In un’intervista del CorrierEconomia a due tra i migliori money manager di fondi azionari americani collocati in Italia, ovvero il Pioneer Funds US Fundamental Growth e il Janus Us Venture Fund, emerge l’allocazione tattica dei fondi di investimento che hanno battuto ripetutamente l’indice S&P500 negli ultimi due anni e mezzo. Conviene oggi investire a Wall Street? Su quali titoli o settori conviene puntare? Innanzitutto l’economia americana sta viaggiando a ritmi moderati di crescita, attualmente intorno al 2% su base annua. Il rallentamento economico è una conseguenza del processo di riduzione dell’indebitamento a seguito della crisi finanziaria del 2008.
Strategia Credit Suisse “a bilanciere” per guadagnare in borsa
Puntare sull’investimento in azioni può sembrare molto azzardato in questa particolare fase dei mercati finanziari, in quanto c’è una forte volatilità sui listini e il quadro tecnico-fondamentale è condizionato dalla crisi dei debiti sovrani e dalle difficoltà macroeconomiche globali. Secondo Andrew Garthwaite, strategist azionario di Credit Suisse, il modo migliore per affrontare le incognite dei mercati azionari europei in questo momento è la strategia “a bilanciere”. La tattica di investimento di un tipico portfolio a bilanciere è caratterizzata dalla presenza di un paniere polarizzato in cui si cerca di guadagnare dagli opposti.
Crisi settore risparmio gestito in Italia
L’ultimo studio elaborato da McKinsey sull’industria del risparmio gestito evidenzia una frenata della ripresa globale del settore dell’asset management, a causa della forte volatilità dei mercati, delle difficoltà macroeconomiche e per le continue turbolenze legate soprattutto alla crisi dei debiti sovrani europei. La redditività del settore resta la più alta tra tutti gli altri comparti finanziari: 13% contro l’8% delle assicurazioni e il 5% delle banche. Gli attivi gestiti sono però fermi ai livelli del 2007 a 38.000 miliardi di euro. In particolare, in Italia gli asset under management sono scesi dell’8% nel 2011.
Qatar vuole investire 5 miliardi in Cina
Lo stato del Qatar ha deciso di puntare forte sulla Cina ed è pronto a mettere sul piatto ben 5 miliardi di dollari, se ci sarà il beneplacito del governo di Pechino. Infatti, serivrebbe un permesso speciale in quanto la Cina non consente investimenti esteri superiori al miliardo di dollari. L’annuncio relativa alla volontà del Qatar di effettuare un così corposo investimento nell’ex Impreo Celeste arriva direttamente dalle parole di Mohamed Saleh al-Sada, ovvero il ministro dell’Energia e dell’Industria dello stato arabo. Attualmente gli investimenti in Cina sono regolati dal Qualified Foreign Institutional Investor Programme.
Svantaggi investimento BTP€i indicizzati all’inflazione
Il pericolo numero uno per l’investitore in obbligazioni è senza dubbio l’inflazione, ovvero la crescita dei prezzi nel corso del tempo. Oggi per un risparmiatore italiano difendersi dall’aumento del tasso di inflazione, che viaggia intorno al 3% su base annua, non è un compito semplice, sebbene alcuni analisti finanziari (come ad esempio quelli di Unicredit Research) stimano un forte rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo nei prossimi 12 mesi a causa dell’aggravarsi della recessione. Oggi il vero problema risiede nella mancanza di strumenti adatti per proteggersi dallo spauracchio dell’inflazione.
Bond Tunisia con garanzia USA
La Tunisia collocherà il proprio debito sul mercato americano, più di dodici mesi dopo lo scoppio della rivoluzione contro il regime di Ben Ali che poi diede il via alla “primavera araba”. Lo scorso 8 giugno il governo del paese nordafricano ha raggiunto un accordo bilaterale col governo di Washington e ne approfitterà per emettere titoli di debito fra gli investitori americani. La banca centrale tunisina punta a raccogliere tra i 400 e i 450 milioni di dollari, beneficiando della garanzia americana del valore di circa 30 milioni di dollari che, se attivata, permetterebbe di coprire tutto l’ammontare raccolto sul mercato.
Investire in tempi di crisi puntando sulla solidità degli emittenti
L’attuale fase di mercato, avvolta in un alone di incertezza a causa della crisi dei debiti sovrani europei, porta gli investitori a muoversi con la massima prudenza restando lontando dagli asset storicamente più rischiosi in tempi di crisi. In certi frangenti di estrema volatilità, l’ansietà rischia di giocare brutti scherzi amplificando la fantasia nelle scelte di investimento e aumentando contestualmente il rischio di errore. Tuttavia, secondo quanto afferma Manuela D’Onofrio, direttore investimenti di Unicredit Private Banking, il problema non è scegliere la tattica, cioè se restare sulla difensiva o passare improvvisamente all’attacco, bensì capire che tipo di approccio bisogna tenere oggi sui mercati.
Euro sopravviverà secondo Jim O’Neill (Goldman Sachs A.M.)
