Piazza Affari positiva e spread stabile

Giornata nel complesso positiva quella di oggi, con Piazza Affari che chiude le contrattazioni in netto rialzo ed il Dow Jones che sembra seguire la tendenza Europea. Il downgrade da parte delle Agenzie di Rating americane su 3 istituti di credito Francesi non ha spaventato i mercati che tengono grazie al buon riscontro avuto dal meeting di Bruxelles. Brilla a Milano il settore bancario che vede tra i migliori Intesa Sanpaolo seguita da Banca MPS ed Unicredit, mentre continuano le vendite su Fondiaria-Sai e Campari stenta a recuperare la positività che caratterizza il titolo ormai da tempo.

Occhi puntati come sempre sugli spread, che proprio in una giornata  come questa confondono gli investitori visto che l’andamento non rispecchia le aspettative; i mercati prendono fiato, ma lo spread Btp-Bund consolida il valore di 445 punti che conclude una giornata dove invece ci si attendeva un calo netto del differenziale, facendo tornare dubbi e perplessità agli investitori. In realtà, anche questa volta, è del tutto normale assistere ad un consolidamento dei livelli raggiunti, visto che il close verde dei mercati azionari non dice nulla sull’effettivo sviluppo di quello che oggi è stato deciso.

Titoli di Stato: nuova emissione di Btp del 14 Dicembre 2012

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica la nuova asta di BTP, la prima di Dicembre 2012, dopo che da 2 giorni lo spread è sceso nettamente rispetto al valore di top assoluto di poco tempo fa’. Sul comunicato ufficiale apprendiamo che il giorno 14 Dicembre 2012 verrà emesso, con regolamento previsto al 16 dello stesso mese, i Buoni del Tesoro Ordinari rappresentati dall’ISIN IT0004761950 con decorrenza al 15 Settembre 2011 e scadenza al 15 Dicembre 2016. Il classico cinque anni, si legge nel comunicato, ha un tasso di interesse lordo annuo al 4.75% e può essere prenotato presso gli intermediari abilitati per tranche minime di 1000 euro.

La tensione sul mercato dei titoli di Stato si allenta, tanto che lo spread del “dieci anni” da due giorni scende velocemente e si conferma sotto quota 370 con la chiusura di oggi, ancora in netto calo (-1.772%) chiudendo precisamente a 3.682.

Spread Btp-Bund: perchè oggi non è una buona giornata, ma ottima

Il differenziale dei titoli di Stato rispetto al Bund tedesco è diventato ormai l’indice “della paura” che riesce a movimentare gli investimenti secondo solo al rating (che resta ancora la causa dei movimenti del differenziale stesso).

Ma se la nostra attenzione si è sempre focalizzata sul differenziale tra Btp a 10 anni italiani e Bund tedesco, ora invece vogliamo allargare le vedute ed includere nell’analisi di oggi anche qualche considerazione e confronto con Spagna e Francia perlomeno.

La prima sappiamo che se non è a rischio come l’Italia poco ci manca ed in ogni caso ha avuto problemi ben peggiori dei nostri solo fino a qualche anno fa’; il differenziale tra i titoli di stato Spagnoli e quelli Tedeschi si attestava fino a poco tempo fa’ intorno a 4.5 punti mentre negli ultimi giorni il ritracciamento ha spinto il valore sotto a quota 3 tornando a livelli accettabili (ma comunque pericolosi). 

Vola Piazza Affari ma lo spread non si muove

Avvio di ottava sopra ogni aspettativa sulle Piazze Europee con Wall Street che segue a ruota recuperando oltre 220 punti. A milano brillano le blue-chips dove gli acquisti fanno una distinzione netta che scartano titoli come Parmalat Diasorin Finmeccanica e Banca Popolare di Milano a favore di tutti gli altri con una nota di merito a Unicredit che recupera l’8.14% sovra-performando il settore che invece si conferma a 5.98% a fine seduta. Nota di merito anche per Fiat, terza sul podio dopo Exor con 7.16% di guadagno e Intesa SanPaolo che segue con 7.04%.

Bene anche Enel con 4.42% di performance positiva e Telecom Italia che a sorpresa si allinea all’indice recuperando terreno. I movimenti Europei arrivano in corrispondenza con il nuovo tracy+1 che a questo punto diventerà ribassista solo se nella prossima seduta vedremo un ritorno a 14250 punti che ora diventa il supporto psicologico insieme a 14000 punti che invece è valido in close daily come punto di reverse al ribasso.

Spread Btp ancora in salita, malissimo l’asta di titoli di Stato

Mentre l’azionario si porta in parità dopo una fase di perdita che ha spinto l’indice sotto dell’1.50% circa non si calma invece il mercato dei titoli di Stato che deve fronteggiare l’ennesima pessima asta di collocamento; i rendimenti a 10 anni arriva al 7.29%, quello a 5 anni al 7.48% e quello a 2 anni si conferma a 7.68%. Questi sono i dati “caldi” che hanno fatto cedere l’azionario sulla nuova paura di recessione mentre lo spread Btp-Bund torna stabilmente sopra a quota 500 punti.

