I grandi hedge fund escono dall’oro

Importante svolta per il mercato dell’oro, che nella seduta di venerdì 15 febbraio è tornato sotto la soglia dei 1.600 dollari l’oncia scendendo sui livelli più bassi da agosto scorso. Il quadro tecnico del metallo giallo è in costante deterioramento, ma vanno molto male le cose anche da un punto di vista fondamentale. Giovedì scorso il World Gold Council ha comunicato i dati sulla domanda nel 2012: per la prima volta negli ultimi tre anni si è verificato un calo delle richieste di gioielli e preziosi.

Previsioni prezzo oro 2013-2014 secondo Bnp Paribas

La banca francese Bnp Paribas resta ancora ottimista su possibili forti rialzi delle quotazioni dell’oro nei prossimi dodici mesi, ma a partire dal 2014 si aspetta un’inversione della tendenza. Gli specialista della banca transalpina sono convinti “il sentiment del mercato nei confronti dell’oro nel 2012 è stato particolarmente incerto”. Due giorni fa la quotazione dei futures sull’oro sul mercato Comex è scesa sotto 1.685 dollari l’oncia, sui livelli più bassi da quasi un mese. Lo scorso 28 novembre, invece, l’oro è stato interessato da un clamoroso sell-off.

Ancora performance positive per i futures sul rame

Passano i mesi ma la situazione non cambia: se a fine settembre si era registrato un rialzo consistente per i futures sul rame, questi ultimi contratti sono risultati nel corso della giornata di ieri in crescita per il terzo giorno consecutivo. La propensione verso gli investimenti è sensibilmente migliorata grazie alla pubblicazione di un report ben preciso, il quale ha messo in luce come il settore manifatturiero della Cina abbia aumentato la propria produzione a ottobre per la prima volta dopo un intero trimestre. Di conseguenza, il Comex di New York ha evidenziato uno scambio dei futures in questione (spedizioni del prossimo mese di dicembre) a quota 3,541 dollari l’oncia, con un aumento complessivo di 0,65 punti percentuali.

Il punto sui contratti futures

Una nuova settimana si sta per concludere e occorre fare il punto su quelle che sono state le principali performance dei contratti futures. Si può cominciare questo discorso con il gas naturale. In effetti, gli strumenti in questione sono riusciti a terminare la giornata di ieri con il secondo guadagno consecutivo a New York, sfruttando la speculazione che riguarda le scorte, visto che c’è la convinzione che non raggiungeranno la loro capacità massima prima che le temperature invernali facciano aumentare la domanda.

I dati economici americani sospingono i futures sul rame

Il rame ha subito il primo rialzo degli ultimi tre giorni, dopo che le ultime pubblicazioni statistiche hanno messo in luce un sostanziale miglioramento del mercato del lavoro e una accresciuta fiducia da parte dei consumatori: in aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno la ripresa dell’economia degli Stati Uniti, il secondo maggior paese al mondo per quel che concerne i consumi di tale metallo. Secondo alcuni analisti finanziari, poi, l’outlook in questione può essere definito come “abbastanza costruttivo”, visto che perfino l’economia della Cina sta andando meglio di quanto si possa credere.

Rame: futures in rialzo nonostante gli scioperi cileni

L’ultima crescita del rame nel mercato dei metalli, con la quotazione che è giunta ai massimi dell’ultimo mese, riflette in larga misura le possibili prospettive di salvataggio che dovrebbero riguardare l’eurozona e la riduzione del suo deficit di bilancio: in effetti, questi spiragli e squarci di “bel tempo” hanno fatto ipotizzare che l’economia possa riprendersi e di conseguenze anche la domanda per la commodity in questione. I mercati finanziari sono dunque previsti in crescita e lo stesso discorso vale anche le vendite al dettaglio statunitensi, con il rame stesso che è riuscito ad avvantaggiarsi del periodo di festività del Ringraziamento, ricordando che gli States sono la seconda nazione al mondo per quel che concerne i consumi di questo metallo (la leadership è appannaggio della Cina).

Metalli di base, prosegue il rally al London Metal Exchange

I metalli industriali stanno proseguendo imperterriti il loro incredibile rally: si tratta infatti del secondo giorno consecutivo che il London Metal Exchange fa registrare dei guadagni importanti, configurando uno dei migliori risultati dell’ultimo biennio (era dal 2009 che non si verificava una situazione simile), grazie soprattutto ai buoni dati manifatturieri che sono giunti dalla Cina. Nel dettaglio, l’ex Impero Celeste ha messo in luce una interessante crescita delle proprie produzioni nel corso di questo mese, almeno secondo quanto rilevato dagli indici di Hsbc e Markit Economics. Ma c’è anche da dire che i metalli hanno subito questo fondamentale rialzo a causa delle buone performance delle esportazioni giapponesi, aumentate più di quanto ci si potesse aspettare.

