Valute: i rendimenti del rublo ai massimi da inizio marzo

Il “super rublo” è il nuovo protagonista dei mercati valutari e dei relativi investimenti; sono soprattutto le compagnie russe a dover fronteggiare questo rialzo, visto che la moneta ha raggiunto il suo massimo livello da nove mesi a questa parte, una performance che è risultata evidente nel confronto con il dollaro. Si tratta, in pratica, della conseguenza più importante del nuovo drenaggio finanziario posto in essere da Bank of Russia. Attualmente, quindi, il gap tra i rendimenti sul debito espresso in rubli e che deve essere saldato entro il 2012 da OAO Gazprom e le obbligazioni denominate in dollari è calato di ben 285 punti base nel corso della giornata di ieri (-2,85%), il più ampio divario dallo scorso 1° marzo.

Tesoro snobbato dagli obbligazionisti: Eni batte i Btp

Il soggetto privato che batte letteralmente lo Stato: uno scenario impensabile per quel che riguarda l’universo degli investimenti finanziari del nostro paese, e invece questa situazione si è verificata. Gli attori protagonisti di questa rivoluzionaria “pellicola” sono l’Ente Nazionale Idrocarburi e il Tesoro italiano, più precisamente il prestito obbligazionario della nota spa e i Buoni del Tesoro Poliennali. In effetti, il bond di Eni è stato in grado di garantire un rendimento pari al 3,56%, una percentuale migliore rispetto a quella pagata dal corrispondente Btp degli ultimi giorni, vale a dire il 3,71%. Che cosa vuole significare questa differenza? I risparmiatori ritengono in questo preciso momento storico che lo Stato sia più rischioso rispetto all’azienda privata, una tendenza che viene confermata dai 2,3 miliardi di richieste per il titolo obbligazionario in questione.

Obbligazioni: Impregilo lancia emissioni per 300 milioni di euro

Anche Impregilo scende in campo per quel che riguarda l’emissione di prestiti obbligazionari annunciando l’avvio del collocamento di obbligazioni per complessivi 300 milioni di euro attraverso la società olandese, controllata al 100%, Impregilo International Infrastructures N.V.. Trattasi, nello specifico, di due prestiti obbligazionari, destinati agli investitori istituzionali italiani ed esteri, con scadenza rispettivamente al 2015 ed al 2013. Un prestito da 150 milioni di euro, con scadenza nel 2015, è a tasso fisso, mentre l’altro, sempre da 150 milioni di euro, è a tasso variabile con scadenza nel 2013 a fronte, per entrambe le emissioni, della garanzia di Impregilo S.p.A. e successiva quotazione presso la Borsa del Lussemburgo. Per quel che riguarda la destinazione delle risorse acquisite con i due prestiti, Impregilo con un comunicato ufficiale ha fatto presente che i proventi saranno destinati per il sostegno della propria attività.

ExtraMot, Banco Popolare quota un nuovo bond a tasso fisso

La giornata di ieri è stata foriera di novità per quel che riguarda l’universo finanziario che fa capo a Banco Popolare: il gruppo veronese ha infatti deciso di mettere a disposizione dei propri clienti un nuovo titolo obbligazionario dalle caratteristiche piuttosto interessanti, prima fra tutte il tasso fisso. In quale direzione è andata, con esattezza, la scelta dell’istituto creditizio? Anzitutto, occorre tenere a mente il codice Isin, il quale è XS0555834984, il quale ci fa immediatamente comprendere un aspetto peculiare del bond in questione; quest’ultimo è stato destinato alla negoziazione su ExtraMot, il segmento di Borsa Italiana che quota espressamente i prodotti obbligazionari di tipo corporate.

Obbligazioni europee: mutamenti in vista nonostante la calma piatta

Una delle battute più memorabili di Groucho Marx metteva in luce come l’attore comico statunitense, tra i più prolifici degli anni Trenta, non avesse intenzione di far parte di un club che avesse lui stesso come membro. Alcune economie europee stanno provando attualmente il medesimo imbarazzo appena descritto e la questione riguarda soprattutto l’euro. Molti privilegi finanziari sono stati revocati, la principale conseguenza dei diffusi timori del contagio greco e irlandese e proprio l’andamento di quest’ultima economia si è ripercosso sui mercati obbligazionari; il risultato di tali atteggiamenti è piuttosto scontato, la fiducia degli investitori è ai minimi storici e soprattutto quelli istituzionali hanno cominciato a camminare con i piedi di piombo nel “campo minato” dei bond governativi (il riferimento principale per questi strumenti a rischio va a Portogallo, Spagna e Italia).

