Ungheria, India e Turchia: Raiffeisen illustra le opportunità finanziarie

1248768854L’ultima relazione di Raiffeisen Capital Management relativa all’attuale situazione dei mercati delle principali nazioni emergenti ha messo in luce delle realtà forse poco approfondite: in particolare, sono tre i nomi che fanno pensare maggiormente a un investimento vantaggioso, vale a dire quelli dell’Ungheria, dell’India e della Turchia. Esaminare nel dettaglio le caratteristiche e le peculiarità di questi tre paesi può aiutare a comprendere meglio i motivi che spingono i soggetti interessati a investire in tal modo. Anzitutto, c’è il caso dell’Ungheria: lo stato magiaro presenta un tasso di rincaro che si sta via via esaurendo nelle dimensioni, soprattutto in questo primo semestre del 2010, dunque non vi sono certezze assolute per quel che concerne l’inflazione, visto anche il sostegno che viene offerto dalla domanda.

 

L’obiettivo primario del governo di Budapest è quello di dare nuovo vigore al proprio bilancio, in effetti non bisogna dimenticare il brutto periodo vissuto dal fiorino e gli effetti devastanti provocati dalla crisi internazionale; ciò nonostante, la congiuntura è positiva e l’ottimismo viene destato dall’incremento della produzione industriale e dalle performance della bilancia commerciale. Il secondo ritratto da dipingere è quello dell’India. È inutile ricordare che si tratta di una delle nazioni asiatiche con le migliori prospettive di crescita economica (è una delle parti fondamentali del gruppo Bric), ma giova sempre rimarcare come il vasto paese abbia fatto registrare un aumento pari a quattro punti percentuali, un risultato ottenuto in un contesto non certo incoraggiante.

 

I principali vantaggi dell’India e di un investimento nel suo territorio si riferiscono alle esportazioni verso gli Stati Uniti e il continente europeo. Infine, c’è la Turchia: la crisi si è fatta sentire ovviamente anche a Istanbul e dintorni, ma in questo caso la ripresa è stata importante e migliore rispetto ad altri paesi, grazie, in particolare, all’adeguamento del mercato del lavoro e alle ottime dimensioni e capacità di quello interno.

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