Banche italiane: nessuna pressione sulle obbligazioni di settore

Per quel che riguarda le banche, in Italia, anche nella fase più acuta della crisi non c’è stata alcuna tensione sui tassi. Questo è quanto emerge da un Rapporto AFO che, in particolare, mette in evidenza come in Italia il rischio percepito dai mercati abbia interessato maggiormente il debito sovrano piuttosto che il debito del settore bancario. Il Rapporto AFO, infatti, ha analizzato in maniera empirica il rapporto tra i cosiddetti “CDS”, i credit default swap, sui titoli di Stato, e quelli sulle obbligazioni bancarie, rilevando come sui primi negli ultimi tre anni ci sia stato un aumento eccezionale dei premi richiesti ai fini della copertura del rischio. Come diretta conseguenza, in materia di tassi di interesse, nel periodo della crisi, il Rapporto AFO rivela come non ci siano state tensioni dal lato dell’offerta.

Bond messicani, bassi rendimenti per la politica della Banca Centrale

Il debito del governo messicano ha esteso il proprio rally sul mercato secondario nel corso di questa settimana: si tratta della principale conseguenza del brusco calo subito dai titoli azionari americani, ma soprattutto dell’ultimo annuncio in merito alla politica mensile di Banco de Mexico (l’istituto di credito centrale del paese), intenzionato ad attuare bassi tassi di interesse nel medio-lungo termine. I rendimenti dei bond della nazione centroamericana, i quali hanno mostrato delle performance inverse all’andamento dei prezzi, sono giunti al loro livello minimo: in particolare, c’è da sottolineare come l’obbligazione a dieci anni ha perso ben quattordici punti base (l’attuale yield è pari al 5,96%), mentre il prodotto a venti anni ha ceduto circa dieci punti base (il rendimento si aggira attorno al 6,7%).

Leaviss (M&G Investments) prospetta gli scenari inflazionistici

Il comparto Retail Fixed Income di M&G Investments, la compagni britannica attiva prevalentemente nell’ambito dei servizi finanziari, viene attualmente guidato da Jim Leaviss: si tratta dunque di una figura importante in tal senso, quindi, di conseguenza, anche le sue affermazioni e previsioni possono essere lette con grande attenzione da parte degli investitori. Gli ultimi commenti dello stesso Leaviss hanno riguardato le stime sull’inflazione del mercato statunitense. In particolare, il riferimento va alle recenti affermazioni di Ben Bernanke, numero uno della Fed, riguardo a un tasso di inflazione pari o superiore al 4%, anche se la notizia in sé non ha scosso più di tanto il settore obbligazionario; una percentuale simile fornirebbe una sicurezza importante al settore privato, consentendo anche di comprendere qual è la via uscita più giusta dalla deflazione. L’attuale tasso della banca centrale americana, però, è pari al 2%, anche perché l’obiettivo primario dal punto di vista macroeconomico è quello di favorire l’occupazione.

Perù: la crescita fa volare i bond per l’ottava settimana consecutiva

I bond peruviani sono riusciti nell’intento di realizzare la loro ottava settimana consecutiva di ricavi: si tratta di un risultato davvero sensazionale, la striscia positiva più lunga dal 2007, ma che può essere spiegata in maniera abbastanza agevole. In effetti, l’espansione economica della nazione sudamericana è stata superiore alle previsioni di analisti ed economisti, provocando quindi un buon incremento della domanda di assets. Entrando nel dettaglio finanziario, il rendimento del benchmark del Perù si è attestato su un interessante 8,6%, mentre, in base a quanto rilevato da Citigroup, quello con scadenza nel mese di agosto del 2017 ha perso circa sei punti base, sempre nel corso di questi ultimi sette giorni. Il prodotto interno lordo peruviano è in una buona fase di crescita, agevolato soprattutto dalla produzione manifatturiera e dalla gestione dei rischi da parte della banca centrale.

Le obbligazioni giapponesi concludono una settimana da sogno

Il comparto obbligazionario del Giappone sta dunque vivendo un momento più che positivo: i bond nipponici, infatti, sono riusciti a portare a conclusione la seconda settimana consecutiva di rialzi, un risultato che è stato possibile ottenere grazie soprattutto alla crescita economica generalizzata a livello globale e alla nuova situazione che sta circondando il debito governativo della nazione asiatica. In particolare, c’è da dire che i bond future a dieci anni hanno raggiunto il loro livello più alto addirittura dal 2003, ma tutto questo è avvenuto prima che un report evidenziasse la necessità della banca centrale di introdurre nuove misure di sostegno economico. Il rendimento del benchmark decennale ha perso circa 5,5 punti base nel corso di questa settimana e una conferma in tal senso è giunta anche da Japan Bond Trading Corporation, il maggior broker giapponese.