C’è però da segnalare una questione; il paragone con il Bund è un indice relativo e per questo con il passare del tempo la situazione è cambiata e lo spread Btp-Bund in questo momento è meno significativo rispetto ad altri aspetti (che comunque convergono in una visione “rossa” per i prossimi mesi); l’andamento dell’Eurozona pesa sulla Germania al pari di altri stati e per questo (dopo anche la notizia dell’asta di Bund) la lettura del differenziale tra Btp e Bund non può essere significativa se non si contestualizza.

Titoli di Stato: nuova asta Btp del 29 Novembre 2011

Dopo le notizie negative arrivate dalla Germania riguardo l’emissione del Bund che non ha trovato risposta da parte degli investitori, l’asta dei Buoni del Tesoro Poliennali in Italia preoccupa ancora più del solito.

I Btp sono sotto stretta sorveglianza da quando in Agosto scorso hanno visto l’inizio dell’aumento dello spread con il Bund tedesco che ai giorni nostri risulta più che raddoppiato rispetto al valore ideale. Se quindi il mercato non ha reagito immediatamente alla news negativa sui nuovi Bund, potrebbe invece farlo con l’emissione dei Btp ed una giornata negativa potrebbe trasformarsi in un crollo verticale che interesserebbe solamente l’Italia.

Secondo il classico comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze l’emissione di BTP prevista per il 29 Novembre 2011 con regolamento il 1° Dicembre sarò rappresentata dai seguenti prestiti:

Spread Btp-Bund sale con il crollo dell’azionario, ma non segna nuovi massimi

Avvio di ottava estremamente negativo a Piazza Affari, dove il gap-down iniziale porta immediatamente il panico sui book principali costringendo le blue-chips a seguire la via del ribasso.

Il colpo peggiore lo accusa sicuramente Banca Popolare dell’Emilia che cede il 6.65% seguita da Lottomatica (-6.26%) ed Exor (-6.03%) mentre l’intero settore bancario cede circa il 3%. In questo momento il Dow Jones conferma la negatività di inizio ottava con un crollo verticale al di sotto del minimo della scorsa ottava, avvicinandosi pericolosamente a 11500 punti.

Nuove tensioni e lo spread torna a far parlare di sè, ma il differenziale tra Btp e Bund sale relativamente poco però ed è proprio su questo che si interrogano gli investitori. Come mai in una giornata tanto negativa (l’indice Mib cede al momento oltre il 4% del suo valore) lo spread non è volato a fare nuovi massimi contestualmente con i nuovi minimi di breve visti sull’indice già in apertura?

Spread in calo, ma la situazione resta pericolosa

Che lo spread sia sceso di qualche punto mentre l’azionario saliva questa mattina non vuol dire assolutamente nulla; facendo un passo indietro sul grafico di medio periodo torniamo direttamente a Giugno e guardiamo il livello di allora per capire la situazione attuale.

Lo spread Btp-Bund è oscillato tra 120 e 200 punti da circa 4 anni a questa parte e pertanto questo range di valori possono essere considerati “la normalità” per quanto riguarda i titoli di Stato italiani. Da Giugno scorso però è iniziato l’uptrend sul grafico che ha portato al raddoppio dei punti di differenza con top assoluto raggiunto pochi giorni fa’ oltre quota 560.

Quando si dice quindi che lo spread Btp-Bund è sceso portandosi vicino a 500 punti, in realtà adesso sappiamo che non vuole dire praticamente nulla nella situazione attuale visto che il problema non sono i 50 punti di troppo che possono riportare il Paese tra quelli a basso rischio.

Titoli di Stato: nuova asta BTP del 14 Novembre 2011

Nuova, attesissima emissione di BTP di Novembre 2011; i Buoni del Tesoro Poliennali, balzati sulle prime pagine dei notiziari, vengono ormai seguiti anche dai risparmiatori che prima li sceglievano senza pensarci, e la battaglia tra gli analisti si inasprisce a colpi di analisi.

Ma vediamo subito i dettagli: con ISIN IT0004761950 verrà emesso il BTP con decorrenza 15 Settembre 2011 e scadenza 15 Settembre 2016 in asta il 14 Novembre con regolamento previsto per il 16 Novembre. Il “prestito” sarà sottoscrivibile recandosi dagli intermediari specializzati per un importo minimo di 1000 euro.

Tornando alla questione importante, la domanda del momento è ovviamente: i BTP sono più convenienti, o più rischiosi? Vale la pena comprarli? L’opinione degli specialisti è quanto più che mai divisa.

Spread Btp-Bund: stabille sotto a 360?

Ancora massima allerta sui titoli di Stato: lo spread Btp-Bund, protagonista degli ultimi mesi in Europa, torna sotto a quota 350 sfiorando 340 dopo una serie di top relativi che da un punto di vista tecnico indicano una forte difficoltà nel salire sopra a quota 400. Una buona notizia quindi, se non fosse che i fondamentali ancora non sono tali da garantire discese nell’immediato futuro.