Secondo Jim O’Neill, a capo di Goldman Sachs Asset Management, la zona euro riuscirà a superare questo difficile momento di crisi e non avverrà alcun break-up della moneta unica europea. O’Neill, inglese di Manchester, 55 anni, è famoso per aver coniato nell’ormai lontano 2011 l’acronimo BRICS per identificare i principali paesi emergenti ad alto potenziale di crescita quali Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. O’Neill ritiene che i recenti risultati delle elezioni in Grecia abbiano fatto “diminuire in modo considerevole le probabilità di una Greek Exit nel breve termine”.
Sri Lanka emette bond per sostenere la rupia
La Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka ha annunciato di voler collocare eurobond per circa un miliardo di dollari, in modo tale da aumentare le sue riserve in valuta pregiata e offrire maggiori strumenti alla propria banca centrale nazionale per difendere la moneta del paese. Infatti, la moneta nazionale, ovvero la rupia (LKR), quota sui minimi storici a 133,6 contro dollaro americano. Così lo Sri Lanka guarda al mercato del debito internazionale per sostenere la propria divisa. La gestione dell’operazione sarà curata da quattro banche internazionali, che avranno la funzione di lead manager, bookrunner e sottoscrittori.
Investire in titoli high-yield secondo M&G Investments
Secondo quanto dichiarato dal fondo di investimento britannico M&G Investments, primo nel paese di Sua Maestà con asset in gestione per 243 miliardi di euro, ci saranno drastici cambiamenti nella zona euro mentre per gli Stati Uniti è previsto un declino con perdita dello status AAA e l’avvio verso la recessione. Gli esperti di M&G ritengono che la BCE sarà costretta a tagliare il costo del denaro e dovrà diventare prestatore di ultima istanza, monetizzando il debito dei paesi membri. Secondo quanto dichiarato a Radiocor da Stefan Isaac – money manager di European Corporate Bond Fund di M&G – i corporate bond restano molto attraenti per M&G.
Pressioni su Crédit Suisse per l’emissione di Coco Bond
Crédit Suisse, tra i maggiori istituti di credito della Svizzera e del continente europeo, è pronta a emettere sei miliardi di franchi in bond convertibili, meglio noti con il nome di Coco Bond: il programma in questione prevede la scelta di questi titoli, simili a delle normali obbligazioni ma ovviamente convertibili in azioni, una modalità che spesso è utile per scongiurare gli aumenti di capitale (la sigla Coco sta proprio a indicare degli strumenti contingenti e convertibili per l’appunto), anche perché non esistono molte altre alternative valide. L’amministratore delegato del gruppo elvetico, Brady Dougan, è stato messo sotto pressione dagli ultimi annunci della Swiss National Bank, visto che quest’ultima ha candidamente messo in luce come la banca stessa non abbia incrementato il proprio capitale in maniera sufficientemente veloce.
Assets reali: il possibile boom del settore vinicolo
Una nuova fase economica è all’orizzonte, dopo che la Federal Reserve ha provveduto a creare nuova moneta attraverso delle operazioni atipiche; lo stesso discorso si può fare se si osserva l’atteggiamento della Banca Centrale Europea, la quale è pronta a nuove manovre per quel che concerne i prestiti bancari. Gli investitori finanziari devono quindi essere in grado di leggere nella maniera più adeguata possibile questi nuovi trend, puntando sulla fase rialzista che potrebbe poi aprirsi nel medio termine. Secondo la maggior parte degli analisti, la data di svolta non è molto lontana dal punto di vista temporale, anzi è quanto mai necessario ridimensionare il debito che è stato sfruttato per il finanziamento delle posizioni.
Futures: bovini e suini in calo a Chicago
I futures relativi alla carne suina hanno fatto registrare ieri il quarto giorno consecutivo di ribasso: si tratta del rallentamento più lungo da un mese a questa parte per tali strumenti finanziari, causato soprattutto dall’abbondanza di scorte per quel che concerne i prodotti americani. I futures relativi alla carne bovina si sono invece caratterizzati per un calo piuttosto leggero. Tornando a parlare dei suini, c’è da precisare che la produzione commerciale dello scorso mese negli Stati Uniti ha raggiunto il totale di quasi due miliardi di libbre (1,93 per la precisione, circa 874mila tonnellate per la precisione), vale a dire il 9,5% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
La nuova asta dei titoli del governo nigeriano
Puntuale come un orologio svizzero, anche in questo mese di giugno la Nigeria è stata protagonista di una importante emissione di titoli obbligazionari: in effetti, la nazione africana ha provveduto a vendere un importo totale di 100,62 miliardi di naira in bond del tesoro (circa 619 milioni di dollari per la precisione), con due scadenze ben precise, vale a dire 91 e 182 giorni. Si tratta dell’asta bimensile a cui il paese non manca mai, in questo caso con dei rendimenti misti se vengono confrontati con la precedente emissione dello stesso tipo, come ha voluto precisare l’istituto di credito centrale.