Investire in obbligazioni governative – maggio 2013

bondsSecondo quanto ha recentemente affermato Jp Morgan, lo stock del debito governativo accumulato a livello mondiale sarebbe stimato intorno ai 44,6 mila miliardi di dollari, con un incremento del 52 per cento rispetto al 2008 (cioè, prima dello scoppio dell’attuale lunga ondata di crisi finanziaria): a fare incetta di titoli di debito governativo sono le banche centrali e quelle internazionali.

Il risultato è ampio frutto di quanto in sperimentazione da diversi anni: le politiche quantitative easing della Federal Reserve e della Banca del Giappone (ma non solo) hanno spinto all’acquisto di titoli pubblici per poter immettere liquidità sul sistema bancario, nell’auspicio di poter rilanciare l’economia reale.

Le imponenti operazioni di acquisto di titoli di debito governativo hanno tuttavia lasciato spazi sempre più ristretti agli investitori privati, con un margine che è previsto ancora più in riduzione nel corso dei prossimi mesi, considerato che sia la Fed che la Boj dovrebbero incrementare gli acquisti del 35 per cento nel solo 2013 (recentemente abbiamo anche riportato questo consiglio su come investire nei bond nel 2013).

Alla luce di tali importanti comportamenti, si evidenzia altresì il calo dei rendimenti dei titoli, che hanno continuato a calare fino a toccare livelli minimi proprio negli ultimi giorni. Un’evoluzione che non sembra preoccupare le banche centrali, conscie del fatto che il mercato sarebbe in grado di assorbire qualsiasi emissione.

Ad ogni modo, proprio il ridotto margine per gli investitori privati, e il calo dei rendimenti, sta spingendo sempre più risparmiatori a porre i loro impieghi nei confronti dei corporate bond, che dall’altra parte dell’Oceano hanno raggiunto stock davvero importanti (merito è anche il lancio di nuove emissioni da parte di alcuni colossi, come i 17 miliardi di dollari della Apple, i 2,25 miliardi di dollari di Ibm, o il miliardo di dollari di Texas Instruments).

Lo spazio per potersi garantire discrete soddisfazioni non sembra mancare, soprattutto in un’ottica di ideale bilanciamento e diversificazione.

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