Primo Trimestre Generali negativo

Il colosso Generali ha archiviato il primo trimestre del 2012 con l’utile netto in calo; -7,9% a 567 milioni di euro è il calo registrato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (quando invece si era registrato un utile netto di 616 milioni di euro. L’utile operativo del primo trimestre è stabile a 1,2 miliardi di euro mentre il solvency I passa dal 117% di fine dicembre al 133%.

I dati sono comunque al di sopra delle attese degli analisti, anche se la risposta in borsa è negativa. Giovanni Parissinotto conferma comunque l’obiettivo di un utile operativo compreso tra 3,9 miliardi di euro e 4,5 miliardi di euro:

I risultati del trimestre mostrano un inizio anno in decisa ripresa rispetto alla seconda parte del 2011, con un aumento della redditività in tutte le linee di business e un significativo rafforzamento della nostra solidità patrimoniale

Esito positivo asta BOT maggio 2012

L’emissione del Ministero dell’Economia e delle Finanze prevista per questa mattina ha avuto esito positivo. L’offerta riguardava titoli di Stato con scadenza a tre mesi ed a dodici mesi, ed in entrambi i casi la domanda è stata più che soddisfacente per il MEF, che ha registrato un calo netto dei tassi di interesse rispetto all’emissione di aprile scorso.

I Buoni Ordinari del Tesoro in asta con scadenza trimestrale sono stati collocati per l’intero importo (tre miliardi di offerta a fronte di 7 miliardi di euro di domanda); il tasso di interesse registrato è dello 0,865% rispetto all’1,249% precedente ed il bid-to-cover è salito da 1,516 del mese precedente a 2,49. Per quanto riguarda l’emissione di BOT con scadenza annuale, sono stati assegnati tutti e sette i miliardi di euro previsti dal MEF  ed il tasso di interesse è, anche in questo caso, in netto calo; al prezzo di 97,689 sono stati emessi i BOT annuali con rendimento al 2,340%, inferiore al precedente 2,840% di aprile scorso.

Ford Motor tenta ancora la carta dei titoli obbligazionari

Ford Motor Company sta tentando ancora una volta la fortuna affidandosi al mercato dei titoli obbligazionari: ma l’occasione a cui si sta facendo riferimento è particolare, visto che è la prima volta in assoluto che si procede in questo senso dopo che Fitch ha aumentato il grado di investimento del colosso automobilistico lo scorso 24 aprile. L’emissione verrà curata dalla divisione finanziaria della compagnia di Dearborn, Ford Motor Credit, con il titolo in questione che sarà un benchmark della durata di tre anni e un importo complessivo che dovrebbe essere pari ad almeno cinquecento milioni di dollari.

Europa positiva grazie a dati USA

Dopo giorni di perdite praticamente ininterrotte si intravede una luce sulle Piazze Europee, anche se in gran parte si deve all’andamento di Wall Street; le preoccupazioni per la Grecia insieme all’andamento controverso della Spagna ed alle elezioni in Francia hanno tenuto con il fiato sospeso gli investitori che seguono la zona Euro, pronti da un momento all’altro a lasciare la barca per cambiare orientamento.

Visti i risultati non sono state necessarie manovre particolari sui mercati, anche se molte posizioni sono state liquidate e questo ha fatto scattare poi gli acquisti “a prezzi scontati” da parte degli speculatori, che ancora intravedono qualcosa di positivo nel Vecchio Continente.

A rilanciare i mercati Europei arriva l’America; i dati USA sui sussidi settimanali di disoccupazione consentono al Dow Jones di aprire in territorio positivo puntando nuovamente al recupero di quota 13000 punti e consolidando la forza relativa di Wall Street rispetto agli altri mercati.

Titoli di Stato medio-lungo termine in asta 14 Maggio 2012

Grande attesa per la nuova asta di BTP di lungo termine prevista dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 14 maggio prossimo, con regolamento al 16 maggio. L’andamento del mercato azionario estremamente incerto è guidato principalmente dalle aste dei Paesi più a rischio (come Spagna e Portogallo) ma anche sul MOT italiano la tensione è ancora alta ed un’asta positiva può cambiare le sordi di breve-medio termine.

