Esito trimestrali Piazza Affari

extramot-piazza-affari-300x177La pubblicazione delle seconde trimestrali dell’anno è stata prevalentemente deludente per le principali società quotate a Piazza Affari. Il dato più rilevante nell’ondata di pubblicazioni delle ultime giornate di Borsa è infatti stato il radicale taglio del fatturato e – soprattutto – dell’utile netto, con la redditività delle attività societarie che è andata a dimezzarsi (o peggio) nella maggior parte dei settori.

Complessivamente, le società industriali hanno infatti dovuto fare i conti con un utile complessivo che è passato dagli 11,1 miliardi di euro del periodo precedente ai 4,6 miliardi di euro dell’ultimo trimestre. Di contro, alcuni settori – come quello assicurativo – hanno potuto festeggiare una graduale ripresa della redditività, spinte al rialzo da diverse variabili fondamentali più rosee del previsto.

A spiccare su tutti – precisava il quotidiano Milano Finanza in un recente approfondimento – sono stati i risultati conseguiti da Eni e Telecom Italia. La compagnia petrolifera ha infatti chiuso il trimestre con un utile precipitato da 3,8 miliardi di euro a 1,8 miliardi di euro; la società telefonica ha invece chiuso lo stesso periodo con una perdita netta pari a 1,4 miliardi di euro, contro l’utile di 1,2 miliardi dello stesso periodo del 2012.

Ne deriva che – su base annua – Eni e Telecom hanno fatto “mancare” un contributo complessivo pari a 4,6 miliardi di euro (in grado di spiegare gran parte del gap di 6,5 miliardi di euro venutosi a creare in soli 12 mesi). Ne consegue altresì che al netto dell’andamento di questi due colossi la differenza di redditività tra un anno e l’altro sarebbe stata pari a “soli” 1,9 miliardi di euro (in proposito, vedi anche utile Eni in forte calo).

A livello di sistema si registra invece un cauto ottimismo sul futuro, confortato da alcuni segnali Eurostat che indicherebbero come imminente una ripresa economica. Nel secondo trimestre del 2013 il Pil dell’area euro sarebbe infatti cresciuto dello 0,3 per cento, mentre il Pil dell’Italia sarebbe ancora negativo, ma con una contrazione rallentata dal -0,6 per cento del primo trimestre dell’anno al -0,2 per cento attuale.

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