Rame, buon rialzo dei futures a Londra e a Chicago

Tra i vari rialzi del London Metal Exchange, quello del rame è senza dubbio tra i più importanti: questa performance rappresenta la principale conseguenza della stabile domanda proveniente dal continente asiatico, con la Cina a dominare come di consueto i consumi in questione. In particolare, le scorte di rame in Asia sono diminuite nel corso della ventunesima e ventiduesima sessione, mentre le due successive sono state caratterizzate da un incremento che ha compensato tutto. Come ha opportunamente rilevato Standard Chartered, inoltre, la domanda ha subito un interessante aumento anche in Giappone, senza dimenticare gli ottimi ordinativi. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che le spedizioni di rame relative ai prossimi tre mesi sono riuscite a guadagnare 2,1 punti percentuali, attestandosi a quota 7,441 dollari la tonnellata presso la stessa piazza londinese.

Non solo Oro: brilla anche l’Argento

Il riversamento di capitali nel Mercato dell’Oro dovuto in gran parte alla sfiducia mostrata dagli investitori verso l’azionario non è la sola conseguenza del periodo fortemente critico che stiamo attraversando in questo 2011, che potrebbe chiudere veramente male gli ultimi mesi rimasti (sull’azionario, si intende). Gli analisti concentrano le previsioni sull’Argento dopo aver passato in rassegna l’Oro concludendo l’analisi positivamente per questo fine 2011.

Il Silver ha attraversato una fase di fortissima crescita tra Marzo e Aprile 2011, quando ha toccato l’apice a ridosso dei 50 Dollari (con riferimento al future continuo quotato sul Comex) per poi scendere vertiginosamente tra la fine di Aprile e l’inizio di Maggio, stabilizzando il prezzo intorno ai 35 dollari e ricominciando a salire dopo Giugno.

Brusca caduta dell’oro, gli investitori sono costretti a vendere

Il rally aureo è terminato ieri con una caduta fragorosa da parte del prezioso metallo: tale inversione di tendenza così evidente ha spinto gran parte degli investitori finanziari a vendere titoli, visto che il contemporaneo rafforzamento del dollaro ha drasticamente ridotto l’appeal del comparto in questione come asset alternativo. Anche l’argento si è comportato nello stesso modo. La perdita dell’oro è stata pari a un punto percentuale, declino che ha fatto assestare la bionda commodity fino a quota 1.388,45 dollari l’oncia, prima però di essere scambiato oltre i 1.391 dollari a Seul; i lingotti quotati in euro hanno conseguito importanti record, mentre l’argento ha dovuto subire un calo pari allo 0,7%. Hwang Il Doo, trader presso la Korea Exchange Bank Futures Co., ha fatto sapere di ritenere questo trend soltanto un andamento temporaneo che potrebbe protrarsi fino alla fine del 2010: l’oro, inoltre, dovrebbe continuare a essere il bene rifugio privilegiato dai risparmiatori.

Oro: a New York seconda settimana di perdite per i futures

La caduta è stata fragorosa, ma molti analisti si attendevano una performance del genere, visto che si tratta della seconda settimana consecutiva in ribasso: il riferimento va all’oro, il quale ha subito questo declino a causa, principalmente, delle ultime iniziative poste in essere dalla Cina per far fronte alla crescente inflazione. L’erosione della domanda di metalli preziosi e materie prime è stata inevitabile, visto che la nazione asiatica ha provveduto ad accumulare ampie riserve per la seconda volta negli ultimi quindici giorni. Il balzo all’indietro, volendo essere più precisi, si è tradotto in una perdita di ben 5,1 punti percentuali a New York, con un crollo conseguente dal record di 1.424,30 dollari l’oncia per quel che riguarda le quotazioni.

Futures su oro e argento, il debito europeo alle origini del declino

È una caduta fragorosa quella subita dai contratti futures su oro e argento: gli strumenti finanziari in questione, i quali osservano da vicino le performance dei due principali metalli preziosi, sono scesi al loro livello più basso delle ultime tre settimane, a causa, in particolare, del rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, fattore che ha eroso progressivamente l’appeal delle commodities come assets alternativi. Lo scivolone dell’argento è stato ancora più consistente, visto che si tratta del peggior declino da febbraio 2009. Questa situazione si può comunque spiegare in maniera abbastanza agevole; l’euro sta ancora mostrando forti segni di difficoltà, alla luce degli ostacoli che stanno incontrando i governi europei nel far fronte ai loro debiti.