Banca del Giappone lascia tassi fermi

Come era parzialmente atteso, la Banca del Giappone ha scelto di lasciare i tassi di interesse di riferimento per le operazioni di rifinanziamento fermi nel range tra lo 0% e lo 0,1% decidendo nuove misure di allentamento monetario, incrementando nel contempo i fondi per l’acquisto di attività per supportare con stimoli incisivi di natura monetaria l’economia locale. I nuovi acquisti stanziati dalla Boj (Bank of Japan) riguarderanno circa 5mila miliardi di yen di titoli di Stato entro il termine del 2013 e 5mila miliardi yen di Bill entro la fine di giugno del prossimo anno.

Investire sull’Italia conviene?

È conveniente scommettere sull’Italia? Tra disimpegni e rinnovate manifestazioni di interesse, è questa la domanda che gli operatori di mezzo mondo continuano a porsi. Tutto dipende, essenzialmente, da come il Paese riuscirà ad affrontare il 2013, anno nel quale l’economia nazionale dovrebbe poter riemergere dalla profondissima recensione nella quale è caduta. Tuttavia, non è ancora ben chiaro se alla ripresa dell’economia dalla recessione gli investimenti privati possano o meno conseguire l’attesa ripartenza. Ecco come la pensa il governatore Bankitalia Ignazio Visco in proposito.

Unione bancaria e di vigilanza in arrivo

La strada verso il raggiungimento di una unione bancaria e di vigilanza potrebbe essere molto più breve del previsto. A ricordarlo è anche il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che intervenendo ad un Ecofin informale a Nicosia, in Cipro, ha dichiarato come “noi come governo condividiamo il progetto e l’ambiziosa tabella di marcia della commissione UE” sull’unione bancaria. Secondo il rappresentante dell’esecutivo, sarebbe necessario far partire per prima la tappa principale della vigilanza.

Italia presto fuori dalla crisi – Monti

L’Italia uscirà presto dalla crisi. E ancora, la ripresa c’è ma non si vede: è dentro di noi. Due dichiarazioni che il premier Mario Monti, in versione straordinariamente ottimista, ha elaborato in una recentissima intervista concessa a Tg Norba 24, dove conferma le prospettive di un recupero dell’economia e della produttività italiana, ricordando come appena un anno fa il Paese abbia rischiato di essere concretamente travolto dalla crisi finanziaria, esattamente come accaduto alla Grecia. Oggi, invece, il tricolore può essere issato tra i Paesi che decidono. Ma è davvero così?

Crediti a rischio banche italiane

Secondo quanto riportato da un recentissimo articolo condotto da Il Sole 24 Ore, in Italia i crediti a rischio detenuti dalle banche stanno crescendo con un ritmo certamente significativo. A conferma di ciò, è sufficiente dare un’occhiata alle semestrali appena pubblicate, e che stimano un incremento del credito deteriorato delle prime dieci banche italiane del 9,9 per cento nel corso dei primi sei mesi, per un controvalore in termini assoluti che passa dai precedenti 177,6 miliardi del 2011 ai 195,2 miliardi della metà del 2012.

Futuro Europa secondo Barroso

Il presidente della Commissione Ue Josè Barroso, intervenuto durante il recente seminario svoltosi all’Aja, si è espresso in maniera piuttosto netta circa il futuro dell’Europa. Il presidente ha definito l’attuale periodo come un “momento in cui o la va o la spacca”, dichiarando altresì che qualsiasi decisione sarà intrapresa in queste ore sarà “determinante per il futuro e per superare la crisi di credibilità che l’ha colpita”. Ma quale sarà il futuro del vecchio Continente? Cerchiamo di comprendere più nel dettaglio quali siano le considerazioni effettuate da Barroso, e cosa potrebbe realmente accadere nei prossimi mesi.

Bernanke annuncia misura eccezionali

Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha descritto l’attuale situazione economica statunitense e internazionali, preannunciando un sempre più probabile interventi eccezionali che servano a dare un nuovo rilancio alla produttività interna del Paese nordamericano. Le dichiarazioni di Bernanke hanno tuttavia riguardato anche il vecchio Continente, con espressione di profonda preoccupazione l’ervoluzione della crisi nell’eurozona. Cerchiamo di comprendere quali siano le principali linee indicative di Bernanke.

