I migliori Etf per sfruttare gli exploit del petrolio

Il 2012 è stato senza dubbio un anno spettacolare per la produzione petrolifera negli Stati Uniti: la produzione ha raggiunto livelli da record, con l’output del greggio che è salito di ben 779mila barili, fino a 6,4 milioni al giorno grazie ad alcune importanti scoperte. L’Energy Information Administration (Eia) ha già anticipato i dati del 2013 e sono altrettanto positivi, con una produzione che crescerà fino a 7,3 milioni di barili al giorno. Il 2014, poi, vedrà sfiorare questo valore gli otto milioni, come non accade ormai dal lontano 1988.

Il futuro che attende i T-Bond americani

La previsione può sembrare azzardata e anticipata, ma bisogna tenerne conto: secondo il broker danese Saxo Bank, i rendimenti dei bond americani a trenta anni sono destinati a raddoppiare nel corso del 2013. Si può parlare di un dato plausibile e con un riscontro effettivo? Per capirlo, è necessari ovviamente dare uno sguardo alle ultime performance di questi strumenti finanziari, senza dimenticare i corrispondenti Etf, così da accertare una eventuale crescita nel lungo termine delle obbligazioni in questione. La volatilità è stata presente in tale andamento nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010, poi nel corso del 2012 è stata registrata una leggera ripresa.

Nuovi stimoli Federal Reserve

La Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, la massima istituzione monetaria federale del Paese, potrebbe presto intervenire nell’economia americana al fine di fornire nuovi stimoli. La prima economia ad essere entrata in crisi potrebbe pertanto essere anche la prima ad uscire dai fanghi della criticità internazionale, con una tempistica che potrebbe essere accellerata da qualche significativo intervento dell’istituto monetario attualmente guidato da Ben Bernanke. Ma cerchiamo di comprendere perchè la Federal Reserve potrebbe veramente intervenire ancora, in maniera più incisiva, sull’economia nazionale, e cosa potrebbe cambiare per la crescita locale.

Futures: il punto su mais, semi di soia e carne bovina

Una breve panoramica sulle contrattazioni dei futures che si sono concluse ieri negli Stati Uniti ci può aiutare a comprendere le performance delle principali commodities. Ad esempio, gli strumenti collegati all’andamento del mais si sono caratterizzate per ribassi compresi tra i tre e gli undici centesimi di dollaro, a causa dell’influenza negativa subita dal mercato del grano. In particolare, le spedizioni del prossimo mese di luglio, lo strumento attualmente più attivo, sono quelle che hanno fatto registrare i cali più evidenti. La crescita del dollaro e le vendite commerciali hanno provocato questa depressione nei prezzi del mercato di riferimento.

Usa, i bond trentennali del settore corporate

Sono ben sei le compagnie americane a cui bisogna fare affidamento dal punto di vista degli investimenti finanziari: visto che il bond del Tesoro a trenta anni rende al di sotto dei quattro punti percentuali, le società in questione rappresentano una scelta molto utile, tenendo soprattutto conto che le loro quotazioni complessive ammontano a più di due miliardi di dollari, una somma che riguarda ovviamente il debito di lungo termine del comparto corporate. Quali sono i nomi precisi? Southwestern Public Service Company si è presentata al mercato obbligazionario due giorni fa con una offerta da ben duecento milioni di dollari: il bond in questione prevede una scadenza nel 2041 e beneficia della cedola trentennale di minore importo in un novero che è composto da società quali Microsoft, Johnson & Johnson, San Diego Gas & Electrific Company e Southern Edison Electric.

Tobacco Bond, la disputa tra stati e compagnie

La disputa tutta americana tra stati federali e produttori di sigarette vale circa sette miliardi di dollari e potrebbe prevenire nuove legislazioni per il futuro, oltre che dei Tobacco Bond dai ricavi interessanti: questi particolari titoli obbligazionari stanno vivendo un rally importante proprio grazie a queste discussioni, le quali stanno coinvolgendo quelle compagnie che lamentano una erosione della quota di mercato necessaria per pagare 46 stati. Secondo Richard Larkin, direttore dell’analisi creditizia presso la Herbert J. Sims & Co., l’intesa non può che essere positiva, anche perché pone fine a una questione che si è protratta troppo a lungo. Gli stati in questione detengono circa 107 miliardi di dollari in questi strumenti finanziari, mentre le società che sono attive nel settore hanno garantito pagamenti pari a sei miliardi quest’anno, in calo rispetto a quanto registrato nel 2010.

Autogrill si rafforza in Nord America

Nella giornata di ieri, giovedì 23 dicembre 2010, il leader della ristorazione autostradale e aeroportuale Autogrill ha annunciato un nuovo rafforzamento nell’area del Nord America sia attraverso il rinnovo di concessioni, sia attraverso l’acquisizione di nuovi contratti. In particolare, attraverso la propria controllata HMSHost, divisione che opera negli States, il Gruppo Autogrill ha acquisto due nuovi contratti presso gli aeroporti di Sacramento e di San Francisco, mentre nel Canada sono state rinnovate le concessioni possedute presso lo scalo di Toronto. Nel dettaglio, presso il San Francisco International Airport della California HMSHost ha stipulato un contratto della durata pari a dieci anni, fino al 2021, per la gestione aeroportuale dei servizi retail e di ristorazione a fronte di una generazione di ricavi che nel periodo viene stimata per oltre 80 milioni di dollari americani.

Usa: monetari e obbligazionari sostengono la raccolta dei fondi

Luglio è stato un mese davvero molto interessante per quel che riguarda gli Stati Uniti e i dati relativi ad alcuni investimenti di tipo finanziario: volendo essere più precisi, inoltre, si tratta del secondo mese consecutivo in cui si è assistito a una performance più che positiva da parte del comparto del risparmio gestito americano, il quale è stato in grado di concludere entrambi i riferimenti temporali con un buon totale. C’è da dire, in questo senso, che la raccolta netta in questione è stata importante, ammontando a circa 31 miliardi di dollari, anche se si deve sottolineare che, a fronte di un risultato così ottimistico, non si è riusciti a porre un freno alla “fuga” dei fondi di tipo azionario. Le rilevazioni principali sono giunte direttamente da Lipper, società di ricerca e di analisi finanziarie che fa parte del vasto gruppo Reuters; che cosa è emerso dunque?