Finmeccanica: commessa milionaria per SuperJet International

Un accordo fino a ben 300 milioni di dollari. E’ questa la commessa milionaria che, in accordo con quanto è stato riferito da Finmeccanica nei giorni scorsi, ha acquisito SuperJet International, una joint venture costituita da un lato da Sukhoi Holding, e dall’altro da Alenia Aeronautica, una delle società controllate dal colosso aerospaziale italiano. L’accordo, che prevede l’acquisto di 6 velivoli SSJ100, Sukhoi Superjet 100, unitamente a quattro opzioni, ha un controvalore stimato che, come accennato, arriva fino a ben 300 milioni di dollari, ed è stato firmato con Willis Lease Finance Corporation, società americana quotata negli Usa sul circuito telematico del Nasdaq, ed avente il quartier generale a Novato, nello Stato della California. Per i Sukhoi Superjet 100, che sono velivoli a lungo raggio in configurazione da 98 posti, nell’ambito della commessa acquisita, la prima consegna è prevista per il mese di settembre 2010 per quella che rappresenta la scelta migliore nel campo degli aerei da cento posti.

Softbank è pronta a lanciare bond per 130 miliardi di yen

Ci sono grandi novità dal punto di vista degli investimenti finanziari da associare al nome di Softbank, in particolare il segmento dei titoli obbligazionari: l’azienda giapponese, il cui nome completo è Sofutubanku Kabushiki-gaisha, ha sede a Tokyo e si occupa in prevalenza di telecomunicazioni, servizi internet, banda larga, e-commerce, ma anche finanza e marketing. Tra l’altro, si tratta di una compagnia di ottimo successo, visto che, nonostante un’esistenza ancora breve (è stata fondata soltanto nel 1981), attualmente può vantare un primato, vale a dire quello di essere la società ufficiale dell’iPhone in Giappone. Proprio nel corso della giornata di ieri è stata annunciata l’emissione di ben 130 miliardi di yen in obbligazioni a tre anni da destinare soprattutto agli investitori individuali.

Amplifon perfeziona acquisizione in Lussemburgo

Sono saliti a ben 15 i Paesi dove opera Amplifon, società quotata in Borsa a Piazza Affari, sul segmento Star organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., ed attiva nel comparto della distribuzione e dell’applicazione degli apparecchi acustici e dei servizi ad essi correlati. Amplifon ha infatti annunciato il perfezionamento, in Lussemburgo, della Audition Luxembourg, con la conseguenza che la società in questo modo va ulteriormente a rafforzare ed a consolidare la propria presenza in Europa. Il Gruppo, infatti, vanta oltre 3.000 punti vendita e ben 2.900 centri di servizio sparsi non solo in Italia, ma anche in Francia, Olanda, Irlanda, Belgio, Ungheria, Germania, Regno Unito, Lussemburgo, Svizzera, Portogallo, Spagna, ma anche in Egitto, negli Stati Uniti ed in Canada. L’ultima acquisizione di Amplifon, Audition Luxembourg come sopra detto, è una società che è stata fondata nel 2002 e che, con un fatturato annuale al 30 giugno 2010 pari a 158 mila euro, ha attirato l’interesse della società italiana in virtù della qualità delle soluzioni offerte alla propria clientela.

Monte dei Paschi emette delle passività subordinate decennali

Si parla forse troppo poco delle cosiddette “passività subordinate”, emissioni che assumono in prevalenza la forma di titoli obbligazionari e il cui rimborso è appunto subordinato a quello degli altri creditori in caso di liquidazione; Banca Monte dei Paschi di Siena si rivela invece in prima linea per quel che concerne questa tipologia di investimenti finanziari, tanto che sono state appena emesse delle passività a tasso fisso per un ammontare pari a 500 milioni di euro (ovviamente ci stiamo riferendo al loro valore nominale). Questi titoli decennali (la scadenza è stata fissata al 2020) possono beneficiare della importante gestione da parte di istituti di sicuro prestigio e affidamento, tra cui il comparto Capital Services della stessa banca toscana, ma anche Credit Agricole, Goldman Sachs e Société Génerale, a rappresentare un primo punto a favore di questi strumenti.

