Tirrenia, proprietari contro i commissari straordinari

Il dossier Tirrenia inizia a scottare davvero a due settimane da quella che sarà la sentenza finale del Tribunale in merito a un potenziale fallimento dell’azienda proprietaria. E la motivazione è legata a qualcosa che ormai sarebbe dovuta essere solo un ricordo del passato.

tirrenia rischio fallimento

Il problema di liquidità a base del dossier Tirrenia

Di che cosa si tratta? E’ presto spiegato: ancora non vi è ancora un reale accordo tra chi nel 2012 acquistò la parte sana della compagnia e chi si trova ancora a pagarne i debiti e quindi vi sono da una parte la Compagnia Italiana di Navigazione che possiede nella sua interezza il gruppo guidato da Vincenzo Onorato e dall’altra i commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria.

La prima deve ancora pagare a questi ultimi circa 180 milioni di euro, di cui 115  che hanno già causato il sequestro dei conto correnti della compagnia, annullato poi grazie ad un accordo riservato e un contributo pubblico di 72 milioni di euro l’anno per garantire la continuità territoriale tra Sicilia e Sardegna. Nonostante ciò il gruppo Onorato ha emesso un comunicato dove viene espressa “viva preoccupazione a fronte del rischio concreto che la posizione assunta dai Commissari possa determinare l’insolvenza“.

La nota coinvolge i 6 mila lavoratori che rischierebbero il posto in caso venisse dichiarato fallimento e quella che sarebbe la posizione ostile dei commissari, che avrebbero rifiutato “un primo pagamento parziale di 23 milioni di euro” quale “prima tranche di un rimborso dell’80% del credito, garantito dal valore di navi e altri asset, per circa il 130% del credito dilazionato“.  I commissari, non ricevendo rassicurazioni in merito alla capacità di sostenere il pagamento da parte di Cin avrebbero chiesto “una garanzia pari a circa il doppio del credito con tempistiche di pagamento” considerate non compatibili “rispetto ai flussi previsti nel piano di ristrutturazione“.

Rischio di commissariamento molto alto

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L’incapacità di Tirrenia di accettare un simile accordo è nata dai precedenti finanziari di Cin  e il prossimo 6 maggio la sentenza del Tribunale sarà basilare per dettare il futuro dell’azienda: il gruppo di Onorato rischia infatti esso stesso l’amministrazione straordinaria, a meno che non presenti un accordo di ristrutturazione del debito che venga accettato dai commissari di Tirrenia che detengono, al momento, circa il 60% dei suoi crediti. Se Cin verrà data in mano ai commissari nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico, si potrebbe arrivare a vendere i beni aziendali e garantire il minimo di continuità aziendale funzionale per pagare i creditori.

Questo porterebbe il Governo italiano a gestire la procedura fallimentare straordinaria di entrambe le aziende uscite dal precedente dossier Tirrenia, ovvero sia la bad company che la good company.

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