In asta il 14 maggio ci sarà il prestito con decorrenza 1° marzo 2012 e scadenza 1° marzo 2015, con un rendimento annuo lordo del 2,5% ed ISIN IT0004712748. L’emissione sarà compresa tra i 2,5 miliardi di euro ed i 3,5 miliardi di euro.

Quinto giorno di ribasso per i futures sul cotone

I contratti futures relativi al cotone sono riusciti a far proseguire il loro momento di ribasso costante che dura ormai da ben cinque mesi e mezzo: volendo essere ancora più precisi, questi strumenti finanziari sono stati protagonisti del loro quinto giorno consecutivo di chiusura in calo, in questo caso a causa del clima statunitense nelle principali regioni in cui si coltiva la commodity in questione, visto che si stanno registrando dei continui miglioramenti. I due riferimenti principali non possono che andare alla Georgia e al West Texas, come sottolineato anche dai principali analisti indipendenti che si occupano di questi investimenti finanziari. La pioggia è un elemento essenziale per i raccolti e con la bella stagione le precipitazioni non sono poi così numerose.

Hsbc emette titoli credit-linked collegati alla Nigeria

Hsbc Holdings, tra le più celebri banche del Regno Unito e a livello internazionale, ha provveduto a emettere due titoli strutturati che sono collegati strettamente al debito governativo della Nigeria: questa tranche, inoltre, include anche lo strumento di maggiori dimensioni in relazione alla categoria “credit-linked” che si possa riferire alla nazione africana più popolosa da almeno tredici anni a questa parte. Gli strumenti in questione prevedono una durata complessiva di dieci mesi. Tra le caratteristiche che occorre sicuramente menzionare bisogna ricordare gli importi, con il primo prodotto che è stato venduto per un ammontare di 33,5 milioni di dollari e l’altro per altri 7,69 milioni.

Investire in azioni italia 2012

Il comparto azionario Europeo attualmente è tra i più volatili del mondo; la crisi dell’Euro, i problemi della Spagna ed il caos della Grecia hanno gettato ombre anche su tutti gli altri Stati Membri dell’Unione Europea. In un quadro già di per se’ difficile, la situazione è resa ancora più insostenibile da scambi che non rispecchiano le reali aspettative e vengono guidati unicamente dalle preoccupazioni generali piuttosto che dai fondamentali dei settori interessati.

Durante le contrattazioni di maggio probabilmente avremo nuove, brutte sorprese; sono attesi infatti altri crolli settoriali anche se i reparti più colpiti saranno il bancario e l’assicurativo. Da evitare quindi l’avvio di investimenti di lungo termine su questi due settori chiave, dove però dopo la fine di Maggio si potrà delineare un quadro con le condizioni per un piano di accumulo di lungo termine.

Investire in Commodities maggio 2012

Il mercato delle materie prime si conferma come un difensivo, anche se in questa fase dell’azionario vi sono contrasti di cui bisogna necessariamente tenere conto. Mentre in USA il Dow Jones dimostra tutto il potenziale rialzista dopo il recupero dalla crisi dei sub-prime, in Eurozona i problemi strutturali della moneta Unica si ripercuotono su tutti gli Stati Membri. Se a questo si aggiunge il caos dovuto alla politica in Grecia con nuove voci sull’uscita dall’Euro, il quadro generale diventa ancora più complesso ed i contrasti sul mercato azionario si ripercuotono anche sul Forex e sul mercato delle commodities.

Proprio quest’ultimo subisce di più la situazione contrastante; la frenata dell’Oro non è ancora giunta ad una conclusione ed il restringimento del range di azione (ora compreso tra 1.673 e 1.623 da un paio di mesi) tiene lontani gli investitori, che rimandano a Giugno prossimo le decisioni operative.

I futures sul rame potrebbero aumentare anche nei prossimi giorni

I prezzi del rame, il quale è stato in grado di guadagnare fino ai suoi livelli massimi nel giro di appena una settimana, potrebbero salire fino a 4,20 dollari la libbra: si tratta di un picco piuttosto interessante e che, tra l’altro, non viene raggiunto dallo scorso mese di settembre, come messo in luce dall’analisi tecnica di Paul Kavanaugh, trader presso PfgBest. Questo vuol dire che il contratto future che fa riferimento alle spedizioni del prossimo mese di luglio è destinato a crescere di ben undici punti percentuali, un rialzo che sarà registrato nel caso in cui i prezzi del Comex di New York dovessero raggiungere il 50% dell’indice di Fibonacci, per un totale di 3,803 dollari, entro le prossime sessioni.

