Il panico per i Cds sta favorendo il comparto corporate

4a37ccae4feb3_zoomNon si può certo dire che quello attuale sia il momento migliore che stanno vivendo, finanziariamente parlando, i Cds (Credit Default Swap: si tratta degli swap che trasferiscono l’esposizione al credito tra le parti): il panico sui mercati è molto alto, soprattutto alla luce delle emissioni non proprio felicissime di titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo. Non esiste dunque un’alternativa a questi strumenti, visto che la crescente avversione al rischio ha provocato un sicuro approdo verso il Bund tedesco e le obbligazioni americane? In realtà, per allentare la pressione non è forse la migliore scelta quella di trasferire in continuazione la propria liquidità. Piuttosto, come consigliano moltissimi analisti, è preferibile affidarsi al mercato delle obbligazioni corporate, senz’altro più promettenti. Come è noto, in questo caso, si possono ottenere dei rendimenti davvero interessanti a fronte di rischi più alti.

 

Le soluzioni migliori sono diverse, ma si può anche operare un’accurata selezione. In effetti, c’è da dire che uno dei migliori corporate bond del momento è quello di Prysmian, l’azienda specializzata nella produzione di cavi per l’energia: il titolo in questione ha ormai oltrepassato da tempo i cento euro e, dettaglio da non trascurare, il rendimento che viene offerto all’investitore è pari al 5,25% (c’è molta liquidità). Lo stesso discorso vale anche per il bond Peugeot.

 

La casa automobilistica transalpina ha infatti lanciato sul mercato questa obbligazione che scadrà nel 2033 (il codice Isin è FR0010014845) e che può beneficiare di una cedola interessante e di un rendimento annuo pari al 7,21% (ovviamente conta la durata ventennale). Un ultimo cenno per diversificare il proprio portafoglio corporate lo meritano altri due bond; anzitutto, l’emissione di Lafarge (la scadenza è stata fissata tra tre anni) presenta un rendimento del 4,33%, mentre l’obbligazione a tasso fisso di Unicredit (codice Isin IT0004452394) ha raggiunto i 101,4 euro e gli 1,8 miliardi di titoli emessi.

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