Telecom Italia su istruttoria Antitrust, nessun abuso

telecomTelecom Italia ha tenuto sempre comportamenti improntati ad una corretta competizione di mercato. A farlo presente con una nota ufficiale è stato l’ex operatore monopolista a seguito di un procedimento avviato dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato che, per effetto delle denunce che sono state presentate dagli operatori concorrenti Wind e Fastweb, ha avviato un’istruttoria con la quale si dovrà verificare l’esistenza o meno di abuso di posizione dominante. In merito, tra l’altro, il colosso italiano delle telecomunicazioni ha fatto sapere che, avendo agito nel pieno rispetto delle regole, è certa di poterlo dimostrare; intanto, Telecom Italia, ai fini dello svolgimento dell’istruttoria, ha reso noto d’essersi già messa a completa disposizione dell’Authority in merito ad ogni richiesta di informazioni e di documentazione necessaria al fine di dimostrare che le denunce di comportamenti illegittimi presentate dai due operatori sopra citati siano prive di fondamento.

L’istruttoria, in accordo con una nota emessa dall’Antitrust, è stata avviata dopo la riunione di mercoledì scorso in virtù del fatto che, in base alle denunce degli operatori concorrenti Wind e Fastweb, Telecom Italia avrebbe adottato dei comportamenti tali da escludere gli operatori concorrenti attraverso ritardi ed ostacoli nell’attivazione dei servizi all’ingrosso.

Nel dettaglio, l’AGCM, tra l’altro, dovrà verificare se effettivamente, in base alle denunce, Telecom Italia abbia adottato un comportamento penalizzante, anche a carico degli utenti finali, attraverso mancate attivazioni di servizi sulla base di motivazioni tecniche sia pretestuose, sia ingiustificate. Inoltre, sempre in base alle denunce dovrà essere verificato se effettivamente Telecom, nelle aree a maggior concorrenza, ovverosia quelle dove anche gli altri operatori hanno accesso all’ultimo miglio, abbia adottato delle politiche di prezzo molto aggressive con forti sconti rispetto invece ai prezzi proposti in quelle aree del territorio italiano che, invece, risultano essere ancora meno esposte agli effetti di competizione sul mercato delle telecomunicazioni.

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