Oro: a New York seconda settimana di perdite per i futures

La caduta è stata fragorosa, ma molti analisti si attendevano una performance del genere, visto che si tratta della seconda settimana consecutiva in ribasso: il riferimento va all’oro, il quale ha subito questo declino a causa, principalmente, delle ultime iniziative poste in essere dalla Cina per far fronte alla crescente inflazione. L’erosione della domanda di metalli preziosi e materie prime è stata inevitabile, visto che la nazione asiatica ha provveduto ad accumulare ampie riserve per la seconda volta negli ultimi quindici giorni. Il balzo all’indietro, volendo essere più precisi, si è tradotto in una perdita di ben 5,1 punti percentuali a New York, con un crollo conseguente dal record di 1.424,30 dollari l’oncia per quel che riguarda le quotazioni.


In tal senso, quindi, si è assistito anche alle perdite dei contratti futures che osservano da vicino l’andamento del biondo metallo; nel dettaglio, le spedizioni di dicembre sono calate di 70 centesimi al Comex, col bene rifugio capace di perdere il 3,3% nelle ultime due settimane. A questo punto, gran parte degli strateghi prevedono un incremento di cinquanta punti base in relazione alle richieste di riserve auree, così come è stato confermato anche dalla banca centrale cinese. L’inflazione dell’ex Impero Celeste è aumentata in modo considerevole fino a un livello che non veniva raggiunto da due anni a questa parte; l’impennata improvvisa subita dalla domanda nazionale (bisogna rammentare che Pechino può vantare l’utilizzo più ampio a livello mondiale di molte commodities) ha sospinto negli ultimi anni l’indice Crb (Commodity Research Bureau).

Secondo Frank Lesh, trader presso FuturePath Trading Llc, le alte richieste di riserve, unite alle aspettative di crescita dell’economia, potrebbero voler significare una minore domanda di oro e delle altre materie. Intanto, sono state acquistate 153,7 tonnellate del prezioso metallo da parte della stessa Cina nel corso del terzo trimestre: il guadagno aureo del 2010 è pari al 23%, ma queste cadute cominciano a suscitare qualche timore.

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