McDonald’s propone una nuova obbligazione in valuta cinese

Obbligazioni corporate e Cina, il matrimonio è possibile e promette davvero molto bene: McDonald’s, la nota catena di fast food, ha infatti deciso di lanciare nell’ex Impero Celeste, primo caso di compagnia di tipo non finanziario, dei bond denominati appunto in yuan, per la precisione a Hong Kong. L’ammontare complessivo è pari a 200 milioni di yuan e si tratterà di un’emissione al 3% con scadenza fissata tra tre anni. Hong Kong è stata scelta come banco di prova in questo senso, anche perché non si deve dimenticare che il comparto obbligazionario della Cina è accessibile alle imprese straniere soltanto da pochi mesi. McDonald’s punta molto su questa strategia di investimento, anche e soprattutto alla luce dei mille ristoranti aperti in territorio asiatico negli ultimi tempi. È da febbraio, quindi, che le regole finanziarie cinesi non sono più le stesse e non deve pertanto sorprende una obbligazione in yuan da parte di una società che non ha la propria sede nella nazione asiatica.

Usa: monetari e obbligazionari sostengono la raccolta dei fondi

Luglio è stato un mese davvero molto interessante per quel che riguarda gli Stati Uniti e i dati relativi ad alcuni investimenti di tipo finanziario: volendo essere più precisi, inoltre, si tratta del secondo mese consecutivo in cui si è assistito a una performance più che positiva da parte del comparto del risparmio gestito americano, il quale è stato in grado di concludere entrambi i riferimenti temporali con un buon totale. C’è da dire, in questo senso, che la raccolta netta in questione è stata importante, ammontando a circa 31 miliardi di dollari, anche se si deve sottolineare che, a fronte di un risultato così ottimistico, non si è riusciti a porre un freno alla “fuga” dei fondi di tipo azionario. Le rilevazioni principali sono giunte direttamente da Lipper, società di ricerca e di analisi finanziarie che fa parte del vasto gruppo Reuters; che cosa è emerso dunque?

Bond giapponesi in evidente calo: lo yen si rafforza

Le obbligazioni del governo giapponese hanno subito una fondamentale impennata proprio nel corso della giornata di ieri: è stato proprio questo incremento a provocare lo spostamento della curva dei rendimenti verso i livelli pluriennali più bassi, visto che gli investitori devono fronteggiare una situazione economica in cui lo yen continua a rafforzarsi e le esportazioni della nazione asiatica diventano sempre più dipendenti dai paesi esteri. In particolare, i ricavi che si possono ottenere dai bond più “lunghi” hanno fatto registrare dei ribassi piuttosto consistenti, a causa degli ultimi annunci di Bank of Japan, la quale ha avanzato un’offerta per l’acquisto di 350 miliardi di yen, con i prodotti che presentano una scadenza che arriva fino ai trent’anni. Il benchmark decennale, invece, ha sfiorato per un breve momento il punto percentuale (0,980%), il peggior record in senso negativo da sette anni esatti.

Cds: per Italia e Irlanda premi più alti sull’eventuale default

Come è noto, la piazza finanziaria in cui vengono scambiati i Credit Default Swap (conosciuti anche con l’acronimo Cds) fornisce una panoramica chiara e precisa sull’andamento delle diverse obbligazioni governative e, in particolare, dei premi assicurativi collegati alla loro ipotetica insolvenza: ebbene, i due paesi che si sono caratterizzati maggiormente per quel che concerne le coperture più forti dal rischio di fallimento sono l’Irlanda e l’Italia. Che cosa rischiano realmente le due nazioni europee? Le performance non sono state delle migliori: il premio del nostro paese ha subito un rialzo molto vicino ai sette punti percentuali, giungendo fino a quota 167,65 punti, mentre l’Irlanda si è attestata a 264,7 punti (+6,13%). Si tratta di cifre importanti, le quali sottintendono, almeno ne caso italiano, il versamento di una quota pari a 167.000 euro per ottenere l’assicurazione di ben dieci milioni di titoli di Stato.

Gross e Buffett divisi sulle scadenze da adottare per i bond

Le obbligazioni che si affidano ai principali governi a livello internazionale rappresentano uno dei punti di domanda più importanti per il mondo degli investimenti. Sono ancora convenienti strategie di questo tipo? Due possibili soluzioni sono state offerte da Warren Buffett, l’imprenditore statunitense che può vantare importanti partecipazioni in gran parte delle multinazionali, e da Bill Gross, anch’egli uomo d’affari nonché cofondatore di Pacific Investment Management (Pimco). C’è subito da precisare che questi due guru della finanza hanno delle idee esattamente opposto al riguardo, ma è comunque utile comprendere il loro pensiero. Buffett, soprannominato spesso come l’”oracolo di Omaha” è convinto che i bond governativi siano convenienti, ma soltanto se corroborati da scadenze brevi, così come sta facendo, per la precisione, la sua compagnia assicurativa, vale a dire Berkshire Hathaway, la quale presenta molte esposizioni in portafoglio non superiori all’anno.