Previsioni Pil Italia per Moody’s

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Dopo i commenti positivi da parte di Fitch, le agenzie di rating penalizzano l’Italia prevedendo un Pil particolarmente deludente per il futuro a breve termine. A sbilanciarsi è Moody’s, secondo cui i rischi per la ripresa economica sarebbero particolarmente cresciuti rispetto alla scorsa primavera, con la crescita delle economie emergenti che subirà un rallentamento oltre le stime e con la crisi del debito dell’Eurozona che continuerà a generare le maggiori pressioni al ribasso per lo scenario globale.

Aiuti Spagna pronti nelle casse UE

Con Fitch che rassicura il governo spagnolo (l’agenzia di rating ha sostanzialmente affermato che anche nell’ipotesi di concessione di nuovi aiuti comunitari al Paese iberico Madrid potrebbe mantenere comunque lo stesso rating attuale), il panorama finanziario della Spagna sembra essere meno buio del solito. Tant’è vero che il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha elogiato le misure intraprese dal governo, dichiarando di essere pronto ad aiutare, eventualmente, la nazione. Ma sarà vero?

Unione fiscale e politica

Con parziale sorpresa, la Germania ha posto un nuovo obiettivo in Eurozona: costruire, in maniera univoca, le tappe che conducono a una unione fiscale completa. Uno step indispensabile, stando a quanto ritiene la cancelliera Angela Merkel, per poter compiere una vera integrazione politica nel vecchio Continente, usando come modello di autonomia quello già da tempo applicato negli Stati Uniti. E ancora, creazione di un bilancio federale, maggiore indipendenza da parte della Banca Centrale Europea e tanto, tanto altro ancora, in una nuova era di rapporti tra le nazioni.

Incontro Merkel – Samaras

La cancelliera tedesca Angela Merkel cerca la quadratura del cerchio nella gestione della crisi greca. “Vorrei che la Grecia resti nell’euro” – ha dichiarato infatti la Merkel, per poi aggiungere tuttavia che “ci aspettiamo che attui gli impegni presi e che alle parole seguano i fatti”. Pronta la risposta del premier greco Antonis Samaras, che rimane sulle sue posizioni, ribadendo come la Grecia riuscirà a farcela, ma come ad Atene occorra più tempo. Negoziati che non hanno prodotto nessun risultato, in attesa della pubblicazione dei report da parte della troika.

Crisi Grecia, Germania accorcia i tempi

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scheuble è tornato a intervenire sul fronte della crisi greca, ricordando come “più tempo non sia la soluzione ai problemi”, in riferimento a quanto domandato dal primo ministro di Atene Antonis Samaras, che sta attualmente concludendo il suo giro di negoziati nel vecchio Continente per cercare di ottenere due anni in più per applicare il piano di risanamento indotto dalla troika. Secondo il ministro tedesco l’Eurozona avrebbe già raggiunto il limite “sostenibile economicamente” per aiutare la Grecia.

Crisi Grecia, il tempo è scaduto

Il premier greco Antonis Samaras continua ad esser protagonista indiscusso della settimana. Il primo ministro di Atene sta infatti conducendo una serie di colloqui con i massimi esponenti politici e monetari del vecchio Continente, al fine di ottenere più tempo per applicare le riforme richieste dalla troika. Tuttavia, almeno per il momento, i sostanziali negoziati non sembrano esser arrivati a un punto di svolta, e le voci oppositrici – che  vorrebbero un atteggiamento più netto e duro dell’Europa nei confronti della Grecia – continuano ad aumentare.

Italia fuori dalla crisi nel 2013

L’Italia uscirà dalla crisi nel 2013. La (quasi) buona notizia, per una volta, arriva da uno dei “nemici” del Paese, l’agenzia di rating Moody’s, la quale non dispensa pareri positivi nei confronti dello stato di salute della Grecia e dell’Irlanda, con un piano di risanamento che potrebbe arrivare fino al 2016, e oltre. Lo Stivale uscirà invece dalle difficoltà molto prima, grazie a un processo di severa austerity e revisione che non potrà, tuttavia, che esser accompagnato da riforme per garantire un rapido recupero del ritmo di crescita e di sviluppo economico.