Comprare azioni Samsung anche nelle prossime settimane

samsungSamsung continua a fare il pieno di consensi. L’azienda coreana sta infatti procedendo, a passo forse addirittura più rapido del previsto, nel conseguimento dei propri obiettivi di crescita nel mercato degli smartphone, concludendo il primo trimestre del 2013 con un utile netto in aumento del 42 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e conducendo pertanto il risultato netto su livelli storici record.

La divisione smartphone si conferma sempre più quale il motore trainante della crescita della società, considerato che il suo peso oggi vale più del 70 per cento dei profitti. Al suo interno, regnano i successi del Galaxy S3 e del Note 2; nel secondo trimestre (e soprattutto nel terzo), il bilancio dovrebbe invece essere influenzato dal lancio del Galaxy S4, presentato proprio oggi in Italia.

Il precedente modello, S3, aveva venduto fino al 31 marzo 2013 ben 40 milioni di unità, e le previsioni dell’azienda sul nuovo S4 parlano addirittura di 60 milioni di pezzi (vedi il nostro approfondimento precedente, quando ci chiedevamo se comprare azioni Samsung fosse convenuto prima della pubblicazione dei dati trimestrali).

Complessivamente, nel primo trimestre 2013 la società ha conseguito un utile netto di 7.150 miliardi di won (pari a circa 4,9 miliardi di euro), in aumento del 41,6 per cento rispetto ai 5.050 miliardi di won di appena 12 mesi fa. I ricavi sono invece cresciuto a 36.551 miliardi di won, in aumento del 16,8 per cento. Nel corso dell’ultimo trimestre del 2012, invece, l’utile netto era cresciuto del 75,6 per cento: ne è derivato, pertanto, un rallentamento della crescita dei risultati netti, tuttavia ascrivibile prevalentemente all’atteggiamento di “attesa” che ha influenzato i consumatori internazionali, nell’auspicio di poter presto metter mano sul nuovo S4.

Nei primi tre mesi del 2013, Samsung ha inoltre comunicato di aver venduto 69,4 milioni di smartphne, con una quota di mercato che è salita ancora, passando dal 29 per cento al 33 per cento. La quota è pertanto poco meno del doppio di quella di Apple, che nello stesso periodo ha visto la propria fetta di mercato passare dal precedente 23 per cento all’attuale 18 per cento.

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