Rapporto Acepi-Carefin 2009: come gestire la volatilità

1042389_55375705L’Acepi (Associazione Italiana Certificati e Prodotti d’Investimento) e Carefin Bocconi (si tratta del Centre for Applied Research in Finance dell’ateneo milanese) hanno stilato un rapporto davvero interessante, relativo al 2009, ma da prendere come esempio anche per quest’anno: si tratta di una serie di indicazioni fondamentali ai fini degli interventi da adottare, nell’ambito degli investimenti finanziari, per ottenere una crescita che sia il più possibile stabile e duratura nel corso del tempo per questo specifico comparto. Cosa è stato affrontato esattamente? Gli aspetti su cui occorre essere più informati, soprattutto alla luce del momento economico attuale, sono emersi da alcune interviste: chi è stato interpellato ha ritenuto davvero essenziali quelle informazioni che sono volte a incrementare in maniera significativa la quota di certificati che sono presenti nei portafogli di investimento dei soggetti.

 

In effetti, appare evidente come vi siano troppo spesso delle evidenti lacune per quel che concerne le difficoltà nel valutare i rischi e la liquidità dei prodotti finanziari; tali carenze, inoltre, sono la causa principale di una conoscenza sbagliata degli scenari di mercato, un fattore che conduce a scegliere i certificati meno opportuni per il proprio portafoglio. Come bisogna comportarsi allora, alla luce di queste consapevolezze? Le due associazioni hanno invitato a un’ampia riflessione in tal senso, in particolar modo circa quelli che devono essere i metodi che i consulenti finanziari possono seguire al fine di rendere gli stessi certificati davvero redditizi, ottimizzando al contempo il rapporto tra il rendimento e il rischio correlato.

 

Un elemento da monitorare in misura maggiore è, poi, la volatilità: si tratta di una variabile che ha influenzato i mercati negli ultimi anni più di tutte le altre e dunque il mondo dei certificati può risentirne enormemente. L’auspicio è rivolto soprattutto a coloro che investono non solo in questi prodotti, ma che si affidano anche a opzioni plain vanilla (vale a dire i prodotti standard) e a quelle più “esotiche”.

Lascia un commento