Bond: come evitare i rendimenti negativi

Quando si avvicinano ai mercati finanziari, gli investitori devono essere consapevoli di tre cose: la crescita dei mercati stessi, la loro caduta e i periodi temporali che rimangono sempre gli stessi. Molte sono le strategie che si possono adottare in questo senso, ma come è possibile navigare nel mare piuttosto complicato del rischio dei rendimenti negativi? Anzitutto, occorre conoscere in maniera opportuna i principali fattori di rischio e criticità che vanno a influenzare i prezzi dei titoli obbligazionari. Il primo di essi è il rischio di tasso di interesse: in pratica, i bond vedono scendere il loro valore quando l’interesse sale, visto che gli investitori stessi sono in grado di investire i nuovi strumenti con caratteristiche simili e che rendono molto meglio.

Unicredit e iShares lanciano la gestione Green di portafoglio

Che cosa può produrre la collaborazione tra due realtà finanziare di un certo livello, vale a dire iShares e Unicredit Private Banking? Il connubio potrà ritornare molto utile per soddisfare le esigenze sempre più sofisticate degli investitori del giorno d’oggi: in effetti, si è ormai consapevoli che i prodotti e gli strumenti privi di rischio non esistono praticamente più, ma bisogna capire a cosa si va davvero incontro prima ancora di conoscere quali saranno i rendimenti effettivi. Le due compagnie hanno quindi deciso di creare una apposita gestione del portafoglio che sia in grado di offrire garanzie individuali, ma anche e soprattutto innovazione dal punto di vista delle caratteristiche.

Scure su Monte dei Paschi, confermato il Sell

Rating contrastante su MPS; il colosso UBS si è espresso confermando il rating di neutral su Monte dei Paschi di Siena, ma tagliando il target price da 0.42 euro per azione a 0,31 euro per azione. Ben diverso è invece il giudizio di Societe Generale; quest’ultima infatti conferma il “sell” con target rivisto da 0,26 euro per azione a 0,20 euro per azione. Il colosso ha anche rivisto le stime per il dividendo, ora a 0,01 euro per azione nel 2012 e 0,016 euro per azione nel 2013, tagliando anche le stime di EPS 2012 da 0,04 euro a 0,03 euro per azione.

Le aspettative negative sono in realtà per tutto il settore bancario; il problema del credito non è risolto e la BCE non riesce a regolamentare il prestito interbancario. L’erogazione di prestiti è al minimo e questo ha poi ripercussioni sulla ripresa e sui consumi; la spirale riporta nuovamente alle banche il problema, che hanno visto un taglio netto delle entrate a causa di un’economia praticamente in recessione.

Grecia da incubo, tassi al 4,69%

Questa mattina sono avvenute le emissioni dei titoli di Stato di Atene, mentre il clima politico è sempre più infiammato. L’incarico di ieri sulla formazione di un nuovo Governo in poche ore affidato a Antonis Samaras (dei conservatori di Nuova Democrazia) è passato oggi al Radicale Alexis Tsipras, mentre la stretta sulla Grecia diventa sempre più insostenibile.

Lo Stato deve infatti approvare immediatamente tagli alle spese per 11 miliardi di euro tra il 2013 ed il 2014, per ottenere poi gli aiuti necessari al rilancio dell’economia. La corsa contro il tempo è frenata dall’ipotesi di nuove elezioni già a metà Giugno, come sostengono gli analisti di Deutsche Bank.

Le Borse Europee scendono vistosamente sulla paura per l’uscita della Grecia dall’area Euro; il fallimento della moneta unica sarebbe insostenibile per i Paesi membri, visto che tutti i provvedimenti presi a favore di Atene non sono riusciti  a risollevare  i conti. Nel momento in cui Spagna o Portogallo o anche Italia si troveranno nella stessa situazione si rischierebbe quindi un nuovo fallimento, causato sopratutto dall’incapacità dell’Eurotower di gestire la Moneta Unica, controllata praticamente dalla Germania.