Brasile: domanda obbligazionaria al minimo da oltre sei mesi

Quello attuale non è certamente il momento migliore dei bond brasiliani, i quali sono scesi addirittura al loro livello più basso, in relazione alla domanda degli investitori, da sei mesi a questa parte: il motivo principale per un ribasso così forte deve essere rintracciato sostanzialmente nei rendimenti in dollari, ancora troppo in ritardo rispetto ai profitti degli strumenti corporate. Gli investitori, pertanto, sono in procinto di rivolgere maggiori attenzioni ai titoli azionari, vista la crescente attrazione per le compagnie e le società. I fondi globali hanno investito 429 milioni di dollari in obbligazioni brasiliane e internazionali nel corso del mese di luglio, secondo quanto stimato da EPFR Global; ma c’è anche da sottolineare come i ricavi delle azioni del paese sudamericano siano aumentati del 6,7%, circa un punto e mezzo in più degli stessi bond, un ottimo risultato ottenuto grazie al trend che dura ormai da ben tredici mesi.

Il Venezuela progetta la vendita di tre miliardi di dollari in bond

Il governo del Venezuela ha le idee piuttosto decise per quel concerne gli investimenti finanziari: in effetti, la nazione sudamericana sta progettando la vendita di ben tre miliardi di dollari in obbligazioni destinate al mercato locale. L’operazione dovrebbe avvenire entro la fine della prossima settimana e rappresenta la conseguenza principale del calo dei prezzi dei prestiti. In tal modo, gli investitori saranno perfettamente in grado di acquistare i bond denominati in dollari, i quali beneficiano di una scadenza fissata per il 2022, utilizzando bolivar, la valuta locale. Il rendimento medio è stato pari a 3,18 punti percentuali, secondo quanto rilevato da JPMorgan Chase. Hugo Chavez, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, aveva comunque già provveduto a operare nello stesso modo circa dieci mesi fa, quando la sua amministrazione si dedicò all’emissione di cinque miliardi di dollari in titoli azionari.

Bond Alitalia, c’è tempo fino al 31 agosto per il rimborso

La vicenda relativa ad Alitalia ha ormai fatto il suo corso, ma sarebbe sempre opportuno non dimenticare mai i soggetti che sono rimasti coinvolti e per i quali la questione non è ancora del tutto risolta: ci stiamo riferendo ovviamente agli obbligazionisti della compagnia di bandiera del nostro paese, i quali hanno ancora un mese di tempo per effettuare la richiesta alla banca depositaria, in modo da ottenere il rimborso dei titoli detenuti. Il 31 agosto sarà una data cruciale, dunque, per i possessori di titoli azionari e di bond: si tratta infatti dell’ultimo giorno possibile per dare concretezza a questo risarcimento parziale, ma c’è comunque da dire che l’Abi fornirà tutte le linee guida e le istruzioni necessarie per rendere più agevole l’operazione. Anzitutto, bisogna precisare che agli ex soci saranno offerti titoli di Stato per un valore massimo di 50.000 euro, mentre per quel che concerne gli obbligazionisti, questi ultimi beneficeranno di una soglia massima di 100.000 euro

Quaderno Finanza Consob: ottima raccolta di bond per le banche

L’ultimo Quaderno di Finanza che la Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa) ha provveduto a pubblicare quattro giorni fa, ha messo in luce delle interessanti tendenze e conferme per quel che concerne la raccolta di obbligazioni del nostro paese: qual è lo stato di salute di tali strumenti finanziari in Italia? Gli istituti di credito risultano essere piuttosto dipendenti da questo tipo di raccolta, molto più che le altre banche a livello internazionale; inoltre, si provvede in larghissima misura a collocare i finanziamenti soprattutto ai fini degli investimenti dei soggetti retail. Il documento, intitolato “Le obbligazioni emesse da banche italiane, le caratteristiche dei titoli e i rendimenti per gli investitori”, è stato dunque molto illuminante in tal senso: in particolare, da esso emerge come le famiglie italiane siano solite effettuare investimenti consistenti in obbligazioni bancarie, la cui raccolta diventa importante e strategica al fine di proteggere nel modo migliore gli investitori retail.