Brasile: l’inflazione spinge verso il basso le obbligazioni sul real

Investire su una specifica valuta è diventato un compito davvero arduo per qualsiasi tipo di risparmiatore interessato al comparto: gran parte delle piazze finanziarie sono dominate dalla volatilità e le performance di simili portafogli ne risentono fortemente, ma qualche rischio in più, nonostante le onde vorticose, può essere tentato con le monete dei paesi emergenti. In particolare, il real brasiliano può rappresentare attualmente un investimento importante in questo senso. Si tratta, anzitutto, della divisa ufficiale di uno dei paesi Bric, nel momento storico attuale uno dei migliori sinonimi di affidabilità finanziaria, ma occorre tenere conto che le obbligazioni denominate proprio in real sono riuscite in questi giorni a far registrare il maggior calo mensile da maggio, un declino agevolato sicuramente dall’inflazione, la quale ha costretto la banca centrale della nazione sudamericana ad aumentare i tassi di interesse.

Maersk, 500 milioni di euro dalla vendita di bond settennali

AP Moeller-Maersk A/S rappresenta senza dubbio la più importante compagnia al mondo per quel che riguarda le cosiddette navi portacontainer; le sue attività pertanto sono rivolte soprattutto al trasporto marittimo, ma da qualche tempo la società di Copenaghen sta affrontando delle sfide legate al mondo finanziario. In effetti, Maersk sta tentando di ottenere una cifra che sia pari almeno a 500 milioni di euro dalla vendita delle proprie obbligazioni con scadenza a sette anni. I prodotti in questione garantiranno un rendimento dell’1,75%, una percentuale di gran lunga superiore a quella del tasso swap di mercato. L’azienda danese ha cominciato a tuffarsi nel mare degli investimenti finanziari soltanto un anno fa e in quella occasione si è provveduto a emettere bond per la prima volta; tra l’altro, bisogna anche ricordare che il profitto del 2010 ha subito una importante impennata giusto una settimana fa, con il terzo guadagno negli ultimi tre mesi, un rally favorito, in particolare, dalla ripresa dei volumi di scambi.

Norvegia, paradiso degli investimenti grazie al basso rischio default

I primati economici che la Norvegia può vantare sono davvero ragguardevoli: l’Indice di Sviluppo Umano (Isu, il fattore macroeconomico che indica la qualità della vita) del paese scandinavo è il più alto al mondo e, inoltre, si tratta dell’unica nazione che non ha alcun debito nei confronti del resto del mondo. Se a queste voci si aggiunge poi un’altra “leadership”, vale a dire quella di paradiso per eccellenza degli investimenti finanziari, allora il quadro è completo. La nazione nordica potrebbe infatti diventare il prossimo centro principale del continente europeo per quel che riguarda il risparmio gestito. I motivi di un simile successo sono semplici ed essenziali: la tempesta fiscale che sta sconvolgendo il Vecchio Continente sta accrescendo sempre più l’appeal del debito norvegese, visto che il rischio di un default è tra i più bassi al mondo.

Banca MPS colloca con successo emissione RMBS

Il Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena ha annunciato in data odierna, mercoledì 17 novembre 2010, d’aver collocato con successo un’emissione di “RMBS”, ovverosia di Residential Mortgage Backed Securities, interamente destinati all’euromercato. Per il collocamento dei Residential Mortgage Backed Securities, che è stato strutturato da MPS Capital Services, il Gruppo bancario si è avvalso, in qualità di Book Runners e di Joint Lead Managers, della stessa MPS Capital Services, di RBS e di JP Morgan. L’operazione di emissione e collocamento dei Residential Mortgage Backed Securities, in accordo con quanto mette in risalto con un comunicato ufficiale la stessa Banca MPS, è particolarmente significativa se i considera che, dall’inizio della crisi, scoppiata tre anni fa, quella perfezionata rappresenta la prima operazione di emissione di Residential Mortgage Backed Securities originata da una banca italiana, ragion per cui il Gruppo bancario sottolinea come in tal senso si riapra in tutto il Sud Europa il mercato dei titoli ABS.

