Quali sono gli indicatori dell’euro-rischio

La crisi dell’euro imperversa sui mercati finanziari da oltre due anni. Molti governi sono saltati, alcuni paesi hanno chiesto aiuto per evitare la bancarotta (Portogallo e Irlanda), altri hanno chiesto sostegno esclusivamente per evitare il crack del proprio sistema bancario (Spagna). Un paese, la Grecia, è stata spesso con più di un piede fuori dalla zona euro dopo aver messo a punto una mega-ristrutturazione del proprio debito. Altri paesi (Italia in primis) temono di essere le prossime vittime della speculazione internazionale e stanno cercando di spingere verso soluzioni anti-crisi drastiche e precise.

Tuttavia, non c’è un indicatore in grado di dirci con precisione se i leader politici sono realmente in grado di compiere scelte efficienti per salvaguardare i risparmi dei propri elettori e dell’intera popolazione. Si brancola nel buio: la volatilità sui mercati aumenta, l’incertezza e l’ansietà amplificano il rischio-errore e la fantasia degli investitori. Insomma, non c’è un indice che può dirci quando investire con fiducia (risk on) o quando è meglio restare alla finestra e attendere tempi migliori (risk off).

Per compiere scelte che siano il più possibile concettualmente valide è necessario disporre di molte informazioni, sia di natura tecnica (analisi dei grafici dei prezzi) che di natura fondamentale (analisi dei dati macroeconomici). Lo stato di salute delle singole economie, o di un’intera unione monetaria come la zona euro, può essere decifrato attraverso diversi indicatori macroeconomici: pil (prodotto interno lordo), tasso di disoccupazione, inflazione, tassi di interesse, indici di fiducia economica (ad esempio IFO e ZEW).

La complessità odierna dei mercati finanziari, però, non rende agevole investire nemmeno se ci fosse un indice sull’efficienza della politica economica e monetaria. Gli investitori guardano così agli alti e bassi degli spread (Btp-Bund e Bonos-Bund su tutti), ma si proteggono dal rischio-euro acquistando titoli di stato tedeschi e monete alternative. Il dollaro americano e lo yen restano le valute rifugio per eccellenza. Sul fronte dei beni rifugio l’oro sta perdendo sempre più appeal, mentre piacciono sempre più le corone scandinave e il dollaro canadese.

Lascia un commento