ha portato a un primo fondamentale risultato dal punto di vista finanziario: in effetti, il rendimento relativo alle securities ha raggiunto il suo livello minimo dallo scorso mese di aprile, soprattutto se si va a considerare il mercato nazionale dei Cds, l’acronimo che identifica i Credit Default Swap. I bassi costi dei prestiti negli Stati Uniti e in Europa hanno poi spinto gli stessi investitori a immettere fino a 3,8 miliardi di dollari nei finanziamenti per le obbligazioni della nazione sudamericana soltanto nel 2010; c’è anche da sottolineare come molti soggetti non siano fisicamente in grado di portare a termine degli scambi all’interno dei mercati degli swap, una situazione che li rende quindi maggiormente sicuri di fronte ai bond governativi e causando un rapido declino dei rendimenti alternativi, così come è stato confermato da una recente ricerca di Hsbc Global Asset Management.