Barclays e il suo nuovo bond: negoziazione a corso secco

Con le ventiquattr’ore di oggi sono già due i giorni di negoziazione del nuovo prodotto obbligazionario di Barclays, l’istituto di credito britannico che vanta moltissime filiali in Italia: per la precisione si tratta del bond Barclays Bank PLC “Eur 7 Years Fixed Floater Notes”, la cui denominazione fa subito intendere alcune delle caratteristiche peculiari che potrebbero interessare e riguardare più da vicino gli investitori. La piazza finanziaria di riferimento in questo caso è rappresentata dal Mercato Obbligazionario Telematico (meglio noto con la sigla Mot) ed è prevista anzitutto una negoziazione a corso secco; con quest’ultimo termine si intende il prezzo con cui si negozia un determinato titolo, senza fare riferimento al valore dei diritti accessori (il rateo di interesse nel caso delle obbligazioni).

Sogefi: nasce nuova joint-venture per il mercato indiano

Si chiama Allevard IAI Suspensions, ed è una nuova società nata da una joint-venture tra Sogefi, con una quota del 51%, e l’operatore indiano Imperial Auto. A darne notizia nella giornata di ieri è stata la società di componentistica appartenente al Gruppo Cir nel precisare che per il mercato indiano Allevard IAI Suspensions andrà a produrre componenti per sospensioni in un’area ad elevata crescita. L’obiettivo, nello specifico, è quello per Sogefi fi andare a conseguire nel 2012 in India un fatturato per 15 milioni di euro grazie anche al fatto che Imperial Auto è uno dei più importanti player di settore sul mercato indiano; l’accordo, tra l’altro, prevede che nella joint-venture Allevard IAI Suspensions vada a confluire l’attuale attività di Imperial Auto per quel che riguarda le barre stabilizzatrici. Dal punto di vista finanziario, Sogefi, in possesso quindi della quota di controllo in Allevard IAI Suspensions, andrà ad investire nel biennio 2010 – 2011 due milioni di euro con l’obiettivo di andare a generare un fatturato di 5 milioni di euro nel 2012 così da portare a circa 15 milioni di euro il volume d’affari complessivo in India.

Raiffeisen si sofferma sugli emergenti: focus su India, Turchia e Cechia

È diventata quasi un’abitudine soffermarsi, a livello di investimenti finanziari, sulle principali economie emergenti del panorama internazionale, un attestato di fiducia importante, visto che esse vengono ritenute da numerosi analisti come la principale ancora di salvataggio per affrontare la crisi: l’ultima analisi di questo tipo giunge direttamente da Raiffeisen, gruppo bancario tedesco spesso alle prese con indagini simili, il quale ha messo in luce gli interessanti trend di crescita delle economie dell’Europa centro-orientale, in particolare in nazioni come la Polonia e la Repubblica Ceca. Ma il riferimento va anche al di là di questa specifica zona, contemplando persino la Turchia, paese che gode di ottima salute attualmente, e l’India. Cerchiamo di approfondire le situazioni che vivono Repubblica Ceca, India e Turchia per comprendere il modo con cui si possono sfruttare momenti così positivi.

Telemar pianifica una vendita di bond dopo le previsioni di Pimco

La maggior vendita annuale di obbligazioni corporate da parte del governo del Brasile ha condotto a un livello record i costi relativi ai prestiti di questo comparto: si è giunti a cifre così alte, che Pimco (Pacific Investment Management Corporation) ha previsto un totale di dodici miliardi di dollari per quel che riguarda le offerte di fine anno. In questo contesto rientrano anche i business di Telemar Norte Leste, la maggiore compagnia di telefonia fissa di tutta la nazione sudamericana e Suzano Papel e Celulose Sa, numero due carioca in relazione alla produzione di polpa di cellulosa, visto che le due aziende hanno intenzione di vendere i propri bond all’interno dei mercati internazionali, e almeno entro la fine del 2010. Come si può spiegare questa situazione? In pratica, i costi brasiliani dei presti hanno raggiunto il loro calo maggiore negli ultimi due mesi, secondo quanto stimato dal Cembi Index di Jp Morgan Chase.

Russell Investments: investitori rinnovano fiducia agli hedge fund

L’ultima edizione dell’indagine condotta da Russell Investments sugli investimenti alternativi ha messo in luce una realtà davvero sorprendente: la società statunitense, leader mondiale nel campo della gestione patrimoniale, ha analizzato le scelte degli investitori di tutto il mondo, mettendo in primo piano le assicurazioni e i fondi pensione e in tal senso è emerso come si preferisca puntare agli investimenti alternativi, una scelta che contrasta con i timori suscitati dalle oscillazioni recenti del mercato. Si pensava, in effetti, che alla luce della congiuntura economica negativa cominciata due anni fa, per gli hedge fund non ci fosse più spazio in portafoglio, un vero e proprio de profundis per questo strumento specifico, ma non è stato così.