Il Securities Market Programme ha contribuito nella scorsa ottava all’acquisto di titoli del debito nell’Eurozona per 163 miliardi di euro. Questo è il motivo di breve periodo che sostiene il sentiment legato ai paesi Europei, mentre qualsiasi proposta dell’Eurotower non riesce a trovare i consensi per essere messa in pratica con sicurezza. La reazione immediata dell’intervento è, come sempre, un alleggerimento della tensione sugli spread con il Bund tedesco che per durare necessita probabilmente di altri acquisti da parte della Banca Centrare di cui sentiremo parlare presto. 

Titoli di Stato: scende lo spread Btp-Bund ma resta alta la tensione

Che il mercato si appresti a concludere la prima ottava veramente positiva da diverso tempo a questa parte è sicuramente una buona notizia, ma il recupero messo a segno dal mercato Italiano sembra non bastare a calmare le acque sui titoli di Stato italiani; lo spread Btp-Bund si attesta intorno a 360 punti nella giornata di oggi e la discesa avuta dal double top vicino a quota 400 è praticamente irrilevante se si considera il ritracciamento avuto sull’azionario come metro di misura.

Le condizioni per la discesa dello spread sono ben altre: la messa in discussione dell’intero settore bancario europeo con anche la Francia sotto il mirino delle agenzie di rating si ripercuote anche sulla stabilità finanziaria dei singoli stati che continuano ad avere rendimenti sopra la media e rischi troppo alti per trattarsi di paesi industrializzati con un passato piuttosto solido.

Il doppio massimo sul differenziale è sicuramente un buon segnale per i “tecnici” che seguono i grafici di borsa, ma non dice nulla invece a chi si occupa di fondamentali; questi appunto secondo il quadro generale continuano ad essere pessimisti e prevedono un consolidamento del differenziale proprio in area 400 o appena sotto, nella migliore delle ipotesi.

Italia: rischio massimo, Bot come nel 2008

Il rischio di default degli stati UE è sotto la lente di ingrandimento dell’Europa e dell’America. Le agenzie di rating non aspettano altro che occasioni per puntare il dito su qualcuno al di fuori degli USA, e sembra che il candidato migliore sia proprio il Belpaese.

Dopo la Grecia, su cui la Germania aggiusta il tiro dichiarando “Siamo sicuri che stanno facendo il possibile” i prossimi sembra dobbiamo proprio essere noi; i Cds arrivano al record storico e lo spread btp-bund torna all’attacco del massimo precedente prossimo a quota 400 e l’ultima speranza degli addetti ai lavori è che si tratti di un doppio massimo prima della fine della “bolla”.

Poco incoraggianti anche i Bot a 12 mesi; questa mattina è stata fatta l’asta per 7.5 miliardi di titoli che sono stati assegnati con un rendimento del 4.153% che rispetto al precedente (2.959%) ha subito un rialzo spaventoso. Forte rialzo anche per il rendimento dei Bot trimestrali che completa il quadro disastroso dei titoli di Stato italiani.

Titoli di Stato: integrazione all’emissione del 13 Settembre di Btp

Mentre la giornata borsistica odierna volge al termine con l’indice FTSE-Mib contrastato e Wall Street debole che attende la FED in serata, il Ministero dell’Economia e delle Finanze integra con una nota i dati riguardanti l‘emissione di Bot prevista per il 13 Settembre: i Btp con decorrenza 15 Settembre 2011 e scadenza 15 Settembre 2016 avranno ISIN IT0004761950 ed un ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 3000 milioni di euro ad un massimo di 4000 di euro.

Per quanto riguarda i Buoni del Tesoro Poliennali non più in corso di emissione, quelli con decorrenza 1 febbraio 2008 e scadenza 1° agosto 2018 (ISIN IT0004361041), quelli con decorrenza 1° febbraio 2004 e scadenza 1° febbraio 2020 (ISIN IT0003644769), quelli con decorrenza 1° marzo 2010 e scadenza 1° settembre 2020 (ISIN IT0004594930) avranno un’ammontare complessivo compreso tra 2000 milioni di euro e 3000 milioni di euro.

Piazza Affari perde il 3%, sale ancora lo spread Btp-Bund

Giornata nera per le Piazze Europee; la perdita percentuale si aggira intorno al 3% per l’Italia, anche se il gap lasciato aperto con l’apertura del Fib lascia sul campo buoni propositi per un rimbalzo corposo, gli effetti della discesa sono palpabili.

In attesa del buy-back previsto dal MEF sugli altri titoli, lo spread Btp-Bund torna protagonista con una salita del 10% che porta il differenziale oltre 360 punti non promettendo nulla di buono per i prossimi due giorni. Se durante la mattinata sono stati i dealer ad agire direttamente sui Btp, nel pomeriggio si è confermato invece che la stessa Bce ha agito sul mercato, come è lecito aspettarsi in situazioni incontrollabili come quella di oggi:

Hanno acquistato sulla scadenza a 10 anni, sono intervenuti in maniera più decisa rispetto a questa mattina

Conferma un dealer di un’istituto di credito italiano, mentre un altro trader conferma:

Hanno acquistato anche sulle scadenze brevi, tra 2 e 5 anni