Argentina: il crollo dei warrant nuovo segnale “buy” per Rbs

Il peggior ribasso degli ultimi tre mesi per quel che riguarda i covered warrant argentini ha avuto delle conseguenze di rilievo sulla crescita economica della nazione sudamericana e non solo: in particolare, il declino in questione è divenuto immediatamente un segnale molto chiaro per Royal Bank of Scotland, vale a dire quello di acquistare nuovi titoli azionari, visto che la banca centrale del paese sta tentando in tutti i modi di fornire nuova linfa all’espansione finanziaria. I warrant, come è noto, tendono a rimborsare gli investitori quando la crescita eccede le proiezioni di un determinato governo; nel caso dell’Argentina si è assistito a un decremento pari allo 0,78% nel corso della settimana che si è appena conclusa, il ribasso più consistente da tre mesi a questa parte.


Il Banco Central de la Republica Argentina, istituto centrale dello stato, ha previsto che l’economia interna crescerà di 9,5 punti percentuali nel 2010, dando molta fiducia, quindi, alle scorte valutarie. Il governatore Mercedes Marco del Pont ha anche affermato che verrà assicurata una politica monetaria poco restrittiva in tal senso. Il pagamento relativo ai warrant, tra l’altro, ha cominciato a divenire una realtà concreta quando la crescita si è avvicinata al 3% e il valore aggiornato al tasso di inflazione dell’Argentina ha superato il precedente scenario che era stato prospettato.

I titoli, i quali giungeranno a maturazione nel 2035, rimborseranno circa 5,35 centesimi di dollaro a fine 2011, ma solo nel caso in cui verrà riscontrata una crescita pari al 9,7% (secondo quanto stimato da Morgan Stanley): per lo meno questa è l’impressione più netta che viene attualmente avvertita dai principali analisti economici. La domanda di rendimenti extra da parte degli investitori in relazione alle obbligazioni argentine emesse dal Tesoro statunitense si è ampliata di ben sessanta punti base; ora, il costo per proteggere il debito della nazione sudamericana dal mancato pagamento con credit default swap è rimbalzato fino a 121 punti base.

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