Nuovi stimoli Federal Reserve

La Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, la massima istituzione monetaria federale del Paese, potrebbe presto intervenire nell’economia americana al fine di fornire nuovi stimoli. La prima economia ad essere entrata in crisi potrebbe pertanto essere anche la prima ad uscire dai fanghi della criticità internazionale, con una tempistica che potrebbe essere accellerata da qualche significativo intervento dell’istituto monetario attualmente guidato da Ben Bernanke. Ma cerchiamo di comprendere perchè la Federal Reserve potrebbe veramente intervenire ancora, in maniera più incisiva, sull’economia nazionale, e cosa potrebbe cambiare per la crescita locale.

Le considerazioni di cui sopra sono state tratte sulla base di una singola affermazione da parte di Bernanke, che rivolgendosi al presidente della commissione di supervisione del Congresso statunitense, Darrell Issa, ha affermato come “vi sia campo per una ulteriore azione da parte della Federal Reserve per facilitare la situazione finanziaria e rafforzare la ripresa” (qui uno degli ultimi discorsi di Bernanke).

Una breve affermazione, piuttosto sintetica, ma sufficiente per non far escludere la possibilità di un nuovo pacchetto di stimoli monetarie da parte dell’istituto monetario, finalizzato a dare una nuova spinta all’economia degli Stati Uniti.

Il presidente Bernanke sarà presto impegnato in un discorso che terrà al simposio annuale della Federal Reserve a Jackson Hole, nel Wyoming. Nel suo intervento, ora più che mai atteso, Bernanke potrebbe fornire ulteriori indicazioni e rilevazioni riguardo a un programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Federal Reserve, o illustrare nuove linee guida sulle politiche monetarie che l’istituto vorrà adottare per aiutare l’economia statunitense ad assumere dei ritmi di crescita più importanti (discorso in programma per il prossimo 31 agosto).

Nelle sue comunicazioni in commissione, Bernanke ha inoltre sottolineato come le azioni decise finora dalla Fed “hanno contribuito a promuovere una ripresa più solida di quella che ci sarebbe stata altrimenti e a impedire la possibilità di deflazione”.

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