Cdc: previsioni 2010 in linea col Piano Industriale

Per la parte rimanente del corrente anno, tenuto conto dello scenario di mercato e dell’andamento dei conti nel primo semestre 2010, Cdc S.p.A., società italiana quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel settore dei prodotti informatici e dei servizi di telecomunicazione, stima di andare a chiudere l’anno con risultati positivi e conformi alle stime che sono contenute nel piano industriale relativo agli anni dal 2010 al 2012. Questo è quanto si legge in una nota ufficiale emessa dalla società in concomitanza con l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione di Cdc SpA, della relazione finanziaria al 30 giugno 2010, caratterizzata in particolare da una crescita del 13,2% a 175,1 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2009, dei ricavi e dei proventi consolidati; il primo semestre del 2009, infatti, era stato chiuso dalla società con un fatturato di 154,7 milioni di euro.

Il monopolio di Ross nei bond municipali non porterà nuovi profitti

Il monopolio che viene attualmente detenuto da Wilbur Ross sul bond municipale garantito dalla propria società di riferimento non dovrebbe portare a profitti maggiori di quanto è stato ottenuto finora: l’anziano miliardario statunitense si trova infatti a fronteggiare una situazione particolare, in cui Berkshire Hathaway Assurance e Warren Buffett hanno praticamente posto un freno all’emissione di nuovi titoli e strumenti. Ross ha investito ben un miliardo di dollari nel 2008 nel capitale sociale di Assured Guaranty Limited, divenendone di fatto il secondo maggior azionista: la leadership della compagnia potrebbe divenire realtà nel settore di riferimento a breve, ma la crescita dei business dello stesso Ross sembra essere per il momento scongiurata. I fallimenti municipali sono divenuti un problema concreto a partire dal 2007: quest’anno, poi, quarantasei investitori hanno dovuto far fronte al loro default di circa 1,7 miliardi di dollari, sempre relativi alle obbligazioni municipali.

Edmond de Rothschild: i benefici di fusioni e acquisizioni di commodities

Edmond de Rothschild Asset Management rappresenta il braccio finanziario dell’omonima compagnia parigina ed è noto soprattutto per la sua attività nell’allocazione degli assets: l’ultima analisi di questa società ha messo in luce una particolare correlazione che esiste tra il mondo degli investimenti e le operazioni di fusione e acquisizione (meglio conosciute con la sigla M&A, merger and acquisition). Entrando nel dettaglio, c’è subito da dire che i due manager francesi Raphael Dubois e Emmanuel Painchault hanno voluto analizzare con accurata minuzia le operazioni dei principali attori coinvolti nel settore delle commodities e delle risorse naturali, mettendo in luce quelle che sono le conseguenze delle continue fusioni e acquisizioni (l’ultima in ordine cronologico è quella che ha coinvolto Potash e BHP Billiton).

Argentina: il crollo dei warrant nuovo segnale “buy” per Rbs

Il peggior ribasso degli ultimi tre mesi per quel che riguarda i covered warrant argentini ha avuto delle conseguenze di rilievo sulla crescita economica della nazione sudamericana e non solo: in particolare, il declino in questione è divenuto immediatamente un segnale molto chiaro per Royal Bank of Scotland, vale a dire quello di acquistare nuovi titoli azionari, visto che la banca centrale del paese sta tentando in tutti i modi di fornire nuova linfa all’espansione finanziaria. I warrant, come è noto, tendono a rimborsare gli investitori quando la crescita eccede le proiezioni di un determinato governo; nel caso dell’Argentina si è assistito a un decremento pari allo 0,78% nel corso della settimana che si è appena conclusa, il ribasso più consistente da tre mesi a questa parte.

Deflussi in netto calo a giugno per i fondi comuni Ucits

La sigla Ucits sta divenendo di uso sempre più comune tra gli investitori finanziari: le Undertakings for Collective Investments in Transferable Securities, vale a dire quelle direttive dell’Unione Europea che consentono di porre in essere dei fondamentali schemi di investimento collettivo, stanno caratterizzando i principali fondi comuni del Vecchio Continente. In particolare, c’è da dire che i deflussi relativi a questi specifici strumenti finanziari sono calati in maniera piuttosto evidente in relazione al lungo termine. Fatta eccezione per giugno, infatti, si è registrata questa sensibile diminuzione, a cui ha fatto da contraltare l’incremento subito dai riscatti totali, così come ha messo in luce l’ultima indagine dell’Efama (European Fund and Asset Management Association).