Aifam, i cat bond saranno finanziati dalle pensioni giapponesi

Aifam Inc. (Alternative Investment and Financial Asset Management) ha le idee chiarissime in merito alle strategie di investimento da attuare nel breve termine: il fondo speculativo newyorkese, attualmente in grado di gestire ben seicento milioni di dollari in assets, ha infatti intenzione di potenziare le disponibilità relative ai cat bond, aumentandone il volume di cinque volte (circa 150 milioni di dollari totali) grazie al fondamentale contributo delle pensioni giapponesi. Il fondo collegato alle obbligazioni delle catastrofi ha garantito quest’anno un rendimento pari al 10%, favorendo così il rally dei suoi guadagni che dura ormai da quattro anni.

Cirio, Lehman e Parmalat: quali consigli per gli obbligazionisti?

Risarcimenti, rimborsi, autotutela: sono queste le parole che circolano maggiormente nelle menti degli obbligazionisti in possesso dei bond protagonisti dei crack che hanno sconvolto negli ultimi anni l’universo degli investimenti finanziari. Parmalat, Cirio e Lehman Brothers sono ovviamente i nomi di spicco in questo senso, ma quali sono le novità in proposito? Un dato che sorprende è quello secondo cui soltanto una minima parte dei risparmiatori coinvolti nell’acquisto delle obbligazioni in questione ha seguito l’iter giudiziario, intentando causa alle compagnie: soltanto l’1,5% del totale ha seguito questo percorso, probabilmente per l’assenza di un’azione collettiva di rivalsa.

Venezuela, nasce la Borsa Socialista: Chavez assicura alti rendimenti

L’emancipazione è una delle caratteristiche più ricorrenti nella storia del Venezuela: nel 1811 la nazione sudamericana fu infatti capace di essere il primo stato latino-americano a chiedere l’indipendenza dalla Spagna, un primato di cui andare fieri. L’ultima novità che riguarda la Repubblica Bolivariana non avrà la stessa portata storica di quella appena citata, ma sicuramente avrà dei risvolti importanti dal punto di vista finanziario. Hugo Chavez ha intenzione di dar vita a un vero e proprio Mercato Pubblico Obbligazionario impostato sul modello socialista e controllato dal governo di Caracas: l’obiettivo del vulcanico presidente venezuelano è quello di offrire agli investitori locali degli ottimi rendimenti, in modo da stimolare il comparto del risparmio, consentendo allo stesso tempo alle compagnie nazionalizzate di ottenere adeguati finanziamenti.

Argentina, rally dei peso bond grazie all’inflazione congelata

I bond argentini e l’indice dei prezzi al consumo sono ormai sempre più strettamente collegati: i titoli della nazione sudamericana collegati all’andamento dell’inflazione stanno infatti guadagnando da sei mesi consecutivi, un dato che non deve sorprendere, visto che si tratta della principale conseguenza dell’annuncio del governo di Buenos Aires, intenzionato a mantenere il tasso inflativo a livelli fissi. Il rendimento in questione (il riferimento va ai cosiddetti “peso bond” che scadranno nel 2033) è calato di ventuno punti base nel corso dell’ultimo mese, dopo che l’esecutivo argentino aveva fatto sapere che l’inflazione annua sarebbe stata congelata all’11,1%.

Spagna, i rendimenti dei bond sono ancora a forte rischio contagio

Gli sforzi profusi dal governo spagnolo per ridurre il terzo maggior deficit di bilancio dell’eurozona sono indubbiamente coraggiosi e importanti, ma potrebbero anche comportare un alto costo per quel che concerne l’indebitamento; in effetti, gli investitori finanziari stanno speculando in larga misura sul fatto che Irlanda e Portogallo possano emettere bond-spazzatura in grado di coinvolgere i paesi più periferici del Vecchio Continente. La domanda relativa ai maggiori rendimenti in riferimento alle obbligazioni iberiche con scadenza nel 2020 ha fatto registrare un rialzo superiore ai 34 punti base nel corso di questa settimana, un livello molto vicino al record dello scorso giugno. Intanto, i premi per il rischio relativo ai titoli irlandesi e portoghesi sono schizzati verso l’alto, rispettivamente a 652 e 484 punti base.