Franklin Templeton, secondo trimestre da incorniciare

Se lo stemma della Franklin Templeton potesse animarsi, l’espressione più adeguata di Benjamin Franklin (presente appunto in questo logo) sarebbe abbellita da un grande sorriso: il secondo trimestre di quest’anno della compagnia finanziaria newyorkese è stato caratterizzato da un ottimo dato in relazione al patrimonio gestito e un rafforzamento deciso della raccolta netta. Il periodo temporale compreso tra gli scorsi mesi di marzo e giugno è stato dunque foriero di importanti traguardi. In particolare, i flussi netti positivi sono ammontati a 2,87 miliardi di euro, un dato di non poco conto, soprattutto se si tiene conto che si tratta della maggiore raccolta in assoluto per quel che concerne il nostro paese.

Si parlava in precedenza di un ottimo patrimonio gestito e in effetti il totale è stato pari a 19,2 miliardi di euro, con la società americana che si è radicata in misura maggiore nel settore italiano. Le stime in questione assumono ancora più rilevanza perché sono state ottenute in un periodo contraddistinto da volatilità e difficoltà finanziarie: il bilancio complessivo dell’industria nostrana è stato, di conseguenza, poco brillante, ma la crescita di Franklin Templeton è dovuta in larga misura alle collaborazioni instaurate da diverso tempo. Il segreto va quindi ricercato nelle strategie di sviluppo: queste ultime, nello specifico, si basano sul monitoraggio e sull’analisi accurata della domanda degli investimenti, oltre che sulla focalizzazione sulle nuove frontiere degli investimenti a livello internazionale.

Come ha spiegato la stessa società, i risultati trimestrali vanno sottolineati con dovere, dato che confermano la crescita nel comparto del risparmio gestito italiano, ma anche nel resto d’Europa le performance sono state lusinghiere. La gamma di prodotti è già ampia, ma l’intenzione è quella di aumentarla nelle dimensioni; l’avanguardia è l’elemento comune, oltre alla qualità della distribuzione, sempre con la chiara volontà di differenziarsi rispetto al resto del mercato (in primis si sono distinti i certificati e le obbligazioni).

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